Basta una nota per attirare la nostra attenzione; per emozionarci, stregarci…
La musica crea un‘atmosfera che altera in modo profondo la nostra percezione dell‘ambiente circostante; appena quei suoni smettono di far vibrare l‘aria, la magia cessa.
La magia di un’invisibile energia che viaggia nell’aria e colpisce il nostro udito incantandoci.
Basta una nota per attirare la nostra attenzione; per emozionarci, stregarci… La musica crea un‘atmosfera che altera in modo profondo la nostra percezione dell‘ambiente circostante; appena quei suoni smettono di far vibrare l‘aria, la magia cessa.
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Who, Genesis, Bach, Gentle Giant, Pink Floyd e Monteverdi sono alcuni tra i nomi più importanti legati da una linea rossa, nemmeno troppo sottile… Nel corso della storia della musica occidentale sono state combattute molte guerre e battaglie sanguinarie. A oggi la guerra più decisiva è quella scoppiata in Italia nel ‘600 che vide coinvolti i fautori della restaurazione del primato del testo e della semplicità melodica, del “recitar cantando”, sulla musica più complessa e raffinata che poco evidenziava le parole e che era da molti considerata un’algida esibizione intellettuale.
Lo strumento musicale più diffuso in Occidente è la chitarra e lo è per vari motivi: tra i più importanti è che essa permette di produrre armonie, accordi, cioè due o più note contemporaneamente. Quella armonica è la dimensione musicale più complessa sia a livello percettivo sia cognitivo ovvero il suo concepimento e realizzazione; d’altronde basta eseguire qualche accordo uno dietro l’altro imparato alla buona su uno strumento da poche decine di euro e fischiettare un motivetto per fare già musica alquanto articolata. Noi occidentali diamo per scontato questo aspetto, ma nel resto del mondo così non è; la musica armonica è una nostra prerogativa, le altre civiltà, che siano orientali o africane, hanno generato musiche prettamente melodiche e ritmiche.
Le levigate melodie iper diatoniche della musica del periodo barocco o classico (‘600/’700) hanno fatto ai più intendere che l’angolarità e il cromatismo, le “dissonanze” e le complessità extra tonali siano prerogative dei secoli successivi, quelli regnati da titani come Wagner, Charlie Parker, Debussy, Davis, Schönberg, Monk, Stravinsky, Coltrane, Mahavishnu Orchestra, Mingus, Bartok, King Crimson...
Non è andata in questo modo. Oggi viviamo un tempo di forti contaminazioni culturali, pertanto molte radici dei vari popoli si sono mischiate, innestate e sviluppate in folti rami. Tuttavia non solo fino a pochissimi decenni fa non era così, ma di certo non si può ancora affermare che le diversità e differenze culturali e artistiche si siano azzerate, omogenizzate in un super polpettone post moderno. In musica non è una mera questione di stile e superfici, ma al contrario qualcosa che va parecchio in profondità e indietro nel tempo.
Il Jazz-Rock è il genere che ha avuto meno fortuna, il suo periodo dorato è persistito davvero poco, meno ad esempio del contemporaneo Progressive che, successivamente, fu più celebrato e “resuscitato”. Nato a cavallo tra i Sessanta e i Settanta si è imposto sullo scenario internazionale sul finire del 1971 con il primo disco della Mahavishnu Orchestra The Inner Mounting Flame. Fece furore, influenzando molti grandi artisti anche di altri generi, ma già dopo soli cinque anni per vari motivi il Jazz-Rock è entrato in crisi e in sostanza sul finire dei Settanta era morente.
