Basta una nota per attirare la nostra attenzione; per emozionarci, stregarci…
La musica crea un‘atmosfera che altera in modo profondo la nostra percezione dell‘ambiente circostante; appena quei suoni smettono di far vibrare l‘aria, la magia cessa.
Molti sanno che la musica è strettamente correlata alla matematica; pochi sanno che un fisico tedesco in piena epoca napoleonico-beethoveniana, Ernst Chladni, dimostrò, oltre due secoli fa e nel pieno senso etimologico ossia facendo vedere, questa correlazione.
Chladni rendeva visibili particolari forme geometriche che si componevano su una lastra metallica con su sparsa della sabbia. (Sistema bidimensionale rispetto a quello unidimensionale delle corde: per esempio tamburi e piatti di una batteria rispetto a chitarre e simili.)
Così si producono vari modi vibratori, e la sabbia, quasi danzando, si raccoglie in quelli di vibrazione minima allontanandosi da quelli di vibrazione massima.
Pertanto si realizzano varie figure variando modalità di eccitazione delle stesse lastre, oppure variando lastre.
Successivamente il matematico francese Jules Antoine Lissajous (1822-1880) ha ideato un apparato per la visualizzazione della composizione di due movimenti vibratori perpendicolari (e paralleli).
Due diapason, specchietto, schermo per l'osservazione, e una lampada come fonte di luce.
Si ottengono delle immagini che visualizzano la combinazione delle due vibrazioni dirigendo un raggio di luce sui due coristi e poi sullo schermo.
Sempre nell’Ottocento fu inventato l’armonografo, sistema meccanico che usa due (o più) pendoli che stabiliscono il movimento di una penna rispetto alla superficie sulla quale si vuole tracciare un disegno. Modificando il rapporto tra le frequenze dei due pendoli si realizzano vari tipi di curve comprese quelle di Lissajous.
Dunque anche solo una nota, che rammento ha insite altre “note” (le armoniche*) esattamente in rapporto 2:1, 3:1, 4:1 ecc., è un'essenza dinamica, un centro energetico che si irradia e raggiunge direttamente la nostra sfera sensoriale mediante la sua insita fisicità iper organizzata nel divenire temporale: è energia vibrante che ci corrobora e armonizza. Figuriamoci un intero brano musicale.
La musica è magia matematica, che è il linguaggio universale.
* Intuite da Cartesio nel '600, indagati successivamente da Thomas Pigot e altri, definitivamente provate da Joseph Sauveur nel 1701.