Carlo Pasceri
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Il suono di un chitarrista elettrico: i tre elementi più sottovalutati

24/4/2025

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Nell’immaginario collettivo (non solo di semplici ascoltatori od hobbisti, ma pure di alcuni professionisti) quel che determina il timbro di un chitarrista è ciò che imbraccia (quale chitarra) e cosa sta alle sue spalle (quale amplificatore); ma spesso non è così*.
Annose discettazioni e polemiche su chitarre, device vari e soprattutto amplificatori che - secondo la vulgata - dovrebbero essere rigorosamente a valvole.
La questione è più frutto di fantasie che di realtà, di cose che s’immaginano come effettive, ma che non corrispondono al vero. Quindi se le premesse sono false le conclusioni non possono esser vere.

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L'arte della falsificazione: alcuni celebri casi musicali

18/4/2025

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Omnis homo mendax, recita un verso dei Salmi; gli uomini sono menzogneri.
Sì, insomma, tutte le persone mentono; chi più chi meno, a seconda delle circostanze e con varie sfumature, declinazioni e coniugazioni qualitative e quantitative. La menzogna è in noi, nel nostro mondo. Quindi bugie, imposture ecc. c’entrano anche con la musica.
E già, può sembrare strano, ma da secoli ufficialmente nella terminologia musicale ci sono alcune locuzioni come “falso bordone” o “cadenza d’inganno”, che evidentemente si riferiscono a ciò. Estetiche e poetiche delle mistificazioni musicali.
Dunque, in musica ci sono parecchie tattiche e strategie per falsificare, ingannare, la percezione di chi ascolta, sia in termini contenutistici (per esempio quelle relative alle locuzioni sopra esposte) sia in quelli formali, timbrici.

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Differenza tra semplicità e banalità: il "caso" dei Toto

10/4/2025

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Una cosa semplice significa che non è né complessa né complicata, non astrusa, ossia costituita da non molti elementi e non particolarmente difficili - intellettualmente e culturalmente - da esser pensati, ideati o connessi.
Nessun dubbio che un brano di successo sia caratterizzato da semplicità: è storia.
Anche la “vetrina” è fondamentale; anzitutto l’”oggetto” deve essere esposto, e in modo efficace e per un tempo adeguato.
Stabilito ciò, le variabili di questi due fattori (semplicità e “vetrina”) sono molteplici, e specialmente il secondo può variare da periodo a periodo; quest’ultimo non è né facile né il caso di affrontarlo: non è il mio mestiere.

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Il ritmo del Prog, un caso eccellente

6/4/2025

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Tra le cose più significative che caratterizzano il Progressive – a parte il fatto che è molto meno diffuso di quanto creduto comunemente* e quindi per questo ancor più prezioso – è la peculiare amalgama tra le complessità di tutti gli elementi in gioco (ritmo, melodia, armonia, timbro e forma).
E siccome discendente dalla Classica ma scevro dai generi e stili afroamericani** (notoriamente incentrati sul ritmo), il fattore più sorprendente è quello ritmico. Anche perché in termini di complicanze nella Classica l’elemento puramente ritmico-metrico non è così diffuso, al netto di alcuni giganti del Novecento.
​
In tal senso gli Yes hanno avuto nella coppia della “ritmica” (basso-batteria) due tra i migliori musicisti che il Rock e dintorni ha espresso: Chris Squire e Bill Bruford.

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Il gioco di forza tra Melodia e Armonia

4/4/2025

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La comune percezione intuisce il corretto statuto ontologico della musica: la melodia è sovrana rispetto agli altri elementi, ritmo e armonia (e timbro)*.
E ciò sebbene alcuni famosi teorici perorarono nel corso dei secoli in tal senso il primato dell’armonia.
Questa propalazione fu a fronte della prassi compositiva che, dopo l’originaria monofonia medievale e successiva polifonia contrappuntistica**, dal Seicento e la nascita del genere operistico vide diffondersi sempre più la monodia accompagnata, consistente nell’esecuzione di una linea melodica sostenuta da armonie accordali.

