McLaughlin ha fatto tesoro sia delle esperienze maturate negli importantissimi dischi della svolta elettrica davisiana, il quale lo esortava a suonare più selvaggiamente possibile (trovando in lui una sorta di moderno jazzista dal tocco furente hendrixiano - ascoltare l’incipit di Gemini/Double Image su Live/Evil per credere), sia del fondamentale gruppo proto Jazz-Rock, Lifetime di Tony Williams con il quale ha registrato due dischi.
Contemporaneamente a queste esperienze, a fronte di un eccellente talento compositivo, ha registrato due bellissimi e originali dischi solisti: Extrapolation e My Goals Beyond (il primo di scattante e moderno Jazz, il secondo più rilassato ed acustico). Successivamente ha formato la Mahavishnu Orchestra, pubblicando sul finire del ’71 The Inner Mounting Flame che ha avuto un effetto deflagrante sulla comunità musicale. Musica altamente innovativa e spettacolare con una chitarra elettrica all’altezza di questa magnificenza. Con questo disco si dà forma compiuta e compatta, altamente creativa e con un livello tecnico stratosferico esibito vistosamente, a quella fusione tra generi e stili che era da qualche tempo già nell’aria, e che da qui sarà individuata come un vero e proprio nuovo genere musicale: il Jazz Rock.
Nel ’72 con il più raffinato e profondo Birds Of Fire McLaughlin ha esteso popolarità, stima e quant’altro occorra per divenire una stella polare per chi desiderava alternative al modello di chitarrista elettrico tutto bending pentatonico, power chords e poco altro: per andare oltre ciò, tutti con occhi sgranati e orecchie ben aperte per riuscire ad assimilare almeno un po’ di quel nuovo linguaggio musicale che questo elegante tipo con i capelli corti e chitarra doppio manico stava distribuendo al mondo.
Infatti McLaughlin influenzò tantissimo e tantissimi musicisti a livello compositivo, di approccio, e non solo chitarristicamente; finanche personaggi straordinari come Frank Zappa (lo si può cogliere ascoltando gli irruenti assoli nei dischi di quell’epoca come The Grand Wazoo ma anche in alcuni di quelli successivi), Robert Fripp (evidentissimo nel brano Groon e in generale nelle sue linee più ellittiche e spigolose), Al Di Meola e Jeff Beck (Blow By Blow e Wired): beninteso che hanno miscelato ciò con le loro enormi risorse musicali arricchendosi e certo non emulando pedissequamente nulla.
In seguito il britannico con altri bellissimi dischi, sia elettrici sia acustici (Shakti), collaborazioni (pure con Santana con il quale ci fu una reciproca influenza stilistica, e negli ’80 con Di Meola e Paco De Lucia), ha incrementato la sua arte. E mai è sceso a compromessi, pure nei più critici decenni successivi, condividendo questa rettitudine, tra i grandi, solo con Chick Corea (e in parte con Robert Fripp), realizzando progetti che, seppur non a livello dell’apogeo artistico dei primi anni, non sono mai scesi al di sotto di uno standard qualitativo che fosse men che più che sufficiente.