I Can See Your House from Here è il nome* del disco pubblicato nel lontano 1994 (registrato dicembre 1993) dai chitarristi-compositori John Scofield e Pat Metheny. È particolarmente interessante per vari motivi.
Questo è dato soprattutto dal fatto che Metheny usa poco la chitarra elettrica "semiacustica" col suo solito suono, assolutamente senza saturazione, ma adotta un timbro aggressivo.
Il suo abituale suono lo usa nei brani più morbidi, in No Matter What, ove però a sua volta Scofield rinuncia al suo timbro più saturo e si cala nei panni di più garbato balladeur (seppur, in effetti, non più di tanto), in Say The Brother's Name (qui Scofield suona la chitarra acustica), e in Quiet Rising.
Nel rapido 3/4 di S.C.O. sono mantenuti i rispettivi timbri cui si è più abituati (come in Quiet Rising); e in parte nel conclusivo blues You Speak My Language (il timbro di Pat è lievemente saturo).
Dunque la grande novità è che Metheny usa un suono distorto, e non è un dettaglio meramente “coloristico”, di timbro e quindi di semplice resa sonica. È un fattore che fa suonare un po’ diversamente, sia come progettazione di frasi e architetture degli interi soli, sia tecnicamente, ovvero la loro esecuzione.
I Can See Your House From Here, The Red One (qui Metheny col guitar-sinth), Everybody's Party, Message To My Friend (John chitarra acustica-Pat classica) e No Way Jose** sono i brani più significativi.
Nel suo complesso e in assoluto non è un’opera eccezionale (d’altronde Scofield e Metheny non stavano nelle loro fasi più fulgide delle rispettive carriere artistiche), se non per la peculiare e sapiente fusione in alcuni brani, e non solo tra i due chitarristi, ma tra tutti, andando a realizzare un brillante, moderno e variegato jazz con l’apporto di una ritmica che a sua volta si amalgama in modo non stereotipato. Una coppia azzeccatissima: Bill Stewart, bravissimo ma alquanto convenzionale batterista jazz, con Steve Swallow, che non solo nelle sue linee bassistiche quindi nei contenuti, ma pure in virtù di un suono affatto non tipico, essendo elettrico*** e suonato col plettro in posizioni particolari: lui plettrando lontano dal ponte**** ottiene un timbro con meno addizioni di armoniche, più puro.
Insomma, questo disco non è semplicemente l’incontro-evento tra due giganti, che non di rado risultano un po’ sterili e autocelebrativi che pochissimo aggiungono, questa, merito in particolare di Metheny che ha accettato la sfida di Scofield di misurarsi nel suo campo (peraltro John avvezzo a incontri con altri chitarristi) e con “armi” cui non era abituato (benché parzialmente), è un’occasione imperdibile di confronto tra due figure così importanti per la musica contemporanea.
* Stesso titolo per un disco dell’ottimo gruppo inglese Camel pubblicato nel 1979.
** Qui addirittura Metheny duetta con se stesso: timbro pulito/timbro distorto.
*** Da notare che in Message To My Friend, Swallow suona il basso acustico, ma non il contrabbasso: brano "full acoustic".
**** Dove si ancorano le corde sul corpo dello strumento, nella parte opposta della paletta ove si accorda.
Pat Metheny e John Scofield sono due dei protagonisti del libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra