Così recentemente un articolista sulla rivista Rolling Stone; e ammonticchiando parecchio confusamente ed erroneamente alcune questioni e argomenti, non si è nemmeno risposto…*
Verrebbe subito da chiosare considerando che storicamente nelle produzioni più disimpegnate, come quelle delle boy band, l’assolo è praticamente assente, pertanto far conseguire che più che indice di modernità la rarità di assoli è sintomo d’immaturità; e viceversa, altro che "roba da vecchi"…
Ma approfondiamo un minimo.
Infatti, con l’avvento della Disco music e della meteora Punk prima e della New wave poi, sfociando negli Ottanta con la seconda ondata della “british invasion”, per vari ordini di motivi, nei brani l’assolo di chitarra elettrica divenne merce sempre più rara: quasi bandito. Ecco, il punto è anche quello che il genere musicale prevalente cambiò: molto meno Rock e molto più popular.
Si stavano già allora (40 anni fa) esplorando nuove vie musicali, alla ricerca di un posto al sole nel famigerato mercato discografico, e quella di evitare l’(epico) assolo di chitarra elettrica era avvertita come una soluzione molto funzionale, efficiente nel produrre “musica nuova” meno impegnata e meno impegnativa per tutti, musicisti e fruitori.
Si andava verso una musica sempre più lineare e ripetitiva, con meno slanci sia in termini di strutture formali (le sezioni costituenti i pezzi) sia di contenuti, con meno distrazioni; il tormentone del motivetto entrava così più in testa e nel corpo da agitare, magari in discoteca, sotto l’influsso di ritmi di batteria sempre più messi in evidenza nel mix. Pop.
L’assolo, per quanto breve, è una fase delicata di un brano: dopo aver scelto la sua collocazione e durata all’interno della struttura formale, stile e timbro, si devono inventare una considerevole quantità di mini melodie e connetterle in modo opportuno (anche come articolazione tecnica).
Dunque, un assolo, seppur mai obbligatorio o necessariamente opportuno, è potenzialmente un importante plus a un brano, non un fronzolo; perciò il generale "stato di salute" di un’epoca musicale potrebbe parzialmente essere stabilito mediante una diretta proporzionalità con la sua presenza. Evviva gli assoli!
* Da rimanere basiti dal dilettantismo dilagante, basterebbe la mezza riga di apertura dell’articolista: cita l’assolo di John Meyer in Outta My Head di Khalid: “…che riprende la melodia per 15 secondi…”. No, non riprende la melodia: è un intervento solistico “creativo” (e non per 15 secondi, circa 30).
** Comunque tra i Settanta e gli Ottanta emersero alcuni grandi chitarristi-leader di gruppi rock molto popolari che in parte bilanciarono questa formidabile propensione generale; tra i più apprezzati in assoluto ci furono Eddie Van Halen e Mark Knopfler dei Dire Straits.
*** Nel genere Blues e i suoi derivati l’assolo è quasi prevedibile, dalla sua presenza al linguaggio stilistico usato (scelta di note e loro pronuncia).
Sull'argomento "chitarristi solisti e assoli" ho pubblicato il libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra