Molti tramite la cosiddetta trilogia Radio Gnome Invisible pubblicata nel biennio ‘73-’74, comprendente Flying Teapot, Angel’s Egg e You.
Daevid Allen, chitarrista (occasionalmente bassista), cantante e compositore, li fondò (insieme alla cantante e autrice Gilli Smiyth) subito dopo esser fuoriuscito da nucleo originario dei Soft Machine (senza esser presente nel loro album di esordio del 1968).
È interessante sottolineare che al parziale cambiamento di assetto del gruppo in termini di componenti, corrisponde un significativo cambiamento musicale, ancorché a tutta prima non così evidente.
Il carattere dominante del disco è dato da un’estrema polarizzazione di alcuni elementi: serrati unisoni di tutti (sovente pure con la voce), riff incisivi (quasi hard o epici), motivi infantili o giullareschi, trame atmosferiche liquide e sospese, molte parti obbligate e molte improvvisate, libere, quasi free.
E spesso, queste “zone” musicali sono stratificate (contemporanee), pertanto l’esito generale è parecchio fuori i canoni, sorprendente, facendo emergere un inusitato, suggestivo, tratto tribalistico.
Per quanto Flying Teapot (sottotitolato Radio Gnome Invisible part 1) sia il successore cronologico e stilistico, queste radicalizzazioni non sono così presenti; inoltre, pure a fronte di alcune sostituzioni di musicisti, come già accennato, ci sono rilevanti variazioni strutturali relative ai ruoli strumentistici, e non come più spesso accade prevalentemente in termini sovrastrutturali come i suoni o stili differenti negli assoli.
Alla chitarra si aggiunge al leader (e Tritsch) Steve Hillage; infine Rachid Houari alle percussioni. Entrarono in studio nel dicembre 1972, il disco fu pubblicato nella primavera del ’73.
In Camembert il ruolo della ritmica era piuttosto differente dal solito, peculiare; quasi assente l’invalsa batteria che esegue un ritmo di base ove melodie e il resto si poggiano, ma spesso accompagna e sottolinea i vari riff e circostanze con ritmi simili.
E il basso non si limita a rinforzare i passaggi accordali o eseguire riff, ma va da ostinati (non di rado solo di una nota o due) a interventi alquanto melodici in registri alti, quando non a vere e proprie esposizioni di melodie.
La batteria in Flying ha un ruolo più convenzionale; e in parte pure il basso, al netto comunque della straordinarietà delle parti eseguite.
Sebbene nel missaggio non in evidenza, Francis Moze usa il suo basso fretless (il “senza tasti” lo aveva impiegato pure coi Magma) in modo inusitato per l’epoca e non solo per il rock e dintorni, riprendendo parzialmente i contrappunti melodizzanti di Allen, ma arricchendoli con la sonorità e i glissati propri del fretless, insieme col consolidato “mestiere”, quindi con soluzioni più propriamente bassistiche.
Peraltro coautore del lungo e articolato brano che dà il titolo all’album; si può apprezzarlo in tutto il disco coi suoi calibratissimi e perfettamente intonati interventi al fretless.
Due annotazioni su chitarre e tastiere.
Sebbene qui ci sia pure Steve Hillage alla chitarra (sembra si sia unito solo nelle ultime sessioni), le parti sono molto meno vive e incisive di Camembert; altresì pure all’opposto non intessono insieme con le voci e i fiati, tutte quelle stupende trame soniche così ben filtrate e miscelate con phaser, echi ecc. che fanno sembrare presenti le tastiere*.
In Flying invece ci sono, pure con sintetizzatori, ma, al netto del suggestivo interludio The Octave Doctors & the Crystal Machine composto da Blake, il tessuto armonico-timbrico non ha la consistenza e la magia del precedente. Disco di non perfetta transizione.
Meglio il successivo, di pochi mesi, Angel’s Egg: Hillage ben più inserito, pure come autore e il debutto di un musicista ventenne di assoluto pregio come Pierre Moerlene alla batteria (e marimba e vibrafono), e le tastiere di Blake meglio sfruttate; tuttavia, perdono il prezioso fretless di Moze, sostituito dal bravo Mike Howlett (meglio servito nel mix).
La trilogia si conclude in bellezza con You (1974), l’opera più matura, potente e sofisticata. Divengono così sempre meno freak e scanzonati, più seriosi e dark, pertanto avvicinandosi ai primi Magma, coi quali avevano già più di un punto di contatto.
L’ultimo disco con Daevid Allen.
Un grande Rock ma non di facile ascolto, senza canzoni, ampliato e fuori dai canoni.
*Solo per un brano è usato il pianoforte e per un altro l’organo.