Ad agosto sul blog del prof. Odifreddi (noto matematico e divulgatore scientifico) ospite su Repubblica, si è aperta una discussione sul fatto che “nell’arte e nella musica ci sono, e ci sono sempre state, correnti razionaliste che parlano lo stesso linguaggio della matematica. E capire e apprezzare i loro prodotti richiede lo stesso grado di istruzione, e lo stesso livello di addestramento, che servono per capire e apprezzare i teoremi e le dimostrazioni. E’ ovvio che certa arte e certa musica, allo stesso modo della matematica, richiedono uno sforzo superiore di quello sufficiente per guardare una pubblicità, orecchiare una canzonetta o leggere un romanzetto. Anche scalare l’Himalaya o le Alpi è più impervio che andare a passeggio, ma solo così si possono conquistare le vette, delle montagne o della cultura.” Naturalmente ci sono stati numerosissimi interventi di diverso segno, ancorché di diversa profondità analitica. Molti sono d’accordo con il professore, altri no; poi la discussione prende una deriva sull'arte, su cosa è e non è l’arte, quindi sulle definizioni… Può essere utile ricordare che la musica è intimamente il prodotto di “calcoli matematici”, ossia prima ancora di esser composta ed eseguita, l’essenza musicale (suoni, note e ritmi), è matematica. Come è assolutamente frutto matematico il sistema musicale temperato dodecafonico introdotto e usato in occidente alla fine del ‘600. | Consapevoli o meno, quando ascoltiamo musica il nostro cervello effettua dei calcoli... |
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Dicembre 2024
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