Ma Love Devotion Surrender è un gran disco, e vi dirò perché.
Love Devotion Surrender dei due chitarristi John McLaughlin e Carlos Santana da quando fu pubblicato (luglio 1973*, registrato autunno '72) è stato un disco controverso, chi lo ha inneggiato e chi ne è rimasto deluso; io sono stato tra quelli più insoddisfatti che entusiasti.
Ma Love Devotion Surrender è un gran disco, e vi dirò perché.
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Nel ‘900 la chitarra elettrica ha contribuito grandemente allo sviluppo della musica, in particolare del genere Rock (e per certi versi anche al suo collasso). E i chitarristi solisti ne hanno rappresentato l’elemento più importante sotto molti punti di vista, compreso quello più eroico e mitico: i romanticissimi cavalieri templari, alla ricerca di mondani Sacri Graal e perenni glorie… Quindi della chitarra elettrica moltissimi rivoli e sfaccettature, e proprio per questo può essere utile, dopo circa cinquanta anni, di cui l’ultima metà di generale stallo, tracciare alla grossa tre linee direttrici alle quali riferirsi per una semplice e sintetica comprensione dei linguaggi di massima di alcuni artisti fondamentali che sono venuti alla ribalta e dei loro epigoni.
Joe Satriani e Steve Vai sono gli ultimi grandi chitarristi rock. Ed è tutto dire, considerato che sono apparsi sulla scena circa trent'anni fa, ma tant'è. Altri, in seguito, hanno suonato linee ancor più velocemente di loro e con più fischi e botti, riducendo la chitarra a uno strumento da circo, e con ridottissima capacità espressiva a tutto tondo: fiacchi, poco intensi e sferzanti, quindi insufficienti nelle caratteristiche proprie del Rock. Figuriamoci nelle sfumature.
Sul numero 83 di Dusk, rivista italiana dedicata interamente ai Genesis, è stata pubblicata la recensione del mio ultimo libro: Genesis 1970-1976. A firmarla è il giornalista e scrittore Donato Zoppo. La riporto integralmente. "Partiamo dal fondo. Dall'appendice, che sviluppa un argomento caro all'autore, spesso impegnato in disamine sui generi nel rock, non tanto terminologiche quanto contenutistiche: la vexata quaestio sul termine e sul concetto di progressive.
Capita, a volte, che, in determinati momenti e per ragioni non sempre spiegabili, idee e azioni si addensino, come se misteriosamente si dessero convegno energie psichiche e fisiche per combinare qualcosa di straordinario; tutto ciò, in Musica, è accaduto nel millenoventocinquantanove. Sia chiaro, non scopriamo nulla che non sia già da tempo di dominio pubblico; solo un piccolo memento per sottolineare che quell’anno è stato speciale per il Jazz; e quindi per la musica in generale.
A Patrizio Fariselli, tastierista e compositore, sono bastati pochissimi dischi e tutti concentrati in un quadriennio (’73-’76) per guadagnare un posto di assoluto prestigio tra gli appassionati di musica. Son bastati quelli e a ragione; i dischi della magnifica esperienza del gruppo degli Area di cui era anche il principale autore.
Ringo Starr è semplicemente il papà dei batteristi Rock; ormai nonno verrebbe da dire considerata l’età. Certamente nei ’60 ci sono stati batteristi bravissimi che hanno fatto delle gran cose, ma non così fondamentali per il linguaggio rock come Starr. Ancora oggi si ascoltano soluzioni da lui suonate, anche fosse solo lo stile di qualche fill (breve frase di solito in cesura delle sezioni per lanciarle o sottolinearle: un esempio tra i tanti il fill d’apertura di “Birthday”).
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Dicembre 2024
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