In qualche modo il posto di questa musica strumentale e alta lo prese il genere Fusion, che durò un po’ di più, a fronte di semplificazioni di molti fattori, per l’attiguità al cantabile Pop e al ballabile Funk. Ammettiamolo, l’assolo di chitarra è roba da vecchi. Un tempo tutte le canzoni ne avevano uno, ma oggi sono in via d’estinzione. Perché la chitarra solista è sparita dal mainstream? Così recentemente un articolista sulla rivista Rolling Stone; e ammonticchiando parecchio confusamente ed erroneamente alcune questioni e argomenti, non si è nemmeno risposto…* Però è vero, gli assoli di chitarra elettrica in special modo con timbro distorto un tempo erano più presenti nelle produzioni musicali; tuttavia la tendenza è iniziata moltissimo tempo fa**, non è cosa recente.
Verrebbe subito da chiosare considerando che storicamente nelle produzioni più disimpegnate, come quelle delle boy band, l’assolo è praticamente assente, pertanto far conseguire che più che indice di modernità la rarità di assoli è sintomo d’immaturità; e viceversa, altro che "roba da vecchi"… Ma approfondiamo un minimo. Quel che lega il Prete Rosso (Antonio Vivaldi), il Barbaro Matematico (J. S. Bach), la Popstar (W. A. Mozart), la Rockstar (L. Beethoven) e il Vate (R. Wagner) è un preciso modello musicale cui aderirono. L’epoca di svolta della musica occidentale (europea) fu quando nel Seicento, scalzando la magnifica polifonia medievale-rinascimentale, cominciarono a imporsi concetti teorici armonici-melodici e procedure formali che riguardavano un particolare sistema musicale (chiamato poi tonale) e suoi fattuali ordinamenti strutturali che stabilivano soggetti, ambientazioni e ripartizioni del quadro musicale (introduzioni, code, AABA ecc.), incorniciandolo.
In arte, e non solo, tra gli aspetti più affascinanti di tutti vi è quello della bellezza, inteso come armonia intrinseca di un qualcosa. Si sa, è un’antica questione che dalle nostre parti di mondo risale a Pitagora. La forma di un qualcosa è data dalla sovrana azione numerica, perciò, che sia poi sperimentata in modo più o meno cosciente, questo fornirà il gradiente di “soddisfazione” del fruitore che giungerà a delle conclusioni: se non “è bello, mi piace…”, perlomeno, “l’ho capito…”. E le due cose spesso sono legate biunivocamente, coincidono.
Lo statunitense Blues e lo spagnolo Flamenco sono parenti più di quanto si creda. D’altra parte circa un secolo fa Jelly Roll Morton, uno dei padri del Jazz, parlava della musica di colore spagnolo (Spanish Tinge)… La Spagna, terra abitata anche da gitani erranti, mercanti ebrei e schiavi provenienti dall'Africa, si è alimentata degli influssi culturali di ritorno dall’America anch'essa meticcia. E il Flamenco è un'espressione musicale prodotta in Andalusia nella prima metà dell'Ottocento ed è la sintesi tra l'Andalusia cristiana e quella musulmana.
Chi pensa che la scala Maggiore (Ionica) sia la base della musica occidental-europea si sbaglia. “Solo” dal periodo Barocco e ancor più da quello Classico, quindi dal ‘700 in poi, è così. La musica medievale gregoriana si basava su modi scalari che comprendevano anche la scala Ionica, ma questo era un modo alquanto poco usato, del tutto subornato ad altri, residuale.
Le sinfonie (e in parte le suite), a differenza dei più importanti altri generi, forme e stili della musica Classica e non, sono lo spazio musicale più democratico. Infatti (fatta salva la medievale polifonia) il concerto, l’opera, la sonata, il lied o una qualsiasi moderna canzone, improvvisazione jazz/blues ecc., pone una condizione aristocratica o al massimo oligarchica, con “qualcuno” che diffusamente ha una posizione predominante. Per avvicinarsi alla musica sinfonica può esser utile iniziare con l’ultimo dei grandi sinfonisti della musica Classica: Dimitri Shostakovich.
