Ricollegandomi in parte al precedente post dedicato al grande Satie, aggiungo qualche considerazione e approfondimento sul potente fascino dei cicli ripetitivi (in musica). I cicli sequenziali di eventi possono invertire quello che sembra incontrovertibile, cioè l'assoluta direzione temporale asimmetrica propria di tutte l'esperienze umane: se A è prima di B per il ciclo succedente B è prima di A (ABABA … ecc.). In questi casi dunque l‘attesa del futuro è memoria del passato e la nostra attenzione del presente è sempre attiva per catturarli. La memoria ci permette di ordinare gli eventi temporali già avvenuti (passato) per (nel presente) poterli preconizzare (futuro) nella loro eventualità ciclica.
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Il compositore francese Erik Satie (1866 – 1925) è stato l’autore che a oggi si è rivelato il più attuale di tutti. I suoi lavori sono soprattutto per pianoforte, ed è stato attivo tra la fine dell’800 e gli albori del ‘900, influenzando molti suoi colleghi coevi, compreso il grande Debussy, ma soprattutto quelli cosiddetti d’avanguardia della seconda metà del ‘900. Questa modernità è data non tanto dalla musica come espressione del materiale usato (scale, ecc., ossia il lessico), non estremamente innovativo ed eccentrico in sé, quanto dall’atteggiamento intenzionale e formale di Satie nel comporre opere che pur basandosi su scelte consuete del materiale musicale, hanno sia un’originalità insita nelle melodie sia una disposizione in peculiari successioni di frasi e periodi musicali che determinano una forma di assoluta creatività musicale.
Il Granduca americano delle tastiere, George Duke, è morto il 5 agosto 2013 a Los Angeles, ucciso dalla leucemia. Aveva 67 anni. È stato per anni prezioso collaboratore sia in studio sia dal vivo di Frank Zappa. Ha collaborato anche con Cannonball Adderley, Billy Cobham, Airto Moreira, Flora Purim e Stanley Clarke; non è mancato all'appuntamento con la storia del pop: fu il tastierista nell'album “Off the wall” di Michael Jackson, che nel 1979 lanciò Jacko nel firmamento delle superstar. Fu titolare egli stesso di numerose formazioni e dischi. Tutto ciò indica l’enorme duttilità di questo generoso e simpatico artista, sempre sorridente ma tremendamente efficace quando si trattava di suonare. Duke iniziò la sua carriera discografica nel 1966 e suonò fino alla fine dei suoi giorni. Creatore di uno stile musicale unico sia in termini di puro strumentista sia in termini di compositore, in cui si fondevano in modo felicissimo jazz, funk e brasil.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Ottobre 2024
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