Carlo Pasceri
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La scaletta degli LP e un'annosa questione di qualità

6/11/2022

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Penso che moltissimi ascoltatori, sia quelli della mia generazione sia quelli della più recente (a fronte della vinilmania in corso da circa un ventennio), siano abituati alla progressione dei brani (scaletta) dei dischi Lp (i 33 giri) come a dei capitoli di un’affascinante storia musicale che si dipana; pure se non si tratta di un cosiddetto concept album*.
Infatti, chi progettava e produceva quei dischi era parecchio attento a ciò.
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Scontro tra audio-civiltà: analogica vs digitale

25/1/2016

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Tutta la tecnologia fisico-meccanica del ‘900 ha fatto sì di poter ascoltare sequenze di suoni registrati tramite una catena di dispositivi atti a immagazzinare dati, leggerli, rivelarli, amplificarli e diffonderli. ​
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Fondamentalmente c’è il supporto (il disco) dove sono immagazzinati i dati e il suo lettore-rivelatore (il giradischi). Per alcuni decenni ci sono stati anche i nastri, le musicassette, che per ora sembrano definitivamente tramontate… ​

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Ampli per chitarra elettrica, un ruolo fondamentale ma sottovalutato

29/9/2015

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Se appartenete a quella stragrande maggioranza di persone, anche musicisti e chitarristi, che ritengono sia la chitarra il più importante strumento "responsabile" dei timbri musicali prodotti dei chitarristi elettrici di rock e dintorni (perciò suoni saturi) e volete continuare a pensarlo senza avere dubbi di alcun genere, non leggete il resto dell'articolo.
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​Quella moltitudine di persone ritiene molto meno importante ciò che è posto dopo la chitarra ovvero l’amplificatore (che rammento essere costituito da pre-finale e altoparlante/i).

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Les Paul, immortale esploratore musicale

9/6/2015

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Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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Les Paul, al secolo Lester William Polsfuss, chitarrista e inventore, nasce il 9 giugno 1915 a Waukesha, Wisconsin. E' famoso per aver contribuito al progetto e alla realizzazione (insieme con il team di Ted McCarty) del modello di punta, che porta il suo nome, della chitarra elettrica solid body di casa Gibson, prodotta poi nel 1952: a oggi la Gibson Les Paul, insieme con la Fender Stratocaster, è la chitarra elettrica più nota al mondo.
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"Cometa Rossa" degli Area: basta una nota per cambiare mondo!

13/1/2015

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Le scale musicali sono il DNA per generare musica (sono loro a fornire anche le conseguenti armonizzazioni accordali), sono pertanto il principale mezzo operativo sia compositivo sia improvvisativo; e seppur ce ne siano moltissime decine di già conosciute (e potenzialmente migliaia), si usano sempre le stesse pochissime da centinaia di anni e sempre nello stesso simile modo e maniera (pattern e cliché). 
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Una scala, essendo un sistema predeterminato e limitato di scelta delle note, un ordine a priori, è in sostanza una sorta di macro-cliché da cui attingere le note: se noi le emettiamo in maniera piuttosto sequenziale, possiamo ottenere già un risultato soddisfacente. ​

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La seduzione discreta della musica sequenziale

26/9/2013

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Ricollegandomi in parte al precedente post dedicato al grande Satie, aggiungo qualche considerazione e approfondimento sul potente fascino dei cicli ripetitivi (in musica).
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I cicli sequenziali di eventi possono invertire quello che sembra incontrovertibile, cioè l'assoluta direzione temporale asimmetrica propria di tutte l'esperienze umane: se A è prima di B per il ciclo succedente B è prima di A (ABABA … ecc.). In questi casi dunque l‘attesa del futuro è memoria del passato e la nostra attenzione del presente è sempre attiva per catturarli. La memoria ci permette di ordinare gli eventi temporali già avvenuti (passato) per (nel presente) poterli preconizzare (futuro) nella loro eventualità ciclica.

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L’Enigma del Tempo

30/1/2013

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Il RITMO (e il tempo) si dà come per acquisito naturalmente anche perché nelle passate età era l’elemento dominante: esso governava la musica giacché la melodia e l’armonia (e la timbrica sonica) erano in una fase embrionale. 
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Il ritmo è comunemente avvertito come un elemento musicale inferiore e oltrepassato in maniera decisiva sin dalla “civilizzata” epoca rinascimentale.
Sarà magari anche per questo e quindi per conseguente presunzione e superficialità che a tutt’oggi c’è una scarsa consapevolezza e conoscenza (anche tra gli specialisti).

