Qui propone sue interpretazioni di brani della comune “letteratura” jazz.
E pure questo disco è di gran rango, a fronte sia degli arrangiamenti sia delle esecuzioni generali; svettano i suoi solismi e quelli del pianista Marcus Roberts (sostituì da J Mood Kenny Kirkland).
Oltre a consueti pezzi come Caravan, A Foggy Day e Cherokee, sono presenti anche due sue composizioni: Soon All Will Know e In the Afterglow.
Ma è il brano più famoso in assoluto della selezione, Autumn Leaves, che riceve un arrangiamento, nell’esposizione del tema, degno di essere messo in evidenza per la sua peculiarità; al netto della sua estrema velocità.
Molti, pure musicisti, potrebbero pensare a un normale “accelerando” della pulsazione del tempo, oppure, come il critico jazz Stanley Crouch, a una lineare (ma incoerente) aumentazione del tempo metrico*.
Non è così.
L’idea è semplice e straordinaria: il brano è tutto in 4/4 e preso a una velocità di 280 bpm, ed è suonato da tutti così, melodia e cambi di accordi; tuttavia, la ritmica (il batterista Jeff Watts e il contrabbassista Robert Leslie Hurst III) segmenta simmetricamente a due a due le misure del pezzo, pertanto la loro frazione di tempo di riferimento è 8/4 (4/4 x le 2 misure) che segmentano otto volte.
Quindi al principio con un solo colpo e nota, poi con due, tre, quattro, cinque, sei, sette e, finalmente, otto che corrisponde così alla reale pulsazione metronomica, la sua effettiva velocità temporale prestabilita dai musicisti.
Non è finita, si ha pure nella parte finale del tema un simile trattamento (il primo a 20''), solo che lì sono solo le otto misure terminali a essere modificate, quindi sono quattro gli apparenti cambi di velocità, e le battute vengono segmentate soltanto con numeri pari: sei, quattro e due (l’uno come abbiamo visto è la matrice delle due battute).
Dunque accade che una prestabilita porzione temporale di circa 1,7 secondi (così due misure col battito a 280 bpm), è frazionata prima a duine, poi a terzine, quartine, quintine, sestine e settimine, per prendere infine il tempo normale della pulsazione che corrisponde a otto frazionamenti.
Appresso una visualizzazione schematica della composizione ritmica di Autumn Leaves:
Il primo schema è inerente alle apparenti otto velocizzazioni delle sedici battute iniziali del tema, il secondo gli apparenti quattro rallentamenti delle ultime otto (che - provenendo dalla normale pulsazione in otto - scala a sei, a quattro ecc.). L’ampiezza orizzontale (corrispondente a due misure del pezzo) è sempre la medesima, sono i frazionamenti che mutano.
* Testualmente: [il batterista Watts] "changes meters every bar up to the release by adding a beat 1, 12, 123, 1234..."
Ma il metro non ci entra affatto, è del tutto fuorviante, è il ritmo che cambia (molti musicisti confondono il metro col ritmo soprattutto quando il ritmo è simmetrico), giacché cambiare metro aumentando il numero di battiti (beat) significa casomai rallentare lo scorrere del tempo musicale. Poiché (ovviamente a parità di velocità di pulsazione) una misura o battuta (bar) di 2/4 dura meno (ossia è più rapido il suo fluire) di una di 3/4 o di 4/4 ecc. (che scorreranno progressivamente in modo più lento e non viceversa, come accade in questo pezzo).
Appresso la convenzionale scrittura musicale della strutturazione ritmica delle prime sedici misure (di 4/4 che divengono otto di 8/4) di Autumn Leaves di Marsalis e compagni.