Ieri pomeriggio nella trasmissione RAI di approfondimento culturale Rebus in cui (tra l’altro) gli autori si proponevano di evidenziare i rapporti tra musica e matematica, con ospiti quali Corrado Augias, il maestro Aurelio Canonici e la matematica Elisabetta Strickland, la cosa che più è invece risultata evidente è che le semplificazioni della divulgazione, la rapidità di comunicazione, sovente sono fuorvianti.
Errore ripetuto e inerente non un dettaglio ma un concetto generale; dunque qui non ci mettiamo, come si suole dire, a fare le pulci a un’infelice espressione, ma sembra proprio a un'errata idea sulla musica, che ci dà il LA per chiarire; almeno a grosse linee.
D’altronde al rapporto tra musica e matematica nella trasmissione Rebus non si è andati oltre al fatto che molti matematici hanno studiato musica e suonano: degno di un talk show da quattro soldi…
Facendo la tara alla patente contraddizione in termini linguaggio privo di logica - va da sé che un linguaggio debba avere una logica - la realtà della questione è più complessa, partendo già dal concetto di linguaggio.
A rigore la musica non è un linguaggio giacché non esprime alcun pensiero; ecco, già qui una fondamentale informazione: la musica è asemantica, cioè non veicola significati.
Forse è questo che intendeva Augias, invertendo varie cose…
È come vedere un tramonto al mare: a molti può indurre dolcezza, pacatezza, ad altri tristezza, a qualche persona feroce malinconia, cose differenti, e comunque un tramonto al mare di per sé non significa nulla.
Tuttavia la musica è correlabile al linguaggio proprio perché ha una precisa grammatica e sintassi, che peraltro sono per vari aspetti del tutto legate alla matematica.
Non a caso tutti gli strumenti musicali sono rigorosamente fondati (teoricamente e praticamente) sulla matematica.
D’altronde la scrittura musicale, usata per comunicare tra musicisti, il pentagramma, non è altro che un sistema di coordinate perfettamente assimilabile agli assi cartesiani: sulle ordinate Y lo spazio (intonazioni delle note) e sull’ascisse X il tempo (le durate).
Dunque è forse ciò che confonde un po’ le idee a molti, pure ad Augias, perlomeno nell’esprimerle verbalmente: la musica è un linguaggio (quindi logica) perché ha precise norme e regole (matematiche) sia in nuce sia nella sua compiutezza compositiva ed esecutiva*.
Per questo è associabile a un linguaggio, non perché vettrice di significati, ed è molto più logica di quanto comunemente si pensi.
* Approfondimenti e dettagli sono nei miei libri Tecnologia Musicale, Viaggio all’interno della Musica, Piccolo Glossario Sinottico Musicale e Quaderni Musicologici.