Il CINEMA è l'unica disciplina artistica che per realizzare l’esemplare originale di un film e quindi per essere concretata, ha bisogno di notevoli risorse economiche (produttori economici ed esecutivi). Di conseguenza, realizzare un'opera cinematografica significa sempre sottoporsi a qualche pratica implicazione commerciale ed economica.
Le opere in sé non sono merce. Lo possono diventare se c’è una produzione in serie dei contenuti attraverso copie dell’opera (oggetto).
Il CINEMA è l'unica disciplina artistica che per realizzare l’esemplare originale di un film e quindi per essere concretata, ha bisogno di notevoli risorse economiche (produttori economici ed esecutivi). Di conseguenza, realizzare un'opera cinematografica significa sempre sottoporsi a qualche pratica implicazione commerciale ed economica.
4 Commenti
Appena c'è da riempire gli stadi di gente (e/o vendere dischi), la macchina propagandistica si mette in moto. E qualcuno pensa bene di raccontare e vendere ancora la favoletta dei buoni e utili dinosauri rock da incoraggiare e preservare. L'apologia dei Rolling Stones che ho letto su Il Corriere della Sera del 19 ottobre 2012, sembra proprio essere una velina utile, insieme con altre, per suggellare la loro leggenda inattaccabile e fare (gran)cassa. Il critico di turno cerca di giustificare l'eterna attività compulsiva di questi ministri di rituali, con improbabili tesi e poetiche mitologiche, arrivando a chiedersi retoricamente di cosa è fatto il Rock. "Il numero degli accordi, delle melodie, delle soluzioni ritmiche è incredibilmente limitato. Ma gli Stones hanno sempre interpretato questo materiale povero come un alfabeto di pulsioni, un secchio da calare nel pozzo oscuro e profondo della natura umana. E dunque, in mano loro, un linguaggio innumerevoli volte dato per morto può suonare nuovo come se fosse stato appena inventato, in un colpo di genio e disperazione. E gli Stones, come tutti i grandi artisti, continuano a inventare ciò che hanno già inventato, a scoprire ciò che hanno sempre scoperto. Perché mai dovrebbero andarsene in pensione?" Suggestivo, quasi convincente! Ma andiamo con ordine.
La musica moderna è in crisi: ovunque e comunque si celebrano tributi a questo o a quel gruppo o "solista" (più o meno) famoso, a fronte della sua passata operosità di ben 40 o 50 anni anziana. Da ciò è nata un'attività molto proficua.
Mi è sempre piaciuta la musica. Già da ragazzino, prima di imparare a suonare la chitarra, apprezzavo la musica in quanto sintesi di molti pensieri, e naturalmente mi chiedevo come potessero fare quei compositori a realizzare quelle cose. Poco più avanti, avrò avuto 15 o 16 anni, ho "concluso" che Chick Corea, John McLaughlin, Joe Zawinul ecc., dovessero essere persone molto intelligenti, per riuscire d'immaginare e concretare quello che ascoltavo nelle loro bellissime composizioni. Non avevo le conoscenze idonee per determinare ciò, però era questa la conclusione a cui ero giunto, anche solo confrontando i loro brani con le pur belle canzoni che imperavano all’epoca. Ma non sono di certo sfuggito al fascino indiscreto degli eroi solisti (coloro che eseguono degli assoli improvvisando delle linee melodiche), che si ergevano come dei capitani coraggiosi in piena battaglia brandendo i loro strumenti come a voler dirigere il proprio esercito in un’impresa eroica in cui loro erano i principali artefici. Ho subìto quel fascino per molti e molti anni; e partendo dai chitarristi rock, che sembravano anche visualmente dei grintosi personaggi vicini agli eroi di cappa e spada delle avventure scritte nei romanzi per ragazzi, sono approdato a musicisti più inclini al jazz, che seppur meno fascinosi avevano dalla loro parte un “linguaggio” diverso comunque più “ricco”. Mi sono appassionato davvero, ho speso tanto in termini di energie, tempi e… denari. Ho studiato e indagato, cercando di scoprire cose vecchie e nuove, con l'unico scopo di comprendere anche confrontandomi con i tanti miei compagni di avventure musicali (amici, componenti dei gruppi in cui ho suonato, allievi) che nel corso del tempo si sono avvicendati; e ai quali dico grazie. Grazie a tutti loro perché mi hanno fatto conoscere cose nuove o considerare quelle che già conoscevo da nuove prospettive. Grazie perché mi hanno consentito di ottenere, dai nostri confronti talvolta anche accesi e focosi, profili e profondità che mi hanno aiutato di crescere ed esercitare ancor meglio la mia professione a tutto tondo. |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
Archivio
Ottobre 2024
Categorie
Tutti
|