Lo scorrere del tempo (scansione, pulsazione, battiti) in musica è dato dai valori assoluti delle durate assegnati agli eventi che si susseguono periodicamente. L’organizzazione degli eventi in unità di durata (con multipli e sottomultipli) con accentuazioni che ne caratterizzano ulteriormente l’andamento, spesso raggruppati pure in schemi regolari, crea il ritmo: dopo la numerazione e la misurazione appunto delle sue ricorrenze qualitative, esso ci fornirà i metri convenzionali del brano (3/4, 12/8 ecc.) e quindi sarà funzionalmente contenuto in formali misure quantitative (battute).


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Riflessione batteriologica

1/12/2012

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La batteria, la chitarra elettrica e le tastiere elettroniche sono gli strumenti che più hanno contribuito all’innovazione musicale del ‘900.
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I critici: sacerdoti dell'arte

10/11/2012

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Le persone che contribuiscono alla nostra CULTURA, dovrebbero avere vocazioni e perizie superiori; ma si riscontra che superiori (di solito), sono solo le loro capacità di premuroso affaccendamento per mantenere quel loro impiego. Infatti, sono spesso dei dilettanti presuntuosamente sapienti, bravi solo a fare “fumo”, pure di non difficile emulazione: basta navigare tra i vari siti Internet, forum, blog ecc., per scoprire quanti sono quelli che riescono a imitare le loro nebbiose prodezze letterarie.
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I cosiddetti critici o esperti d’arte sono persone che devono esaminare e giudicare lavori di altri. Lavori che spesso sono frutti di mesi di assiduo impegno pratico dopo anni d’indispensabili studi: le recensioni di tali opere talvolta mi fanno sorridere e talvolta mi fanno arrabbiare.
Questi critici non hanno gli strumenti concettuali, tecnici e metodologici adatti per conseguire una visione chiara dei meccanismi della musica e renderne poi conto: sarebbe necessario un riassetto dell’intero campo degli studi musicologici. Gli esperti in certe circostanze fanno dello sterile nozionismo storico e dell'aneddotica (magari cronologica); arrivano calligraficamente a relazionare di minuzie eventualità di questo o quel passaggio musicale. Quasi sempre si abbandonano a mistiche descrizioni ornamentali, inzuppate di prose enfatiche, ampollose e ridondanti, presuntuosamente imitative delle opere. Questi presunti esperti presumono continuamente.


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Vinile vs CD e la mercificazione delle opere

31/10/2012

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Le opere in sé non sono merce. Lo possono diventare se c’è una produzione in serie dei contenuti attraverso copie dell’opera (oggetto).
Il CINEMA è l'unica disciplina artistica che per realizzare l’esemplare originale di un film e quindi per essere concretata, ha bisogno di notevoli risorse economiche (produttori economici ed esecutivi). Di conseguenza, realizzare un'opera cinematografica significa sempre sottoporsi a qualche pratica implicazione commerciale ed economica.
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L'altro ieri, ieri, oggi e domani

7/10/2012

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Mi è sempre piaciuta la musica.
Già da ragazzino, prima di imparare a suonare la chitarra, apprezzavo la musica in quanto sintesi di molti pensieri, e naturalmente mi chiedevo come potessero fare quei compositori a realizzare quelle cose.  Poco più avanti, avrò avuto 15 o 16 anni, ho "concluso" che Chick Corea, John McLaughlin, Joe Zawinul ecc., dovessero essere persone molto intelligenti, per riuscire d'immaginare e concretare quello che ascoltavo nelle loro bellissime composizioni. Non avevo le conoscenze idonee per determinare ciò, però era questa la conclusione a cui ero giunto, anche solo confrontando i loro brani con le pur belle canzoni che imperavano all’epoca.
ImmagineJoe Zawinul
Ma non sono di certo sfuggito al fascino indiscreto degli eroi solisti (coloro che eseguono degli assoli improvvisando delle linee melodiche), che si ergevano come dei capitani coraggiosi in piena battaglia brandendo i loro strumenti come a voler dirigere il proprio esercito in un’impresa eroica in cui loro erano i principali artefici. Ho subìto quel fascino per molti e molti anni; e partendo dai chitarristi rock, che sembravano anche visualmente dei grintosi personaggi vicini agli eroi di cappa e spada delle avventure scritte nei romanzi per ragazzi, sono approdato a musicisti più inclini al jazz, che seppur meno fascinosi avevano dalla loro parte un “linguaggio” diverso comunque più “ricco”.  Mi sono appassionato davvero, ho speso tanto in termini di energie, tempi e… denari.
Ho studiato e indagato, cercando di scoprire cose vecchie e nuove, con l'unico scopo di comprendere anche confrontandomi con i tanti miei compagni di avventure musicali (amici, componenti dei gruppi in cui ho suonato, allievi) che nel corso del tempo si sono avvicendati; e ai quali dico grazie.
Grazie a tutti loro perché mi hanno fatto conoscere cose nuove o considerare quelle che già conoscevo da nuove prospettive. Grazie perché mi hanno consentito di ottenere, dai nostri confronti talvolta anche accesi e focosi, profili e profondità che mi hanno aiutato di crescere ed esercitare ancor meglio la mia professione a tutto tondo.