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Luci e ombre dell'Apocalisse della Mahavishnu

31/3/2025

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Non di rado mi è capitato di ascoltare dischi che poco mi erano piaciuti da giovane e che dopo tanti anni invece li ho maggiormente apprezzati; li ho compresi più profondamente, quindi ridimensionando il loro livello qualitativo, mi sono anche piaciuti di più.
Apocalypse della Mahavishnu Orchestra (registrato marzo 1974, pubblicato poco dopo) l’ho riascoltato varie volte nel corso dei decenni, da quando da adolescente lo conobbi; oggi è pertanto solo l’ultima di una lunga serie.

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Popolo rock, una tribù di conservatori

22/3/2025

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Nel Rock il risultato è spesso superiore alla somma delle singole parti. È al contempo la sua forza e la sua debolezza.
Questione sovente non presa nella giusta considerazione, ancorché discretamente nota, almeno superficialmente.
E già, rispetto ad altri generi musicali, per vari ordini di motivi (che poi indagheremo), l’esito musicale dato dall’apporto dei singoli componenti dei gruppi risulta essere, soprattutto all’orecchio dell’appassionato, più moltiplicato che addizionato.
Di conseguenza, allorquando si verifica nei gruppi qualche sostituzione di persone, molte volte gli ascoltatori - che fino ad allora li hanno molto apprezzati - riscontrano variazioni musicali che poco accettano. Va da sé che il gruppo più è amato più subisce ciò.

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"Turn Back", il lato duro dei Toto

19/3/2025

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Di quel gran gruppo chiamato Toto*, Turn Back (terzo loro disco - gennaio1981) è mediamente considerato l’anatroccolo - perlomeno storicamente e in relazione al cigno seguente, IV (aprile 1982), gran successo commerciale trainato dal singolo Rosanna (fatto uscire prima dell’album) – e al loro disco di debutto.
Dopo molti anni un po’ rivalutato, Turn Back fu invece un’ottima prosecuzione dei due precedenti, pure perché un po’ differente: è un album più duro, poco o nulla funky, shuffle e “classicheggiante”; caratteristiche che fino ad allora avevano permeato considerevolmente il loro grintoso rock.

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Il lessico "architetturale" della Musica

14/3/2025

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Da un caro amico ho recentemente ricevuto in regalo – in un’allegra livrea gialla (colore a me assai caro) – La storia dell’arte di E. H. Gombrich; tra i più importanti studiosi e storici dell’arte del Novecento.
E, come molti sanno, quando si parla di storia dell’arte s’intende quella figurativa; pertanto in stragrande parte dipinti, poi sculture, con rimandi all’architettura.

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Cosa manca alla musica del XXI secolo?

7/3/2025

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Strumentali o cantate che siano, le musiche del XXI secolo che appaiono più di buon rango di solito sono semplicemente ammalianti “verniciature” con pochissima sostanza dietro.
È una pratica iniziata già tempo addietro, in epoca moderna, ma perfezionata con le tecnologie contemporanee, che consentono sia manipolazioni tanto facili quanto profonde, impensabili fino a qualche anno fa, sia approvvigionamenti culturali e fattuali della “letteratura” precedente: accesso – pressoché gratuito - a tutto lo scibile musicale.

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John McLaughlin e l'India: la trilogia Shakti

26/2/2025

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Shakti with John McLaughlin rinvia a una straordinaria trilogia pubblicata tra il 1976 e il ‘77.
Ed è il titolo del primo disco di questo gruppo indo-occidentale, registrato dal vivo negli USA il 5 luglio del 1975 al South Hampton College.
McLaughlin aveva da poco ricostituito la formidabile Mahavishnu elettrica e con essa registrato un paio di dischi, ma, siccome sempre più attratto dalla cultura e musica dell’India, formò anche questo gruppo interamente acustico.

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L'estate del 79 e una cassetta di Zappa presa a Porta Portese

18/2/2025

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Nell’estate del 1979 per me il tempo del mondo scorreva stranamente…
Ero un adolescente nemmeno quindicenne; e avevo una certezza di quegli anni che stavano passando: non sapevo nemmeno lontanamente dove stessero andando.
Lo spazio per me era quel che era (piccolo in casa e sconfinato fuori); ne prendevo atto, lo potevo vivere ora dopo ora, giorno dopo giorno, senza che troppo mi turbasse: era lì e lì rimaneva, lo potevo gestire.