Si sa, i luoghi comuni sono duri a morire, alcuni più di altri… per esempio che il Jazz e il Blues siano generi musicali “africani”, ossia che abbiano chissà quali elementi musicali di quel meraviglioso continente, che dal Blues discenda direttamente il Jazz (e un po’ tutta la musica del Novecento a eccezione di quella Classica), e che esistano le blue notes…
Il Blues è tra le meraviglie musicali del Novecento. Infatti, all’alba dello scorso secolo in Occidente, una delle novità musicali più importanti è stata proprio l’apparizione del linguaggio jazz-blues di matrice afroamericana, che si è affiancato e sovrapposto a quello classico-europeo.
Darmstadt, Germania, 1946, alcune persone stanno posando la pietra tombale sull’avvenuta tumulazione del secolare Sistema Tonale. In seguito, avrebbero ucciso e seppellito la giovanissima Dodecafonia… Le conseguenze dei loro "delitti" sono giunti fino a noi, nell’era Rock. Quella del Gruppo di Darmstadt fu una fucina musicale che segnò, nel bene e nel male, molto di ciò che avvenne poco dopo nel mondo della musica: dall’agonia della musica convenzionale prese vita un movimento di giovani compositori (Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur, Luciano Berio, Bruno Maderna e Luigi Nono) che, coagulatosi intorno ai corsi della “nuova musica”, cercarono moderne vie partendo dalle esperienze di Messiaen e Webern, dalla serializzazione integrale, proseguirono (ognuno per sé) con rigorose e complesse procedure per tentare di pervenire a una nuova strutturazione dello spazio e del tempo musicale, eliminando residui di discorsività propri della musica precedente. Parallelamente ci furono le esperienze della musica concreta (Parigi) ed elettronica (Colonia).
Premessa. Nei primi anni del '900 ebbe a svilupparsi la musica afroamericana sulla scorta del ragtime di fine Ottocento, pertanto il Blues e il Jazz; negli anni ’50 le musiche elettriche del R&R ecc.: qui non sono prese in considerazione. Dunque, se è vero come è vero che l’estetica del Romanticismo la ritroviamo diffusa per tutto il Novecento e oltre, è altrettanto vero che il suo approccio progressista fa sì che mini dall’interno il linguaggio musicale che per oltre due secoli (Seicento e Settecento) aveva dominato la scena occidentale.
Andare oltre in ogni caso… Questa la missione del Romanticismo. Fu una reazione al dilagante dilettantismo imbellettato (che comunque si era infiltrato nella cultura e destinato a rimanervi seppur in forme differenti), ai superficiali e luccicanti ornamenti cipriati del classicismo settecentesco (prestabilito dal Barocco), che con la fine della monarchia francese (1789), aveva perso fulgore, charme…
Cammina sulla strada sbagliata chi pensa che il Settecento, l’età dell’Illuminismo, per la musica fu un periodo splendido, di raziocinio, di progresso. Il ‘700 musicale fu la breve era nella quale si ebbe l’avvicendamento stilistico tra il tardo Barocco con quello Classico: la consacrazione estetica, e in larga misura pratica, del principio che la musica fosse un’arte peggio che secondaria, e che si dovesse sottomettere al testo. Pertanto marginalizzare la musica strumentale e favorire quella cantata, l’Opera.
Continuando in modo arbitrario e minimale l’esplorazione delle nostre radici musicali, tutti sanno che la musica occidentale si è sviluppata dalla musica sacra, segnatamente dal cosiddetto canto gregoriano dell’Alto Medioevo. Forse meno ci si rende conto che questa matrice è molto orientaleggiante, e le ragioni sono politiche: l’assetto dell’impero era inclinato a Oriente (330 d.c. capitale Costantinopoli).
Bob Dylan “figlio” di Lorenzo de’ Medici. Cosa?! Un paio di minuti di lettura, please… Italia, Firenze, in piena epoca rinascimentale un gruppo di potenti persone, musicisti dilettanti, sta tramando a danno della rigogliosa polifonia madrigalesca che da secoli dominava le scene per una restaurazione della perduta e arcadica semplicità musicale. Sarà l’inizio del melodramma musicale; in tutti i sensi…
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Dicembre 2021
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