La grande novità della musica moderna fu l’originarsi all’alba del XX secolo della musica afroamericana: il Blues e il Jazz. Coevi e reciproci in termini di ascendenze e influenze.
I decisivi apporti e rapporti del Blues e del Jazz inerenti alla musica moderna li abbiamo visti varie volte e da prospettive differenti; facciamone una breve sintesi e aggiungiamo un tassello.
La grande novità della musica moderna fu l’originarsi all’alba del XX secolo della musica afroamericana: il Blues e il Jazz. Coevi e reciproci in termini di ascendenze e influenze.
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Sfido tutti gli appassionati di musica (pure musicisti, dilettanti o professionisti che siano) di far intonare con la voce da altra persona (o anche da sé) una nota qualsiasi e individuare 8 armoniche (note addizionali che si sviluppano insieme con la fondamentale); e intonarle.
La più che stragrande maggioranza non ci riuscirà. Ammettiamolo, l’assolo di chitarra è roba da vecchi. Un tempo tutte le canzoni ne avevano uno, ma oggi sono in via d’estinzione. Perché la chitarra solista è sparita dal mainstream? Così recentemente un articolista sulla rivista Rolling Stone; e ammonticchiando parecchio confusamente ed erroneamente alcune questioni e argomenti, non si è nemmeno risposto…* Però è vero, gli assoli di chitarra elettrica in special modo con timbro distorto un tempo erano più presenti nelle produzioni musicali; tuttavia la tendenza è iniziata moltissimo tempo fa**, non è cosa recente.
Verrebbe subito da chiosare considerando che storicamente nelle produzioni più disimpegnate, come quelle delle boy band, l’assolo è praticamente assente, pertanto far conseguire che più che indice di modernità la rarità di assoli è sintomo d’immaturità; e viceversa, altro che "roba da vecchi"… Ma approfondiamo un minimo. Le canzoni sono di solito costituite da un paio di semplici sequenze accordali (strofa e ritornello con ripetizioni della strofa e minime varianti) lunghe ciascuna 8 battute; un’intro e una coda. Pertanto il basilare “giro” totale è in genere di 32 misure. Gli accordi sono di vario tipo, perlopiù una precostituita connessione monotonale tra minori e maggiori; a volte qualche “sospeso”. Il modello di fondo è questo (naturalmente c’è una melodia che si sovrappone).
Quel meraviglioso ed enorme vortice di onde di energia qual è la musica per me è stato sin da subito una specie di radar che mi ha aiutato a orientarmi nel mondo: mi segnalava i profili e i colori della realtà circostante. Divenne anche un sonar per scandagliare in profondità; di conseguenza ho vissuto. E così tuttora vivo. Talvolta nella mia testa l’eco della musica mi fa come intravedere nel buio la coda di un segreto sul punto di svelarsi, ma che gira l’angolo e sparisce, inafferrabile. Come un sogno che sta svanendo e che si cerchi di rammentare… Tuttora lo cerco.
Lo statunitense Blues e lo spagnolo Flamenco sono parenti più di quanto si creda. D’altra parte circa un secolo fa Jelly Roll Morton, uno dei padri del Jazz, parlava della musica di colore spagnolo (Spanish Tinge)… La Spagna, terra abitata anche da gitani erranti, mercanti ebrei e schiavi provenienti dall'Africa, si è alimentata degli influssi culturali di ritorno dall’America anch'essa meticcia. E il Flamenco è un'espressione musicale prodotta in Andalusia nella prima metà dell'Ottocento ed è la sintesi tra l'Andalusia cristiana e quella musulmana.
Charles Mingus, nato nel 1922 e morto nel 1979, afroamericano dalla pelle alquanto chiara, è vissuto in uno stato quasi permanente di collera, dando un rilevante contributo alla musica jazz sferzandola di “bluesitudine”. Cuore plasmato dal cervello, Mingus incarnò l’ira organizzata. Musicalmente allevato in un ambiente classico (famiglia relativamente benestante), dallo studio del violoncello è passato al contrabbasso (suonava anche il piano); fu attivo musicalmente dagli anni ’40 ai ’70, ma le sue cose più importanti sono nel decennio a cavallo tra i Cinquanta e Sessanta. Di là che fosse un buon strumentista, essere compositore e band-leader per un bassista era più che raro.
Tratto dal libro Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Robben Ford è uno dei massimi chitarristi fusion di sempre. E quando si tratta di Fusion non ci si deve riferire semplicemente a un raffinato stile strumental-borghese di colto Pop-funk venato di Rock, ma a un sofisticato genere che ha come matrice il Jazz, e quindi una importantissima e adulta radice musicale: se non si padroneggia la grammatica e la sintassi jazz non si può tessere un serio discorso di musica Fusion. Questa è la ragione per cui anche grandi chitarristi rock non hanno accesso a questo genere.
Si sa, i luoghi comuni sono duri a morire, alcuni più di altri… per esempio che il Jazz e il Blues siano generi musicali “africani”, ossia che abbiano chissà quali elementi musicali di quel meraviglioso continente, che dal Blues discenda direttamente il Jazz (e un po’ tutta la musica del Novecento a eccezione di quella Classica), e che esistano le blue notes…
Il Blues è tra le meraviglie musicali del Novecento. Infatti, all’alba dello scorso secolo in Occidente, una delle novità musicali più importanti è stata proprio l’apparizione del linguaggio jazz-blues di matrice afroamericana, che si è affiancato e sovrapposto a quello classico-europeo.
