I Can See Your House from Here è il nome* del disco pubblicato nel lontano 1994 (registrato dicembre 1993) dai chitarristi-compositori John Scofield e Pat Metheny. È particolarmente interessante per vari motivi.
L’altra sera a cena, parlandone brevemente con un amico (grande appassionato di musica, specialmente jazz-fusion), mi è venuto in mente che di quel disco-incontro di due apprezzatissimi artisti, ancorché ne avevo fatto tesoro, non ne avevo mai scritto una riga.
I Can See Your House from Here è il nome* del disco pubblicato nel lontano 1994 (registrato dicembre 1993) dai chitarristi-compositori John Scofield e Pat Metheny. È particolarmente interessante per vari motivi.
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I decisivi apporti e rapporti del Blues e del Jazz inerenti alla musica moderna li abbiamo visti varie volte e da prospettive differenti; facciamone una breve sintesi e aggiungiamo un tassello.
La grande novità della musica moderna fu l’originarsi all’alba del XX secolo della musica afroamericana: il Blues e il Jazz. Coevi e reciproci in termini di ascendenze e influenze. L’unione fa la forza, sì, ma quanta?
Per ottenere l’effetto del doppio di una potenza basta raddoppiarne la fonte? A volte ci sono questioni alquanto controintuitive, parecchie nel settore audio, che portano a errate conclusioni. Una di queste è che se una qualsiasi sorgente sonica, per esempio una cantante, è affiancata da un’altra che emette con la stessa intensità, si avverte un raddoppio dell’intensità sonora (volume). Correva l’anno 1972, anno mirabilis per la musica italiana, e venne pubblicato Azimut, il disco di esordio dei Perigeo; creatura del bassista e compositore (ed episodicamente alla voce) Giovanni Tommaso.
Come già evidenziato, i Perigeo è un gruppo Jazz-Rock alquanto raffinato, non di rado atmosferico, a volte addirittura un po’ onirico; quindi parecchio meno aggressivo, provocatorio e virato sulla velocità e virtuosismi dei colleghi Area. Quel magnifico strumento chiamato pianoforte è uno strumento sempre stonato, pure quando perfettamente accordato.
Le note alte sono più alte e le note basse più basse di quanto debbono essere nella scala del nostro sistema musicale ossia del Temperamento equabile*. È un fatto che sorprenderà molti, tuttavia per gli specialisti è cosa nota; inesorabile. Dopo un fortuito incontro con un mio vecchio compagno di scuola, ieri mi ha chiamato telefonicamente un altro, di cui lui è amico, ma che io non vedevo e sentivo da più di 40 anni.
Appena dopo rapidi convenevoli si è affrettato di dirmi una cosa che non rammentavo, ossia che all’epoca gli avevo registrato una cassetta con una selezione di brani jazz-rock e fusion (Brand X, Weather Report, Spyro Gyra, Perigeo ecc.). Lì per lì non mi ha sorpreso più di tanto, anche se con lui, pur avendo una simpatia di fondo, non avevo un rapporto che andasse oltre le ore di scuola. Quel che mi ha sorpreso è ciò che ha aggiunto: quella cassetta, in qualche misura, ha influenzato la sua vita. Non poche volte mi è stato chiesto: si può fare musica solo col rumore? Qual è la differenza tra una nota e un rumore?
Ebbene, no, non si può fare musica solo col rumore; almeno non del tutto. E vedremo meglio più avanti perché e cosa si può fare col rumore, anche perché prima occorre comprendere cosa è una nota e cosa un rumore. La struttura formale dei brani musicali è un fondamentale fattore, ma un po’ trascurato da tutti.
È mediamente poco preso in considerazione dai compositori di Jazz, Pop, Funk, Rock ecc., e assai poco rilevato dagli ascoltatori; seppur non c’è bisogno di un’istruzione musicale specifica, basta prestare un minimo di attenzione. O meglio, i compositori lo prendono in considerazione, ma nel senso che la stragrande maggioranza lo dà per scontato, appoggiandosi a una forma monotematica strofa-ritornello con le ali Intro-Coda. E quindi gli ascoltatori si sono assuefatti, pertanto ancor meno inclini a notare la forma musicale del brano che stanno ascoltando. Insomma, Intro-A-A-B-A molteplici volte e poi Coda. ECM (Editions of Contemporary Music) è una casa discografica fondata nel 1969 da Manfred Eicher in Germania. È divenuta un punto di riferimento per la sua eccezionale estetica: musica atmosferica prevalentemente strumentale di matrice jazzistica.
