In ogni caso tutti hanno delle peculiarità che li distinguono dalle altre produzioni musicali (soprattutto altrui); e fino alla fine produssero musica di buona qualità. (Nel 2014, in modo controverso, è stato pubblicato quello che, sembra, avrebbe dovuto essere il loro quarto o quinto disco The Sicilian Defence.)
Forse hanno pagato lo scotto di essere poco inquadrabili, se non come generico e un po’ declive Pop. Non furono semplicemente un gruppo pop, e non certo solo per il loro essere un po’ sfarzosi nei suoni e per le loro espressioni di concept-album, di dischi a tema (peraltro nella realizzazione non così profondi).
The Alan Parsons Project era capitanato dal duo Eric Woolfson (tastiere e voce solista) e Alan Parsons (jolly tuttofare: chitarrista, tastierista, vocalist e ingegnere del suono, ex assistente di studio dei Beatles e dei Pink Floyd in alcuni loro importantissimi dischi come Abbey Road e The Dark Side of the Moon, in particolare di questi ultimi in qualità di sorta di “quinta colonna” in merito ad alcune brillantissime soluzioni in studio).
I TAPP furono coadiuvati benissimo da ottimi professionisti in special modo da Andrew Powell (orchestratore, conduttore e co-compositore) e dal fido chitarrista Ian Bairnson. Una loro caratteristica primaria fu l’impiego di una pletora di cantanti solisti, oltre allo stesso Woolfson.
La loro particolarità era data da una speciale amalgama di poliedrici materiali musicali sia in termini di tecniche compositive sia soniche, alquanto sofisticate e di valore. Nei loro dischi diffusamente si trovano soluzioni orchestrali insieme con droni elettronici, accattivanti melodie e begli assoli di chitarra elettrica (finanche nello stesso brano come in Damned If I Do dal disco Eve), pezzi strumentali con ostinati di basso animati da raffinate e mobili armonie accordali seguite da incisivi motivi melodici che traversano il tutto (Voyager/What Goes Up da Pyramid), atmosfere ”thrilling” od ossessive con semplici ritmi (quasi dance) e riff o motivi melodici da canticchiare quasi come tormentoni (Mammagamma da Eye in the Sky), strumenti acustici con sinth e raffiche più aggressive di suoni e insistiti ritmi con metri dispari (The Ace of Sword da The Turn Of A Friendly Card), canzoni romantiche (Old and Wise ancora Eye in the Sky), strumentali che rasentano i mondi Jazz-Rock e Fusion (Urbania da Stereotomy).
Insomma i polimorfi Alan Parsons Project, onnivori come il Rock sa fare, tanto variegati quanto dotati di una precisa identità tali da renderli subito riconoscibili (malgrado i tanti cantanti): un gruppo che andrebbe molto rivalutato.
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