"Manteca", insieme con "A Night in Tunisia" e "Cubana be-Cubana bop", è uno dei brani più importanti in assoluto per quanto riguarda la fusione tra il Jazz (bebop) e la musica afrocubana: sarà un modello per moltissimi musicisti, anche famosi. Dizzy Gillespie insieme con Chano Pozo (percussionista cubano) ha registrato "Manteca" nel 1947, ed è uno di quei brani perfettamente in bilico tra i due mondi: quello carnale e quello intellettuale, il primitivo rituale africano, dello stanziale sud del mondo, e quello moderno con le armonie e melodie europee che percorrono l’estremo nord occidente del globo, gli USA.
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Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Di chitarristi elettrici, davvero elettrici, che sfruttino in modo particolare e a fondo le potenzialità timbriche/articolative dello strumento, non ce ne sono molti. Ancora meno quelli che abbiano anche conseguito risultati artistici notevoli. Sono pochi quelli che hanno estratto dalla chitarra elettrica suoni e timbri inusitati, fuori norma, e che li hanno immessi in modo creativo nella musica che hanno composto o semplicemente suonato come esecutori; in ogni caso quei pochi, guarda caso, non sono soltanto grandi chitarristi, ma grandi musicisti tout court, ovvero compositori e leader di band assai importanti (con un’eccezione).
I King Crimson rappresentano uno dei maggiori gruppi rock in quanto a bravura strumentale e creatività compositiva. Un gruppo nobile non solo per il suo nome altisonante, ma per l’effettiva consistenza della loro musica, complessivamente sviluppata nel corso di circa un quarantennio, con l’apice nella prima fase, ossia quella degli anni ’70, segnatamente con i tre dischi del biennio ’73-‘74. Ai King Crimson è associato, più di altri gruppi, una pubblicistica che favorisce miti e leggende e uno zoccolo duro di fan poco preparati ad accogliere la reale proposta del grande Robert Fripp. (Non è dato sapere se questa pubblicistica sia conseguenza del pubblico o viceversa, poco importa...)
Darmstadt, Germania, 1946, alcune persone stanno posando la pietra tombale sull’avvenuta tumulazione del secolare Sistema Tonale. In seguito, avrebbero ucciso e seppellito la giovanissima Dodecafonia… Le conseguenze dei loro "delitti" sono giunti fino a noi, nell’era Rock. Quella del Gruppo di Darmstadt fu una fucina musicale che segnò, nel bene e nel male, molto di ciò che avvenne poco dopo nel mondo della musica: dall’agonia della musica convenzionale prese vita un movimento di giovani compositori (Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Henri Pousseur, Luciano Berio, Bruno Maderna e Luigi Nono) che, coagulatosi intorno ai corsi della “nuova musica”, cercarono moderne vie partendo dalle esperienze di Messiaen e Webern, dalla serializzazione integrale, proseguirono (ognuno per sé) con rigorose e complesse procedure per tentare di pervenire a una nuova strutturazione dello spazio e del tempo musicale, eliminando residui di discorsività propri della musica precedente. Parallelamente ci furono le esperienze della musica concreta (Parigi) ed elettronica (Colonia).
Negli anni ’70 si mise in luce uno scrittore, Lester Bangs, che contribuì a creare un gigantesco malinteso sulla musica, Rock in special modo, e tuttora dura, anzi peggio. Involontariamente contribuì non poco al discredito dell’attività artistica di molti gruppi e musicisti Rock e del pubblico di questi, poiché fece scuola. Per essere buoni narratori si deve in qualche maniera riuscire ad avvincere il pubblico, e lui lo faceva: era molto bravo. Purtroppo però era fan della musica Rock, pur essendo un incompetente di musica, ne ha scritto fino allo sfinimento.
Tony Williams, batterista e compositore, di là delle correnti stilistiche, è stato nel Jazz colui che ha più di ogni altro interpretato in termini tecnici/formali e innovato in termini di contenuti ideativi il linguaggio batteristico, elevando ulteriormente l’asticella già posta molto in alto da suoi eccellenti predecessori. Fu il batterista che, nemmeno diciottenne, nel ’63, approdò senza alcun timore reverenziale alla corte di Miles Davis, imprimendo sia alla batteria Jazz sia alla musica del quintetto del trombettista, una propulsione straordinaria.
Premessa. Nei primi anni del '900 ebbe a svilupparsi la musica afroamericana sulla scorta del ragtime di fine Ottocento, pertanto il Blues e il Jazz; negli anni ’50 le musiche elettriche del R&R ecc.: qui non sono prese in considerazione. Dunque, se è vero come è vero che l’estetica del Romanticismo la ritroviamo diffusa per tutto il Novecento e oltre, è altrettanto vero che il suo approccio progressista fa sì che mini dall’interno il linguaggio musicale che per oltre due secoli (Seicento e Settecento) aveva dominato la scena occidentale.
Il 9 dicembre 1966 la Polydor Records pubblica "Fresh Cream" album d'esordio dei Cream: Jack Bruce (basso, armonica e voce), Eric Clapton (chitarre e voce) e Ginger Baker (batteria). E’ stato il primo e più importante gruppo (in termini di qualità e successo) a coniugare la forma canzone (anche con asimmetrie metriche), il Blues e moduli improvvisativi differenti da quelli sino allora frequentati, ovvero più slegati dalle formule bluesy e del Pop, più vicini a quelli Jazz: tutti, pure basso e batteria, nel costante dialogo tra loro e non limitati a fare da statico fondale per la figura principale.
5 dicembre 1974, gli Yes, dopo i fasti del precedente anno con il tanto magniloquente quanto valido Tales From Topographic Oceans, e il poderoso triplo live Yessongs (che però nulla ha aggiunto), pubblicano negli Stati Uniti (era già uscito qualche giorno prima in UK) un disco che in modo alquanto diffuso è considerato ottimo, parente stretto di Close To The Edge. Rispetto al precedente hanno cambiato il tastierista: Patrick Moraz ha preso il posto di Rick Wakeman. Perciò Jon Anderson (voce), Steve Howe (chitarre), Chris Squire (basso) e Alan White, che aveva rimpiazzato il fuoriclasse Bill Bruford migrato nei King Crimson.
Andare oltre in ogni caso… Questa la missione del Romanticismo. Fu una reazione al dilagante dilettantismo imbellettato (che comunque si era infiltrato nella cultura e destinato a rimanervi seppur in forme differenti), ai superficiali e luccicanti ornamenti cipriati del classicismo settecentesco (prestabilito dal Barocco), che con la fine della monarchia francese (1789), aveva perso fulgore, charme…
Il secondo disco della Jimi Hendrix Experience, Axis: Bold As Love, dei tre registrati in studio e pubblicati quando lui ancora in vita e quindi interamente legittimi, è forse quello meno celebrato; comunque amato e splendido. Siamo alla fine del 1967, e segue quello di esordio (Are You Experienced), a questo seguirà il più ambizioso Electric Ladyland; in circa due anni Hendrix ha gettato le basi della sua leggenda (certamente insieme con i suoi i suoi straordinari, trascinanti concerti).
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Gennaio 2025
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