Carlo Pasceri
  • HOME
  • BLOG
  • SHOP
  • BIOGRAFIA
  • DISCOGRAFIA
    • Curvatura 9
    • Cannibali Alchimie
    • No Gravity
    • Real Koob
    • Blue Challenge
  • PUBBLICAZIONI
    • Libri
    • Riviste musicali
    • Jazzitalia
  • DIDATTICA
    • Corso "Tecnica Audio"
    • Seminario "Percorsi Melodici"
  • STRUMENTAZIONE
  • MEDIA
    • Audio
    • Video
    • Foto
  • CONTATTI
Libro Eroi Elettrici

Le illusioni ritmiche del giovane Marsalis

4/5/2024

0 Commenti

 
Foto
Nel 1987 Wynton Marsalis pubblica il disco Standard Time Vol.1, un’opera che si discosta dalle due precedenti, Black Codes e J Mood (di notevole pregio), in cui non erano presenti standard e lui ne era quasi esclusivamente l’autore.
Qui propone sue interpretazioni di brani della comune “letteratura” jazz.
E pure questo disco è di gran rango, a fronte sia degli arrangiamenti sia delle esecuzioni generali; svettano i suoi solismi e quelli del pianista Marcus Roberts (sostituì da J Mood Kenny Kirkland).
Oltre a consueti pezzi come Caravan, A Foggy Day e Cherokee, sono presenti anche due sue composizioni: Soon All Will Know e In the Afterglow.
Ma è il brano più famoso in assoluto della selezione, Autumn Leaves, che riceve un arrangiamento, nell’esposizione del tema, degno di essere messo in evidenza per la sua peculiarità; al netto della sua estrema velocità.
Si verifica una spettacolare e apparente accelerazione progressiva sin dal principio.
Molti, pure musicisti, potrebbero pensare a un normale “accelerando” della pulsazione del tempo, oppure, come il critico jazz Stanley Crouch, a una lineare (ma incoerente) aumentazione del tempo metrico*.
Non è così.

L’idea è semplice e straordinaria: il brano è tutto in 4/4 e preso a una velocità di 280 bpm, ed è suonato da tutti così, melodia e cambi di accordi; tuttavia, la ritmica (il batterista Jeff Watts e il contrabbassista Robert Leslie Hurst III) segmenta simmetricamente a due a due le misure del pezzo, pertanto la loro frazione di tempo di riferimento è 8/4 (4/4 x le 2 misure) che segmentano otto volte.
Quindi al principio con un solo colpo e nota, poi con due, tre, quattro, cinque, sei, sette e, finalmente, otto che corrisponde così alla reale pulsazione metronomica, la sua effettiva velocità temporale prestabilita dai musicisti.
Non è finita, si ha pure nella parte finale del tema un simile trattamento (il primo a 20''), solo che lì sono solo le otto misure terminali a essere modificate, quindi sono quattro gli apparenti cambi di velocità, e le battute vengono segmentate soltanto con numeri pari: sei, quattro e due (l’uno come abbiamo visto è la matrice delle due battute).
Dunque accade che una prestabilita porzione temporale di circa 1,7 secondi (così due misure col battito a 280 bpm), è frazionata prima a duine, poi a terzine, quartine, quintine, sestine e settimine, per prendere infine il tempo normale della pulsazione che corrisponde a otto frazionamenti.
Appresso una visualizzazione schematica della composizione ritmica di Autumn Leaves:
Il primo schema è inerente alle apparenti otto velocizzazioni delle sedici battute iniziali del tema, il secondo gli apparenti quattro rallentamenti delle ultime otto (che - provenendo dalla normale pulsazione in otto - scala a sei, a quattro ecc.). L’ampiezza orizzontale (corrispondente a due misure del pezzo) è sempre la medesima, sono i frazionamenti che mutano.
Foto
Si sa che la capacità di sofisticare armonicamente e melodicamente dei jazzisti pure di modesto livello è mediamente molto superiore a qualsiasi musicista di altro genere, non è così per le strutturazioni ritmiche, quindi spero che l’evidenziare la straordinarietà di quest’idea musicale - peraltro declinata da musicisti di eccellenti abilità esecutive e applicata a una semplice e famosa canzone – renda, a chi presterà sufficiente attenzione, l’ascoltare (e studiare musica) una cosa mai banale, e sempre più consapevole il fruitore che la musica è molto più organizzata razionalmente, anche in un genere come il Jazz, di quanto si creda.


* Testualmente: [il batterista Watts] "changes meters every bar up to the release by adding a beat 1, 12, 123, 1234..."  
Ma il metro non ci entra affatto, è del tutto fuorviante, è il ritmo che cambia (molti musicisti confondono il metro col ritmo soprattutto quando il ritmo è simmetrico), giacché cambiare metro aumentando il numero di battiti (beat) significa casomai rallentare lo scorrere del tempo musicale. Poiché (ovviamente a parità di velocità di pulsazione) una misura o battuta (bar) di 2/4 dura meno (ossia è più rapido il suo fluire) di una di 3/4 o di 4/4 ecc. (che scorreranno progressivamente in modo più lento e non viceversa, come accade in questo pezzo).
Appresso la convenzionale scrittura musicale della strutturazione ritmica delle prime sedici misure (di 4/4 che divengono otto di 8/4) di Autumn Leaves di Marsalis e compagni.
Foto
0 Commenti

Il tuo commento verrà pubblicato subito dopo essere stato approvato.


Lascia una Risposta.

    Immagine
    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


    Foto
    TEORIA MUSICALE
    Foto

    Archivio

    Giugno 2025
    Maggio 2025
    Aprile 2025
    Marzo 2025
    Febbraio 2025
    Gennaio 2025
    Dicembre 2024
    Novembre 2024
    Ottobre 2024
    Settembre 2024
    Agosto 2024
    Luglio 2024
    Giugno 2024
    Maggio 2024
    Aprile 2024
    Marzo 2024
    Febbraio 2024
    Gennaio 2024
    Dicembre 2023
    Novembre 2023
    Luglio 2023
    Maggio 2023
    Aprile 2023
    Marzo 2023
    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Settembre 2022
    Agosto 2022
    Dicembre 2021
    Maggio 2021
    Marzo 2021
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Settembre 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Settembre 2013
    Luglio 2013
    Maggio 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Dicembre 2012
    Novembre 2012
    Ottobre 2012
    Settembre 2012

    Feed RSS

    Categorie

    Tutti
    Afrobeat
    Analisi Musicale
    AOR
    Basso
    Batteria
    Blues
    Cantanti
    Cantautori
    Cd
    Chitarra
    Classica
    Critica
    Dischi Da Leggere
    Eroi Elettrici
    Folk
    Funk
    Fusion
    Hard Rock
    Heavy Metal
    HiFi
    Hip Hop
    Jazz
    Jazz Rock
    Jazz-rock
    Krautrock
    Libri
    Libro
    New Age
    Pensieri
    Pianoforte
    Pop
    Progressive
    Punk
    Rap
    Recensione
    Rhythm And Blues
    Ritmo
    Rock
    Rock'n'roll
    Soul
    Storia Musicale
    Tecnica
    Tecnologia Musicale
    Tecnologie
    Teoria Musicale
    Vinile
    World Music

   Home   Blog   Biografia   Discografia    Shop   Didattica   Pubblicazioni    Strumentazione   Media   Contatti   

© Carlo Pasceri - E' vietata qualsiasi riproduzione anche parziale - Risoluzione minima 1024x768

designed by ALi

Basato su tecnologia Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.