La sua poetica non è semplicemente della non aggressività, della quiete ritmico-tempistica e rarefazione sonica, con ampie arcate melodiche reiterate, altrimenti sarebbe semplicemente la poetica delle ballad, di pezzi lirici, densi di pathos, “sentimentali”, di cui ce ne sono innumerevoli in tutti i generi. Hendrix, Page, Santana e McLaughlin: cos’è che li connette? Qual è la caratteristica che li rende parenti?
Certamente sono quattro chitarristi fuoriclasse e leader di altrettanti gruppi che “hanno fatto la storia”, e non volgarmente nel senso che hanno avuto successo, bensì che hanno grandemente influenzato la moderna storia musicale nella sostanza, negli specifici contenuti. A volte mi è stato chiesto: è possibile stabilire la qualità tecnica di un’esecuzione di un brano o di un gruppo o di singoli musicisti?
Sì, certo. Quando e perché si ritiene particolarmente poetica la musica? Si può stabilire quest’aspetto musicale che sembra tra i più soggettivi?
La poesia è “l’arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini implicano rispettivamente e principalmente la presenza o l’assenza di una restrizione metrica”. Così l’Enciclopedia Treccani. Più di 42 anni fa fu pubblicato un disco di Bill Bruford poco conosciuto ma di gran valore: Gradually Going Tornado. Registrato nell’estate del 1979 e nei negozi nel febbraio 1980; è la terza e ultima sua opera in studio col suo eccellente gruppo Bruford.
Tutti più o meno conoscono i tre fattori fondamentali della musica: ritmo, melodia e armonia.
Chiunque sa che una melodia è una sequenza di note singole che si possono fischiettare, l’armonia è realizzata dagli accordi dell’accompagnamento cioè molte note eseguite più o meno simultaneamente, e il ritmo è dato dagli impulsi contenuti in un ciclo di pochi secondi che in maniera reiterata qualche strumento esegue. C’è un ulteriore elemento chiamato tempo cui tutto ciò è biunivocamente connesso. Il tempo musicale significa due cose indipendenti tra loro: velocità e metro. Sfido tutti gli appassionati di musica (pure musicisti, dilettanti o professionisti che siano) di far intonare con la voce da altra persona (o anche da sé) una nota qualsiasi e individuare 8 armoniche (note addizionali che si sviluppano insieme con la fondamentale); e intonarle.
La più che stragrande maggioranza non ci riuscirà. Magma è il nome di un eccezionale gruppo francese: poco conosciuto in Italia.
Fondato e capeggiato dal batterista-compositore (occasionalmente cantante, tastierista e percussionista) Christian Vander. Batterista straordinario, non apprezzato quanto merita, forse anche perché, a cominciare dal mix del suo strumento alle parti che idea ed esegue, mai egotico (strumentalmente), sempre al miglior servizio dei brani nel loro insieme: un vero compositore e leader. Musica Enchiriadis (manuale di musica) è il nome di un celeberrimo testo il cui autore è anonimo*; probabilmente redatto nella seconda metà del IX secolo nella Francia settentrionale. A oggi è il testo più antico del mondo relativamente all’armonia musicale, alla polifonia. Fu una meravigliosa innovazione estetica e poetica; diffusissimo, un riferimento.
Di The Dark Side of the Moon se n’è detto e scritto tantissimo; ce ne siamo occupati brevemente nel libro della collana Dischi da leggere: Pink Floyd 1967-1972 Gli anni sperimentali.
Estraendo dal testo. “Mai come in quest’opera c’è una minuzia certosina al dettaglio sonico operato con esemplare equilibrio e coesione tra asciuttezza incisiva e profondità panoramica: un lussuoso confezionamento di addensamenti e diluizioni di trame soniche pop-rock in stile Soul/R&B. Poco o nulla d’innovativo in assoluto e relativamente, però i Pink Floyd con Dark Side hanno donato una monumentale prova di potenza del Rock.” Quindi si proseguiva citando l'"ottimo" On The Run. Ancora oggi si ritiene diffusamente (anche in autorevoli enciclopedie) che nel Medioevo si credesse che in musica ci fosse una particolare combinazione di suoni dissonanti in grado di evocare il diavolo (pure fosse solo metaforicamente); che quindi sarebbe stata severamente vietata in quell’era umana così tanto religiosa quanto superstiziosa: è falso.
Non c’è alcun riscontro a ciò a tutti i livelli, né documentali né nella prassi. Penso che moltissimi ascoltatori, sia quelli della mia generazione sia quelli della più recente (a fronte della vinilmania in corso da circa un ventennio), siano abituati alla progressione dei brani (scaletta) dei dischi Lp (i 33 giri) come a dei capitoli di un’affascinante storia musicale che si dipana; pure se non si tratta di un cosiddetto concept album*.
Infatti, chi progettava e produceva quei dischi era parecchio attento a ciò. |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Aprile 2023
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