Miles Davis qualche mese prima dell’agosto 1969 (in febbraio), per il disco In A Silent Way, aveva cominciato massicciamente a sperimentare soluzioni elettroniche e manipolazioni in post-produzione, sempre con l’aiuto del fidatissimo Teo Macero. In Bitches Brew, quell’esperienza è portata alle estreme conseguenze. E la sua musica davvero si può pregiare di attribuirsi appunto l’aggettivo (all’epoca abusato e forse ancora oggi) di “sperimentale”.
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Jeff Beck ha iniziato verso la metà degli anni ’60 a farsi notare come chitarrista elettrico con spiccate doti tecniche e di fantasia, grintoso e sorprendente, sostituendo nel 1965 Eric Clapton negli Yardibirds: era il più moderno. Con l’avvento di Jimi Hendrix fece un passo indietro, si ripresentò nel biennio ’68/’69 con due dischi a suo nome, Truth e Beck-Ola, non così importanti, in ritardo rispetto a quello che stava accadendo: rock-blues cantato alquanto scontato con esigue impennate chitarristiche di livello...
Bundles del 1975, ottavo disco dei Soft Machine, è stato ed è tuttora un disco sottovalutato. Bundles è un disco differente dagli altri dei SM: il preminente inserimento della chitarra elettrica solista, suonata dal grande Allan Holdsworth, è la caratteristica che più lo contraddistingue. Sicuramente meno sperimentale, quindi coraggioso dei suoi precedenti, più incline ad appoggiarsi sulle parti solistiche, ha più respiro improvvisativo e meno creatività compositiva. Tuttavia, oltre a brillanti solismi, ha delle parti compositive non irrilevanti, anzi qua e là ragguardevoli…
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Franco Mussida (Milano, 21 marzo 1947) è stato un protagonista della musica italiana, in particolare del Progressive dei primi anni Settanta: tanta musica importante è sgorgata dalle sue sapienti dita, anzi, spesso l’ha creata direttamente lui stesso, come principale autore del nostro gruppo Rock più significativo, la PFM.
David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young, i CSN&Y, sono stati una tanto breve quanto strepitosa avventura musicale. Tutti chitarristi-cantanti e autori, hanno debuttato, senza Young, l’anno precedente con l’ottimo Crosby, Stills & Nash poi con Déjà vu, hanno assestato un gran colpo anche in termini di vendite: fu un successo; meritato. Loro arricchiti, ma pure il Rock con loro...
La fine degli anni Cinquanta del secolo scorso fu per la musica un periodo intenso, dinamico e denso di vicende. Una delle più rilevanti è l’entrata in scena del sassofonista (occasionalmente anche trombettista e violinista) e compositore Ornette Coleman; nel 1958 il suo debutto discografico: Something Else!!!!. Coleman fu un avanguardista che ha dato scandalo sin dall’inizio, e nonostante il suo lavoro abbia generato vastissime conseguenze, lui è stato un padre senza vera e precisa discendenza: realizzò della musica che suonava alle orecchie più eccentrica di quella di Monk e Mingus.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Per vari motivi e circostanze la stima chitarristica di David Gilmour è un po’ sbilanciata: per circa trent’anni parecchio sottovalutato, da una ventina a questa parte un po’ sovrastimato… Un bravissimo chitarrista rock, tra i più completi perché in grado di destreggiarsi con perfetta efficacia nei tanti ruoli che di solito richiede un gruppo rock che non sia meramente immerso nella solidificazione hard, irrigidito nel Metal o conformato nel Pop.
Astronavi, propellenti speciali, rampe di lancio, sogni, visioni cosmiche… gli anni Sessanta ci hanno portato nello Spazio; chissà perché fu anche l’epoca della messa in orbita del Rock. Ci furono costellazioni di gruppi e movimenti, stili con stelle, meteore e comete, pletore di pianeti e satelliti; alcuni sparirono quasi subito, altri durarono molto; alcuni tuttora in orbita, ci girano intorno… Patto è stata una cometa inglese di tre dischi per tre anni (’70 - ’72): Patto (‘70), Hold Your Fire (‘71), Roll 'em, Smoke 'em, Put Another Line Out (‘72); pubblicato postumo a metà dei ’90 Monkey's Bum del ‘73.
Frank Zappa è stato uno dei geni della musica Rock; è una cosa risaputa, meno conosciuti i reali motivi. I suoi primi dieci anni di attività furono densi di opere innovative. L’iniziale periodo (debuttò discograficamente nel 1966) fu accompagnato dal gruppo delle Mothers of Invention; dopo qualche tempo proseguì anche parallelamente come “solista”, assoldando abilissimi esecutori per le sue complicate partiture musicali (occasionalmente ci fu qualche fuoriclasse come Jean Luc Ponty, George Duke e i fratelli Brecker).
Di Rickie Lee Jones ci sarebbe da scrivere moltissimo, ben di più di questo brevissimo profilo, perché è la più ragguardevole erede del piccolo ma importante ciclo storico delle brave e celebri cantautrici-chitarriste Rock americane: Joni Mitchell, Carole King e Carly Simon si sono distinte, dalla fine dei ’60 ai ’70, realizzando della musica molto gradevole e interessante (in special modo la Mitchell). Rickie Lee Jones è, per abilità compositiva e interpretativa vocale, la più notevole di tutte queste.
Andrew Latimer (chitarre, voce e flauto), Peter Bardens (tastiere), Andy Ward (batteria e percussioni), Doug Ferguson (basso) sono i Camel, ossia un gruppo britannico di Progressive che debutta ottimamente nel 1973 con l’omonimo disco e ben prosegue con Mirage. I successivi The Snow Goose (il loro capolavoro) del ’75 e Moonmadness (’76) sancirono il loro rilievo.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Dicembre 2024
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