La stragrande maggioranza dei brani di successo sono più che semplici, però quelli che si usurano meno, diventando dei “classici”, spesso hanno delle caratteristiche occulte. Questo è il loro segreto: avere dei segreti. Il piano su cui sono erette la stragrande maggioranza delle musiche di successo è quello assiale dell’occidentale “tonalesimo” con la parificazione ritmico-metrica, pertanto tutto ciò che devia da questo, con vari livelli di gradualità, struttura ulteriori tensioni e quindi rende più dinamica la forma. Anomalie creative.
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Tullio De Piscopo è il più famoso batterista italiano. Molti sanno che è un bravissimo uomo di musica, fertile autore e istrionico cantante-batterista, tuttavia la sua maestria come puro strumentista non tutti la intendono per quel che è nella sostanza. Ciò perché molti la fanno derivare dal suo essere un po’ plateale, dalla sua sovraesposizione, quando si tratta di mostrare la propria abilità al grande pubblico, ma De Piscopo è molto di più. Infatti, di là della sua stoffa volta all’ostentazione, erede di eccellenti e famosi predecessori del secolo scorso come Gene Krupa, Louie Bellson e Buddy Rich, coi loro celebri assolo, De Piscopo è un batterista più raffinato di quanto comunemente si creda…
All’alba del 1972 (gennaio) è pubblicato il primo disco del nostro maggior gruppo Rock, la Premiata Forneria Marconi. Si chiama Storia di un Minuto e contiene sette brani (tra cui due pubblicati nell’autunno precedente in forma di 45 giri: Impressioni di Settembre e La Carrozza di Hans). La PFM è costituita da Franco Mussida, chitarrista e compositore delle musiche, Mauro Pagani, flautista, violinista e autore dei testi*, Flavio Premoli, tastierista, Giorgio Piazza, bassista e Franz Di Cioccio, batterista; tutti cantano.
Giulio Capiozzo è stato un batterista eccezionale, e non relativamente al nostro pur glorioso paese musicale, ma in assoluto. E come già scritto a proposito di un articolo, guarda caso, su Trilok Gurtu, nella stragrande maggioranza dei casi i batteristi si dividono in due macro categorie: ci sono quelli di scuola jazz e quindi ariosi, elastici e “melodici”, e quelli funk-rock, pertanto più intrinsecamente percussivi, geometrici, con suoni rapidissimi ed esplosivi.
Il 19 febbraio 1971 gli Yes pubblicano il loro terzo disco The Yes Album. Il gruppo inglese riparte da questa importante opera dopo due dischi più che buoni (Yes e Time And A Word) pubblicati precedentemente, interessanti sotto vari profili. Entra in squadra Steve Howe al posto del pur bravo Peter Banks. Howe sarà colui che incarnerà il chitarrista di riferimento in quanto a versatilità ed espressione “pirotecnica” sia per quanto concerne i generi e stili chitarristici sia di suoni e modi d’impiego della chitarra (e i suoi derivati cordofoni: lap steel, mandolino ecc.). E’ il chitarrista di stile più schiettamente americano di tutti i suoi coevi colleghi. Howe contribuirà anche come compositore. (All'opposto questo disco sarà l’ultimo del tastierista Tony Kaye, sostituito da Rick Wakeman dal successivo disco Fragile)
Chi pensa che la scala Maggiore (Ionica) sia la base della musica occidental-europea si sbaglia. “Solo” dal periodo Barocco e ancor più da quello Classico, quindi dal ‘700 in poi, è così. La musica medievale gregoriana si basava su modi scalari che comprendevano anche la scala Ionica, ma questo era un modo alquanto poco usato, del tutto subornato ad altri, residuale.
Le sinfonie (e in parte le suite), a differenza dei più importanti altri generi, forme e stili della musica Classica e non, sono lo spazio musicale più democratico. Infatti (fatta salva la medievale polifonia) il concerto, l’opera, la sonata, il lied o una qualsiasi moderna canzone, improvvisazione jazz/blues ecc., pone una condizione aristocratica o al massimo oligarchica, con “qualcuno” che diffusamente ha una posizione predominante. Per avvicinarsi alla musica sinfonica può esser utile iniziare con l’ultimo dei grandi sinfonisti della musica Classica: Dimitri Shostakovich.
Nel febbraio 1965 i Beatles entravano in studio per registrare uno dei loro brani più importanti: Ticket To Ride. Fu pubblicato nella primavera di quell’anno nel 33 giri Help; insieme con l’omonimo brano (anch’esso notevole) fu un pezzo molto noto. Anche qui elementi semplicissimi, nondimeno composti in modo creativo.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Gennaio 2025
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