Seminario musicale di Carlo Pasceri Percorsi Melodici Le strategie degli improvvisatori (e compositori) per conseguire delle curve melodiche su sequenze armoniche o riff
Oggi (ma anche ieri) musicisti e appassionati per "giudicare" si attengono eccessivamente al parametro di calligrafia, ossia del suonato che rincorre il perfezionismo formale ma che trascura contenuti e idee, che spesso è il pulito-pulito senza macchie od ombre ma anche senza espressioni e profondità.
Accade ciò perché c'è mancanza di consapevolezza e coraggio.
Negli assoli si dovrebbe rilevare il massimo dell’individualità, dunque della soggettività d’idee: vale a dire una particolare costruzione strategica “architettonica”, con correlate tattiche “espressive”. Invece c’è di sovente (a fronte di un difetto di una profonda conoscenza della tecnologia musicale), un comodo appiattimento generico verso cose formalmente ed esteriormente perfette, o che “funzionano”; o meglio, che hanno già funzionato nel passato per opera di altri (perciò funzionano). Ne consegue una diffusa latitanza di personalità quindi di originalità pure parziale: al più si aderisce a questa o a quella scuola di genere e stile con codificato già il “linguaggio strategico-tattico” che si è appreso magari frequentando scuole specializzate. Pertanto c’è (anche tra i cosiddetti addetti ai lavori) un tanto esteso quanto paradossale elogio e apprezzamento del derivativo convenzionale: “ascolta quanto è bravo Tizio”, pensando o addirittura esplicitando, quanto è simile a Caio.