Carlo Pasceri
  • HOME
  • BLOG
  • BIOGRAFIA
  • DISCOGRAFIA
    • Curvatura 9
    • Cannibali Alchimie
    • No Gravity
    • Real Koob
    • Blue Challenge
  • PUBBLICAZIONI
    • Libri
    • Riviste musicali
    • Jazzitalia
  • DIDATTICA
    • Corso "Tecnica Audio"
    • Seminario "Percorsi Melodici"
  • STRUMENTAZIONE
  • MEDIA
    • Audio
    • Video
    • Foto
  • CONTATTI
Libro Eroi Elettrici

Album da riscoprire: la "trilogia elettrica" di Wayne Shorter

12/7/2019

2 Comments

 
La “trilogia elettrica” di Wayne Shorter risalente agli anni Ottanta è stata, ed è ancora, considerata poco e male. Poco e male sia in senso quantitativo (poco analizzata, quasi ignorata) sia qualitativo (stigmatizzata come sorta di abbaglio o inciampo).
Foto
Wayne Shorter è un compositore-sassofonista (tenore e soprano) tra i più stimati e influenti in assoluto, membro del gruppo di Art Blakey nei primi anni Sessanta, ha avviato una carriera solista per poi parallelamente entrare a metà di quel decennio nel gruppo di Miles Davis, e fondare nel 1971 con Joe Zawinul i Weather Report (che nel 1986 cessarono le pubblicazioni). 
L’arte di Shorter è tra le più alte espressioni della musica strumentale, oscillante tra il Jazz e le sue declinazioni più importanti come il Jazz-Rock e la Fusion.
Dunque nel 1985, in piena crisi dei WR, Wayne Shorter pubblicò Atlantis, cui fece seguire nel 1987 Phantom Navigator e Joy Rider nel 1988: ben tre dischi in quattro anni. Singolare prodigalità da parte di chi era dal 1975 che non pubblicava un proprio disco (Native Dancer) e che solo nel 1995 riprese le pubblicazioni (High Life).
Foto
In verità di elettrico Atlantis ha molto poco, fatto salvo il primo brano, Endangered Species, ove si trovano anche varie tastiere sovraincise (che svolgono pure la parte del basso), il resto del disco è invece molto acustico (sax-batteria-voci), di elettrico c’è solo il basso di Larry Klein. Si rileva che il basso è alquanto in evidenza giacché la scrittura di Shorter prevede un importante ruolo contrappuntistico di questo strumento.
La sua musica è davvero complicata, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti armonici e melodici (particolari strutture melodico-intervallari insieme con una fortissima propensione al cromatismo e alle modulazioni), abita in una terra di mezzo: né tonale né modale: un miscuglio quasi continuo tra questi campi d’azioni musicali. Va considerato pure che le trame melodiche spesso sono polifonicamente intrecciate, specie di moderne mini fughe contrappuntistiche.
Complicate sono anche le forme ordinatrici, ossia quante diverse sezioni costituiscono i brani (e quanto lunghe) e come sono collegate. Sotto il profilo squisitamente ritmico-metrico le parti non sono semplici, tuttavia non particolarmente difficili. Le sue composizioni sono molto predeterminate, scritte su carta; seppur prevedano settori d’improvvisazioni, l’assetto è quello di una musica estremamente cerebrale.
E con Phantom Navigator, ove sposa in pieno la “causa” tecnologica (che in quegli anni era al culmine), divenendo più che elettrico parecchio elettronico giacché usa anche sequencer e drum machine (oltre che particolari effetti d’ambienza), l’esito è peculiare: si potrebbe dire algido, pertanto per moltissimi poco accattivante, se non respingente.
Peraltro un impiego massiccio di elettronica fa in modo che l’immediata percezione, appena dopo quei tempi, sia quella di musica datata, inattuale, giacché sono databili i timbri usati: comunemente al variare degli anni sono variati alcuni suoni adoperati e quindi facilmente riconducibili a precise fasi storiche.
Molto più comodo e rimunerativo usare timbri divenuti classici o essere semplicemente acustici: nobilita subito, o perlomeno non si rischiano strali. Infatti, la stragrande maggioranza ha poi fatto così; lui compreso.
Joy Rider continua su questo impervio e modernista elettro-sentiero, lo strumento acustico principale rimane il suo, seppur qualche intervento di piano e batteria meno effettata fanno più capolino…
I brani rimangono ancora difficili, pure sotto il profilo di “ricezione emotiva”, nel senso che Shorter, come già affermato, è così innovativo che si rimane un po’ sconcertati da quel che pure in modo grossolano e manieristico potremmo intendere come comuni “sentimenti e sensazioni” da trarre: gioia, arrabbiatura, serenità, inquietudine ecc. E' difficile percepire un’univoca sensazione di un brano, rinviarlo a uno di questi stati emotivi, sono trascesi... sembra ci siano un po’ tutti, susseguendosi, finanche a volte sovrapponendosi. Insomma, complessivamente prevalgono effetti più neutri e sospensivi; si rimane come fluttuanti a mezz’aria.
Basterebbe l’ultimo pezzo, Someplace Called Where, nel quale eccezionalmente c’è una parte cantata (Dianne Reeves): considerata la moderata velocità e la tavolozza timbrico-strumentistica usata poteva essere semplicemente un pezzo quieto, così non è...​​
I dischi, se ancora non è chiaro, sono superbi, ancorché un po’ “freddi”. Per farsi un’idea di questa densissima trilogia, per inerzia, cito solo i brani di apertura e chiusura: Endangered Species e On the Eve of Departure (Atlantis), Condition Red e Flagships (Phantom Navigator), Joy Rider e Someplace Called Where (Joy Rider).
​
Posologia: se assunti con cautela, dovrebbero far molto bene, soprattutto in questi tempi atmosferici: rinfrescano mente e corpo. Buon ascolto.
2 Comments
Vincenzo link
15/8/2020 20:07:18

Assolutamente dei capolavori, dove tutte le voci si incastrano perfettamente e la voce del soprano svetta su tutto!!!

Reply
Giovanni
1/1/2023 20:26:57

Ascolto la musica del maestro Shorter dal 1995, per Per quanto sia musicista complesso sofisticato, si può dire anche celebrale, della sua musica comunque sono sempre stato toccato dalla sua vena melodica, e nel tentativo ultimo di dare un messaggio all’ascoltatore, un messaggio che a mio parere si sposta oltre la sfera nettamente musicale,, ma entra nell’ambito della filosofia, della religione, della scienza, e in particolare del senso della vita degli essere umani, a mio avviso il maestro, è un filosofo musicista oltre che compositore, avendo studiato e ascoltato praticamente tutta la sua discografia, e conoscendo la sua biografia, le vicende umane chi ha vissuto, l’hanno reso un essere umano, molto particolare, Miles Davis lo riteneva il catalizzatore delle idee musicali, credo, come artista verrà valutato nei prossimi 20 30 40 cinquant’anni, la sua opera è talmente vasta e complessa, che non lo si può comprendere tuttora, come lo stesso John Coltrane, lo si apprezza allontanandosi dagli anni 60, ed osservando la sua opera diventa chiaro l’intento, lo stesso maestro shorter, richiederà ancora molto tempo per essere compreso non aggiungo altro e ringrazio lo scrittore per questo spunto.

Reply

Your comment will be posted after it is approved.


Leave a Reply.

    Immagine
    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


    Foto
    TEORIA MUSICALE
    Foto

    Archivio

    Marzo 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Agosto 2022
    Dicembre 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Settembre 2013
    Luglio 2013
    Maggio 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Dicembre 2012
    Novembre 2012
    Ottobre 2012
    Settembre 2012

    Feed RSS

    Categorie

    Tutti
    Analisi Musicale
    Basso
    Batteria
    Blues
    Cantanti
    Cantautori
    Cd
    Chitarra
    Classica
    Critica
    Dischi Da Leggere
    Funk
    Fusion
    Hard Rock
    Heavy Metal
    HiFi
    Jazz
    Jazz Rock
    Jazz-rock
    Krautrock
    Libro
    New Age
    Pianoforte
    Pop
    Progressive
    Recensione
    Rhythm And Blues
    Rock
    Soul
    Storia Musicale
    Tecnica
    Tecnologia Musicale
    Tecnologie
    Teoria Musicale
    Vinile

   Home   Blog   Biografia   Discografia    Tecnologia Musicale   Didattica   Pubblicazioni    Strumentazione   Media   Contatti    Bookmark and Share

© Carlo Pasceri - E' vietata qualsiasi riproduzione anche parziale - Risoluzione minima 1024x768

designed by ALi

Powered by Create your own unique website with customizable templates.