Tutto il decennio dei Novanta e parte del successivo lo vide tra i massimi protagonisti, continuando sin ad oggi a essere un rispettatissimo musicista.
Le sue coordinate stilistiche sono all’impronta di una eccezionale fluidità esecutiva che non significa necessariamente velocità ed estrema affabulazione, ma un’articolazione da cui scaturisce un peculiare modello di legatura nel portamento delle frasi melodiche, insieme con un equilibratissimo senso tra dissonanza/consonanza-tensione/risoluzione armonica nei sinuosi archi melodici o, in contrapposizione, negli incisivi interpolamenti a mo’ di chiose.
Infatti, Ford è magistrale nell’alternare nell’improvvisazione l’approccio orizzontale e quello verticale, ossia tra quello comunemente usato dai bluesman e rocker e quello dai jazzisti: tra una scala per l’intera sequenza accordale (la classica maggiore e/o pentatonica) e l’uso specifico di diverse scale e/o arpeggi in precisi cambi di accordi.
Tra i migliori esempi del suo chitarrismo, il brano Revelation contenuto nell’ottimo disco solista Talk to Your Daughter del 1988 che ne accelerò l’ascesa; magistrale anche l’esposizione del tema.