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Il cuore matematico della musica

28/9/2012

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Ad agosto sul blog del prof. Odifreddi (noto matematico e divulgatore scientifico) ospite su Repubblica, si è aperta una discussione sul fatto che “nell’arte e nella musica ci sono, e ci sono sempre state, correnti razionaliste che parlano lo stesso linguaggio della matematica. E capire e apprezzare i loro prodotti richiede lo stesso grado di istruzione, e lo stesso livello di addestramento, che servono per capire e apprezzare i teoremi e le dimostrazioni. E’ ovvio che certa arte e certa musica, allo stesso modo della matematica, richiedono uno sforzo superiore di quello sufficiente per guardare una pubblicità, orecchiare una canzonetta o leggere un romanzetto. Anche scalare l’Himalaya o le Alpi è più impervio che andare a passeggio, ma solo così si possono conquistare le vette, delle montagne o della cultura.”
Naturalmente ci sono stati numerosissimi interventi di diverso segno, ancorché di diversa profondità analitica. Molti sono d’accordo con il professore, altri no; poi la discussione prende una deriva sull'arte, su cosa è e non è l’arte, quindi sulle definizioni…

Può essere utile ricordare che la musica è intimamente il prodotto di “calcoli matematici”, ossia prima ancora di esser composta ed eseguita, l’essenza musicale (suoni, note e ritmi), è matematica.
Come è assolutamente frutto matematico il sistema musicale temperato dodecafonico introdotto e usato in occidente alla fine del ‘600.

Consapevoli o meno, quando ascoltiamo musica il nostro cervello effettua dei calcoli...

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Piergiorgio Odifreddi

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Morricone... che confusione!

6/9/2012

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Forse non c'è niente di più occulto ma allo stesso tempo manifesto, palese e diffuso della musica.
La musica è misteriosa, in parte intrinsecamente, e in parte perché male insegnata dagli addetti ai lavori (forse perché male studiata da loro e quindi male compresa). Ancor peggio è spiegata dai mass media che tendono sin troppo a semplificare quelle parziali e talvolta errate nozioni e conclusioni a loro trasmesse. Comprendere profondamente la musica è impegnativo ma non impossibile, a patto di non incorrere in errori teorici e metodologici.
Bisogna pertanto fare due fondamentali premesse per ottenere appunto alcune “pietre angolari” che facciano comprendere quanto la musica sia esoterica e complessa, giacché la percezione, derivata dal vivere esperienze musicali superficiali, purtroppo ci illude del contrario. 

​La prima è di ordine MATEMATICO: prendendo in esame la musica occidentale, le 12 note che formano il nostro sistema musicale hanno quasi diecimila miliardi di possibili disposizioni (per l’esattezza 9.726.655.034.460), considerando una sola ottava e con un numero massimo di ripetizioni pari a 12. Dunque senza contare sovrapposizioni di note (armonie e contrappunti), durate (ritmi) e timbri, che nella musica reale sono giustamente sfruttati. Va detto che in certe musiche di massa le ripetizioni di micro cellule (di note e di ritmi puri), e l’impiego estensivo di timbri (variegati, riempitivi, comunque affascinanti di per sé), sono usate in modo esasperato proprio per ottenere, anche con poche idee, molta suggestione e quindi “successo”. 
La seconda è che la musica NON ESISTE IN NATURA! Noi siamo attorniati da colori, forme, oggetti e prospettive, ma non esistono suoni che siano rapportabili ai suoni musicali. Tutti i suoni che udiamo sono RUMORI, ossia suoni che non hanno somiglianze con le note musicali; suoni che perciò non possono essere usati come “atomi” fondanti nemmeno astrattamente, quindi con il pensiero che suggerisce l’ente musicale stesso (a parte rari casi d’ispirazione soggettiva). 
Una parte del fascino esoterico della musica risiede in ciò. 

La musica già composta e addirittura registrata, finché non è prodotta o riprodotta da strumenti o apparati elettronici esiste solo mediante l'intelletto.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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