Capolavoro! Oggigiorno si fa troppo presto a dirlo; spesso impropriamente e a tutti i livelli, a cominciare da quello lessicale. Un perfetto abuso: proferire questa parola in modo così frequente, che è diventato un modo di dire, è quasi sempre una totale contraddizione, svilendone così il suo importante significato*. Revolver (1966) e The Piper at the Gates of Dawn (1967) sono due dei capolavori realizzati da Beatles e Pink Floyd nel corso della loro attività. Dunque anche capolavori assoluti nel loro ambito. E nel sostenerlo, di là dell’inflazionato termine, sappiamo di essere ben poco eccentrici. È cosa conclamata.
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Da parecchi anni moltissimi ascoltatori hanno riscoperto il grande Rock degli anni migliori (‘60/70), pure quello meno grande; e quello piccino piccino, che comunque era presente in quel periodo. Tutti a incensare in modo più o meno indiscriminato dischi, gruppi e artisti di quell’importantissima area della musica del ‘900, però della musica Fusion (genere da non confondere con il Jazz-Rock, che fortunatamente ha ricevuto un po’ più di attenzione) si sono dimenticati un po’ tutti, anche i discografici: se del Rock ci sono da anni periodiche ripubblicazioni, spesso esasperate, confuse, stressanti, ridondanti e peggio che inutili, la stragrande maggioranza delle opere fusion non sono state ristampate nemmeno una volta. Si sa, è lo strano gioco mercantile della domanda/offerta, e tant’è… Ne consegue che i dischi fusion non si trovano o costano moltissimo; e una fetta importantissima di musica è spinta verso l'oblio. E mal gliene incolga!
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Ottobre 2024
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