Il 9 dicembre 1966 la Polydor Records pubblica "Fresh Cream" album d'esordio dei Cream: Jack Bruce (basso, armonica e voce), Eric Clapton (chitarre e voce) e Ginger Baker (batteria). E’ stato il primo e più importante gruppo (in termini di qualità e successo) a coniugare la forma canzone (anche con asimmetrie metriche), il Blues e moduli improvvisativi differenti da quelli sino allora frequentati, ovvero più slegati dalle formule bluesy e del Pop, più vicini a quelli Jazz: tutti, pure basso e batteria, nel costante dialogo tra loro e non limitati a fare da statico fondale per la figura principale.
Tra gli anni ’20 e ’30 del ‘900 ci fu la formalizzazione del Blues come diffusamente lo si conosce ovvero, compendiando, una sequenza ciclica di 3 accordi (maggiori I-IV-V) lunga 12 battute con motivi melodici e riff basati sulla scala pentatonica (con la nota aggiunta di passaggio corrispondente all’intervallo di quinta diminuita e l’oscillazione di intonazione tra terza minore e terza maggiore). Fu un’osmosi tra i più arcaici e semplici brani con canti basati su un accordo (talvolta andando verso il relativo IV) e pochissime note con intonazioni variabili rispetto ai canoni occidentali, e quelli ottocenteschi di Ragtime basati su rapide sequenze scalari e accordali diatoniche; in quanto alla lunghezza dei cicli di battute, tutte e due le prassi musicali erano di misure variabili.
Già detto, in varie occasioni, che il Blues molti decenni fa ha smesso di svilupparsi, anzi si è involuto, e ciò è coinciso innanzitutto con la diffusione della chitarra elettrica con il suono distorto. Continui e recenti dialoghi su questo sito mi fanno riprendere brevemente l’argomento.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
Larry Carlton è un chitarrista elettrico molto importante. Sin dal suo esordio nel 1973 (in verità appena ventenne nel '68 registrò un album di cover in tardo stile Wes Montgomery: With a Little Help from My Friends), e poi nei dischi di gruppi come The Crusaders e Steely Dan e successivamente nei suoi dischi solisti (dall'omonimo del ’78), è stato in sostanza il primo che ha perfezionato il chitarrismo Fusion. Peter Green sostituì Eric Clapton nei Blusbreakers di Mayall e influenzò decisamente lo stile di Carlos Santana (cosa peraltro sempre dichiarata dal chitarrista di Samba Pa Ti). Queste le credenziali di un enorme talento chitarristico tanto evidente già da quel 1967 anno del disco “A Hard Road” con i Bluesbreakers e della fondazione dei suoi Fleetwood Mac, quanto però non espresso compiutamente.
Gli Allman Brothers furono una via elegante e potente, articolata e agile del rock-blues tramite stradine country, soul e vicoli jazz. Furono una sorta di antitesi all’altra band rock-blues “sudista” degli U.S.A. che emerse subito dopo loro: i Lynyrd Skynyrd.
Il testo che segue è un estratto dal mio libro Dischi da leggere - Collezione 1. Ti consiglio di ascoltare il brano (più sotto c'è il link youtube) di pari passo con la lettura. Miles Runs The Voodoo Down è l’unico brano di Bitches Brew che non ha in pratica incollaggi e quindi è frutto semplicemente di un’intonsa sessione di registrazione; d’altra parte anche se in forma diversa era un pezzo che già da qualche mese era rodato durante i concerti.
È un pezzo di 14’ assolutamente semplice basato su un lento groove di basso e batteria (58/59 bpm) funkeggiante modal-bluesy, punteggiato dai mini-accordi di chitarra, con un motivetto e lunghe improvvisazioni. PRELIMINARE TRANCIANTE
Facciamola breve (per ora), si sa che il Rock discende dal Rock and Roll (boogie-woogie) e il Rhythm&Blues (doo wop e soul). Ma il Rock per non morire nella culla è dovuto subito andare oltre quei vasetti omogeneizzati marcati appunto R’n’R e R&B, erano troppo poco nutrienti per crescere, ha dovuto alimentarsi da altre fonti. Ciò perché quei generi (e stili), che intorno gli anni ’50 erano la musica Pop imperante negli Stati Uniti e quindi nel mondo occidentale, consistevano in una disidratazione ed essiccazione, non una sintesi creativa e feconda, dei fattori costitutivi il Jazz. Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Pino Daniele è uno dei chitarristi italiani più bravi in assoluto (ma pochi se ne sono accorti). Senza andare ad analizzare il suo pur ottimo lavoro di accompagnamento, in un quadro di riferimento dei chitarristi più evoluti, anche turnisti professionisti, i suoi interventi solistici sono su un piano diverso e superiore. Daniele è sempre stato a suo agio nel tracciare improvvisazioni o comunque archi melodici solistici nell'uso delle varie “declinazioni” dello strumento chitarra: classica, elettrica (sia “pulita” sia “sporca”) e sinth. Mai pretestuoso e sempre opportuno, il flusso delle sue idee è stato spesso originale senza essere bizzarro, anzi...
Il blues è l’unico genere musicale che non si è evoluto.
Il blues è l’unico genere musicale che se non corrisponde a quei minimi fattori con i quali è in effetti costituito da oltre un secolo, non è in sostanza considerato come blues. Il blues in pratica gira su 4 precise NOTE melodiche e 3 accordi maggiori. |
Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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