Sarà magari anche per questo e quindi per conseguente presunzione e superficialità che a tutt’oggi c’è una scarsa consapevolezza e conoscenza (anche tra gli specialisti).
Lo scorrere del tempo (scansione, pulsazione, battiti) in musica è dato dai valori assoluti delle durate assegnati agli eventi che si susseguono periodicamente. L’organizzazione degli eventi in unità di durata (con multipli e sottomultipli) con accentuazioni che ne caratterizzano ulteriormente l’andamento, spesso raggruppati pure in schemi regolari, crea il ritmo: dopo la numerazione e la misurazione appunto delle sue ricorrenze qualitative, esso ci fornirà i metri convenzionali del brano (3/4, 12/8 ecc.) e quindi sarà funzionalmente contenuto in formali misure quantitative (battute).