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Dagli USA alla Norvegia: l'affascinate viaggio di Witchi-Tai-To

28/1/2025

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​Esplorando Witchi Tai To, strani incroci geografici, temporali e di culture; Norvegia, costa est e costa ovest degli U.S.A., attraversando il Midwest del Missouri e gli Stati Uniti Centrali del Sud dell’Oklahoma.
E già, sono appena tornato da un lungo e intrigante “viaggio” che l’amico Antonio Lisi mi ha invitato di fare per approfondire la conoscenza di quel bizzarro brano di Jim Pepper (sassofonista e compositore), che pubblicò nel 1969 (in un 45 giri) con il suo gruppo Everything Is Everything.

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Word of Mouth: la maturità di Pastorius, prima del tramonto

22/1/2025

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Ero da poco maggiorenne e da tempo Jaco Pastorius mi piaceva tantissimo: appena potei, acquistai il suo secondo disco solista Word Of Mouth (1981).
Rammento bene, perché in gran parte mi deluse, mi aspettavo altro; ero entusiasta del suo primo disco (l’omonimo del ‘76), e ancor più dei Weather Report di Black Market ed Heavy Weather.
Ma Word Of Mouth era altro, e pur essendo già alquanto abituato ai complicati dischi jazz-rock, la sua musica mi sembrava stranamente complessa, sfuggente, poco focalizzata; non la compresi e quindi poco mi piacque.

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La "tua" musica dice chi sei

19/1/2025

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Siamo tutti particolarissimi, unici, esiti biologico-esperienzali.
Imponderabili miscugli di quantità e qualità, almeno non con precisione; ma all’ingrosso è possibile comprendere qualcosa.
Io ho sempre avuto l'attitudine a profondi mescolamenti...

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Let's Dance: la lezione di pop music di David Bowie

9/1/2025

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Gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del ‘900 fusi in una canzone di enorme successo, tra le più famose in assoluto di David Bowie.
Let’s Dance è un brano dell’omonimo disco pubblicato nel 1983, in cui è evidente la proficua “mano” del musicista-produttore Nile Rodgers, che ha affiancato Bowie per l’intera realizzazione del disco.
La particolarità di questa canzone è la manifesta osmosi dei caratteristici fattori musicali di quei tre decenni, in un’operazione tanto sfrontata e spavalda quanto sofisticata e azzeccata. 
Un caleidoscopio temporale in forma di musica.

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La Musica, un'arte misteriosa ed esoterica

6/1/2025

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Più o meno insito ed esplicitato, l’effetto misterico della musica è da sempre presente e avvertito.
Ad esso è attinente una dimensione esoterica delle teorie e pratiche musicali.
Un appassionato, Giacomo, chiede a Federica, l’amica esperta, chiarimenti.
Federica: beh, anzitutto è utile distinguere tra esoterico e misterico.
Giacomo: ah! pensavo fossero praticamente sinonimi…

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Quantità e qualità: in musica sono proporzionali?

28/12/2024

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Quantità (più o meno) direttamente proporzionale alla qualità: la questione è tanto annosa quanto invalsa e fuorviante.
Da ragazzo, quando ascoltavo dei musicisti i loro assoli pensavo che quelli più duraturi fossero per opera dei più bravi.
Questa patente ingenuità era data dall’inesperienza, che non mi attrezzava adeguatamente per poter anche solo un minimo stimare seriamente la qualità (facendo pure faticosamente la tara al mio gusto).

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Abercrombie Quartet, sulla scia del grande jazz "bianco"

22/12/2024

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​L’innovativa declinazione “bianca” del Jazz ebbe nel ventennio tra la metà dei Quaranta e dei Sessanta notevoli esponenti che influenzarono la musica a tutto tondo (tra gli altri - Lennie Tristano, Stan Kenton, George Russell, Jimmy Giuffrè, Tony Scott, Paul Desmond, Dave Brubeck, Don Ellis).
Musica ben più innervata dalla Classica (non di rado pure dall’etnica mondiale) e ben poco dal Blues, fu pertanto un Jazz di ricerca e sviluppo di matrici centro-europee (e orientali).
​Quindi non semplici temi su cicli blues o canzoni, ma composizioni di altro tipo - sovente complesse - insieme con improvvisazioni; non inesorabilmente accompagnate da walkin’ e swing.

