Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Mad World (Tears for Fears).... versioni a confronto

10/4/2024

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​Una decina di anni fa un caro amico mi fece ascoltare la breve canzone Mad World, nella versione di Michael Andrews e cantata da Gary Jules: me ne innamorai immediatamente.
È un brano dell’ottimo gruppo inglese Tears For Fears*, segnatamente composto da Roland Orzabal, originariamente pubblicato nel 1982.
L’arrangiamento di Andrews fu pubblicato nel 2001, usato per la colonna sonora del film Donnie Darko.
Le due canzoni come melodia, accordi e struttura non presentano diversità, per il resto divergono quasi totalmente. Comunque ebbero tutte e due successo.
​Mad World è una semplicissima canzone di tre minuti formata dalle parti Intro, A, B e C; sono usati solo quattro elementari accordi.
Tuttavia la sequenza armonica si incardina sul modo dorico e non sul tradizionale modo eolio, altresì lo schema primo grado (I della scala), terzo (III), settimo (VII), quarto (IV), non è abusato come altri.
Pure la melodia, semplicissima, non è però banale, poiché è direttamente correlata agli accordi, procedendo per intervalli più ampi del solito, e non (come spesso accade nelle canzoni) su pochissime note ripetute perlopiù scalari (ma espressivamente articolate) mentre gli accordi procedono a “movimentare”. 
​Giungiamo alle intriganti diversità tra le due versioni: a me l’originale dei TFF è piaciuta, ma l’altra parecchio di più.
Al netto che è un semitono più alta, quella originale è alquanto più rapida (118 bpm mentre l’altra 87), ed è innervata da suoni sintetizzati. Ha un ritmo particolare, piuttosto sincopato, insomma è tipica della nuova, interessantissima, ondata inglese di quel tempo.
Mad World di Andrews è minimale, pianoforte e voce (poi aggiunte piccole parti di tastiere e delicato vocoder nelle voci nel finale).
Principia col pianoforte nel registro medio-alto, derivante dai tocchi aurorali - lievi e con pochissime note - del pianismo francese di Satie o Debussy; breve e inedito motivo melodico discendente che lascia subito il posto alla voce per i versi della prima strofa.  
E il continuo dondolare del piano con gli accordi tra le note più basse e alte insieme con la caratteristica melodica prima descritta dei salti intervallari melodici, esposti peraltro in modo assiduo senza variazioni (invece sempre presenti nelle melodie cantate), dona a questo piccolo pezzo una dimensione più fanciullesca.
Una dolce e un po’ melanconica litania aumentata pure da come sono strutturate melodicamente le tre parti, A, B e C.
La prima, per quanto breve, parecchio articolata, la seconda più diretta e incisiva, e l’ultima a mo’ di sommessa ed elegiaca invocazione, in scioglimento della tensione accumulata, col cantato di soltanto due note in forma discendente in contrappunto coi due accordi che salgono, col piano che parafrasa, semplificandolo, il motivo dell’intro.

Benché l’originale certamente più carica e ponderosa della successiva - basti ascoltare le note gravi del sinth presenti sin dall’inizio - Mad World, evidenziata benissimo dalla nuda versione di Andrews, è una canzone dedita al leggiadro, segreto, meraviglioso mondo dei bambini.
 
 
* Di fatto è un duo, Roland Orzabal e Curt Smith, che si avvale di session man; in ciò analogo agli Steely Dan.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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