Tuttavia ci offre un importante spunto di ponderazione: quanto la batteria ha influenzato la musica dell'ultimo secolo e perché.
Giovanni Allevi, ospite del Giffoni Film Festival lo scorso 22 luglio: “A Beethoven manca il ritmo. Quello lo possiede Jovanotti. Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo”. La implicita e volgarissima approssimazione compiuta da Allevi, ovvero Batteria=Ritmo, la dice appunto lunga sullo spessore del personaggio: una carta velina. La qualità delle sue esternazioni è pari alla qualità della sua musica: prendersela troppo con lui è come rubare le caramelle a un bambino.
Tuttavia ci offre un importante spunto di ponderazione: quanto la batteria ha influenzato la musica dell'ultimo secolo e perché.
3 Commenti
E' solo un caso che questo libro, Supreme Kind of Brew, sia stato pubblicato in questi giorni: oggi 17 luglio è il 46esimo anniversario della morte di John Coltrane. In questo libro ci sono le analisi e le sintesi di tre monumenti della storia della Musica e in particolare del Jazz; e sono pure tracciate alcune proiezioni prospettiche, sia quelle avvenute sia quelle possibili future. Nell'arco di circa 10 anni sono usciti questi tre dischi che hanno fatto epoca; dalla fine degli anni ’50, di Kind of Blue (pubblicato fine estate 1959), alla fine degli anni ’60 di Bitches Brew (pubblicato inizio estate 1970), passando attraverso A Love Supreme pubblicato nell'inverno del 1965. Miles Davis e John Coltrane sono i titolari di queste opere. Di questi tre dischi molti ne hanno scritto, ma pochissimi ne hanno scritto molto. E in effetti scrivere di questi tre dischi è stato facile e difficile nello stesso momento. Sul numero di Luglio del periodico Duemila, è uscita una mia intervista. La ripropongo sul blog eliminando la parte biografica introduttiva. L'articolo integrale è scaricabile a fondo pagina. Carlo Pasceri, compositore e musicista, una figura professionale nella realtà musicale. Dott. Pasceri, prima di compiere 14 anni aveva già scelto la musica come sua dottrina principale? Come dottore sono solo qualcuno che da molti anni tenta di curare certi tipi di sordità… Però no, seppur già a 12/13 anni ero attratto dalla musica, è una cosa che si è sviluppata dopo; benché abbastanza velocemente. Infatti, a 16/17 anni avevo in sostanza scelto che la musica era sicuramente il mio interesse principale, anche a dispetto di altre piacevoli attività già bene avviate (giocavo a calcio nelle giovanili della Lazio), oppure quelle doverose degli studi scolastici. All'epoca, per la mia passione e applicazione alla musica, scuola e calcio ne hanno risentito un po’ in termini di risultati… |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Ottobre 2024
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