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Transition (Coltrane): il lato oscuro di A Love Supreme

18/12/2024

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​Il “dark side of the love supreme” di John Coltrane fu registrato sei mesi dopo il “lato chiaro”: ma Transition non fu pubblicato in quel periodo, solo anni dopo, e ciò ha contribuito a depotenziare il suo impatto*.
E se è vero come è vero che raramente i dischi postumi dei grandi artisti sono ottimi dischi, Transition è uno di questi.
Registrato in due sessioni: 26 maggio e 10 giugno del 1965, pubblicato nel 1970; col suo classico quartetto, McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison contrabbasso ed Elvin Jones batteria.

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Diesel (Finardi, 1977): il jazz trova spazio nel pop-rock

12/12/2024

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Brevissimo e semplice riff usato in più sezioni (intro, A e soli), B e C.
La forma della canzone Diesel di Eugenio Finardi è tutta qui: A, B e C, un elementare abbecedario; eppure è straordinaria.
Lo è anzitutto perché c’è l’intervento solistico al piano elettrico di un eccezionale musicista: Patrizio Fariselli, tastierista e leader del formidabile gruppo jazz-rock Area.
​Con i suoi interventi solistici ha potentemente innervato di Jazz un brano Pop-Rock. E ciò fu tra i primissimi esempi, se non il primo, nell’ambito del panorama nazionale.
(Per quello internazionale lascio ai lettori il divertimento nel ricercare dei precedenti; non sarà facile: buona caccia.)

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Io vivo come te (Pino Daniele): l'analisi musicale

11/12/2024

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​Io Vivo Come Te è una canzone di Pino Daniele pubblicata nel 1982 e contenuta nel suo quinto disco Bella ‘mbriana.
Brano lento di circa quattro minuti, ha più di un aspetto interessante; per quanto una canzone parecchio semplice.
L’album è suonato da un gruppo straordinario: oltre a Pino (voce e chitarra) c’è Tullio De Piscopo (batteria), Joe Amoruso (tastiere) Rosario Jermano (percussioni) e due fuoriclasse internazionali: Wayne Shorter (sax soprano) e Alphonso Johnson (basso).

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Tecnica del vibrato: facciamo chiarezza

8/12/2024

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Ieri sera casualmente mi sono imbattuto in un video sul web di uno tra i più noti chitarristi pop-rock italiani, attivissimo con testi e video didattici, nel quale asserisce che “il vibrato classico è quello che tende a modificare l’ampiezza, dare una modulazione all'ampiezza del suono, senza variarne il pitch.”
(Il pitch è l’altezza, l’intonazione di un suono o nota.)
Benché non nuovo ad approssimazioni ed errori del genere, una così scorretta affermazione su una tecnica musicale fondamentale, elementare, come il vibrato e per giunta direttamente applicato alla chitarra, mi ha fatto sussultare.

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I tre poli della Musica: un triangolo universale

5/12/2024

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L’estrema sintesi della dimensione musicale in due parole: ethos e pathos. Il cosa e il come; estetica e poetica.
Di qui le tre polarità base: un’elementare triangolazione tra due estremi e una posizione mediana; statica stabilità (simmetria-consonanza), dinamica instabilità (asimmetria-dissonanza), e neutra medianità tra le prime due*.
Un po’ come tra lo stare fermi su due piedi, su uno, e il camminare. Ovviamente esistono innumerabili sfumature, come di grigi tra bianco e nero, gradi di penombra tra luce e buio.

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Alla ricerca della scala "perfetta"

1/12/2024

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Molti sanno che il fondatore della teoria musicale occidentale volta alla ricerca acustica, basata sulla formale concettualizzazione numerica, è Pitagora (e la sua scuola – i pitagorici).
E ciò è strettamente connesso all’armonia, alla simmetria; sia in senso aritmetico sia geometrico.
​L’armonica bellezza delle proporzioni, alla relazione tra le varie parti e il tutto, afferisce pure a un equilibrio intuibile - giacché comunemente esperibile (basta guardarci allo specchio) - dato dalla simmetria.
Formidabile strumento d’indagine conoscitiva della realtà.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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