Il terzo disco della Mahavishnu Orchestra, Between Nothingness & Eternity è un disco molto più interessante di quanto potrebbe sembrare: ha alcune singolarità. Quella che salta subito all’occhio è che consta solo di inediti: tre brani (naturalmente piuttosto lunghi). Pertanto non sono inclusi alcuni cavalli di battaglia come quasi sempre accade nei dischi registrati dal vivo. Si potrebbe pregiudizialmente pensare sia un disco un po’ raffazzonato, tanto per pubblicare qualcosa magari per contratto: il gruppo era pervaso da malumori e litigi, infatti, la prima versione della MO ebbe termine proprio con questo album, registrato al Central Park di New York nell'agosto del 1973 e pubblicato in novembre.
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Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra C’è un signore inglese, il chitarrista elettrico per eccellenza, che è il protagonista di uno strano caso: Jeff Beck. La carriera di Beck inizia a metà anni Sessanta e subito si distingue da tutti gli altri chitarristi elettrici perché non così incline allo stile rock-blues e ai suoi piccoli cliché che, soprattutto diffusi dai tre grandi King (BB., Albert e Freddie), stavano fecondando la stragrande maggioranza dei giovani seicordisti, compreso, anzi, soprattutto, il suo compagno d’armi negli Yardibirds: l’ottimo Eric Clapton.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Jim Hall è stato un chitarrista jazz apparso sulle scene alla metà degli anni Cinquanta, che gode di grande fama; tuttavia la sua figura nel firmamento dei grandi è stata un po’ intermittente, ma progressivamente si è elevata senza indugi: ormai è quasi un monumento. Nel primo periodo fu tenuto in ottima considerazione, in seguito (alba dei Sessanta), forse a fronte dell’avvento di Wes Montgomery (di tutt’altro stile), un po’ meno sugli scudi.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra La maggior parte degli appassionati conoscono Steve Lukather (chitarrista, cantante e autore) come un importante membro dei Toto, ma pochi sanno che è stato tra i chitarristi più studiati dai professionisti… Ciò perché Lukather, sin dalla sua comparsa al proscenio col primo disco dei Toto nel 1978, si fece notare per il suo lavoro discreto (se confrontato con il guitar hero emergente dell’epoca Van Halen) ma efficacissimo nell’economia di un gruppo giacché strumentista che svolgeva una funzione pressoché completa di molte parti chitarristiche elettriche; anche quelle di accompagnamento “pulito” (senza distorsione timbrica), con suoni e soluzioni ammalianti l’attento ascoltatore.
In arte, e non solo, tra gli aspetti più affascinanti di tutti vi è quello della bellezza, inteso come armonia intrinseca di un qualcosa. Si sa, è un’antica questione che dalle nostre parti di mondo risale a Pitagora. La forma di un qualcosa è data dalla sovrana azione numerica, perciò, che sia poi sperimentata in modo più o meno cosciente, questo fornirà il gradiente di “soddisfazione” del fruitore che giungerà a delle conclusioni: se non “è bello, mi piace…”, perlomeno, “l’ho capito…”. E le due cose spesso sono legate biunivocamente, coincidono.
Adoro l'autunno, col suo clima e la sua atmosfera di pacatezza, coi suoi colori e fragranze; il ritmo lento delle foglie che si separano dagli alberi per volteggiare al primo soffio di vento, foglie autunnali: Les Feuilles Mortes. Il suono è dolce e malinconico anche in inglese: Autumn Leaves. Una magnitudine attrattiva alla quale non seppi resistere: Autumn Leaves, una tra le canzoni più famose in assoluto, fu tra i primissimi pezzi che imparai, vuoi per il titolo, vuoi perché molto diffusa, vuoi perché alquanto semplice.
I due fattori compositivi più usuali dei brani musicali sono il tema melodico e il Riff. Il tema quasi sempre è sostenuto da successioni tonali di accordi che ne amplificano, di molto, l'efficacia e la caratterizzazione, ed è di poche note alquanto allungate e ripetute, con pause: spesso giunge a misurare 16 battute. Il Riff è un ostinato accordale-melodico in tessitura medio-bassa di un paio di battute che si autosostiene soprattutto in virtù dell’ossessiva ripetizione e che pertanto è quasi sempre modale, ossia non ha una serie di accordi; a volte ha un minimale motivo melodico sovrapposto.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Settembre 2024
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