Dopo il primo disco disco a nome di Daevid Allen's Gong “Magick Brother” e la colonna sonora “Continental Circus” (1971) pubblicarono l’ottimo “Camembert Electrique”, che traccerà la via per i successivi, con l’uso diffuso del sax che donò loro ulteriore particolarità. A parte la superficie freak e scherzosa, c’è solida e originale musica rock con screziature jazz.
Nel 1973 entrò in scena il giovane e bravo batterista Pierre Moerlen, che segnò di lì a poco le sorti del gruppo. E appena prima di Moerlen (non presente in Flying Teapot), entrò nel gruppo anche il grande chitarrista-compositore Steve Hillage, che arricchì ancor più la musica dei Gong; furono una coppia importante. La musica dei Gong si concettualizzò, e si spostò gradualmente verso pregevoli soluzioni strumentali e solistiche, sovente di taglio jazzistico, proseguendo con una vera e propria saga fantascientifica fino al 1974 con la famosa trilogia Radio Gnome Invisibile (“Flying Teapot”, “Angel’s Egg” e “You”), realizzando meravigliosi brani in stupefacente bilico tra scrittura e improvvisazione.
Dopo “You”, e senza Allen che aveva abbandonato, le redini del gruppo vennero prese da Moerlen, che pubblicò sempre con il nome Gong (in seguito il progetto prese il nome Pierre Moerlen’s Gong) ottimi dischi di originale Jazz-Rock seppur meno audaci e creativi dei precedenti: “Shamal” (’75) e “Gazeuse” (del ’76 e con Allan Holdsworth alla chitarra). Nel 1977 produssero un buon disco dal vivo (“Gong Live Etc”), contenente però registrazioni di periodi un po’ distanti tra loro.
In seguito, il tramonto. Moerlen realizza dischi minori seppur di buona diffusione, come “Expresso II” del 1978, con qualche ottimo guizzo e spunto fino al termine dell’esperienza negli ’80, e la sostanziale sparizione dalle scene musicali.
Pierre Moerlen fu un batterista di solidissima preparazione, anche accademica (e suonava anche i metallofoni come lo xilofono), la sua formazione fu completata dall’influenza jazzistica. Pertanto, in modo simile al grande Christian Vander dei Magma, ne ricavò un particolare stile; perfettamente a suo agio nelle parti obbligate, spesso complesse, delle composizioni, come nei flessibili e fantasiosi accompagnamenti delle parti più libere. Peculiari anche i suoi pezzi per sole percussioni, che qua e là ha pubblicato nei dischi.