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Libro Eroi Elettrici

Ernst Chladni e la "magia" visibile della musica

25/12/2021

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La magia di un’invisibile energia che viaggia nell’aria e colpisce il nostro udito incantandoci.
Basta una nota per attirare la nostra attenzione; per emozionarci, stregarci…
La musica crea un‘atmosfera che altera in modo profondo la nostra percezione dell‘ambiente circostante; appena quei suoni smettono di far vibrare l‘aria, la magia cessa.
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La musica tutta, anche quella appena abbozzata e non compiuta, ci dispone spiritualmente in un‘altra dimensione, donandoci sensazioni altrimenti impossibili, impressionando pure la nostra memoria: spesso anche dopo molto tempo basta riascoltare quella stessa musica che tanto aveva contribuito ad emozionarci per far riemergere quelle sensazioni.
Molti sanno che la musica è strettamente correlata alla matematica; pochi sanno che un fisico tedesco in piena epoca napoleonico-beethoveniana, Ernst Chladni, dimostrò, oltre due secoli fa e nel pieno senso etimologico ossia facendo vedere, questa correlazione.
Chladni rendeva visibili particolari forme geometriche che si componevano su una lastra metallica con su sparsa della sabbia. (Sistema bidimensionale rispetto a quello unidimensionale delle corde: per esempio tamburi e piatti di una batteria rispetto a chitarre e simili.)
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Con un archetto da violino sfregato in un punto del bordo delle lastre le poneva in vibrazione producendo un suono con una particolare frequenza, generando ventri (vibrazioni massime di un’oscillazione d’onda), separati da linee nodali (vibrazioni minime di un’oscillazione d’onda); si possono generare ulteriori nodi toccando un altro punto con un dito.
Così si producono vari modi vibratori, e la sabbia, quasi danzando, si raccoglie in quelli di vibrazione minima allontanandosi da quelli di vibrazione massima.
Pertanto si realizzano varie figure variando modalità di eccitazione delle stesse lastre, oppure variando lastre.

​Successivamente il matematico francese Jules Antoine Lissajous  (1822-1880) ha ideato un apparato per la visualizzazione della composizione di due movimenti vibratori perpendicolari (e paralleli).
Due diapason, specchietto, schermo per l'osservazione, e una lampada come fonte di luce.
Si ottengono delle immagini che visualizzano la combinazione delle due vibrazioni dirigendo un raggio di luce sui due coristi e poi sullo schermo.
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Nel caso dei diapason disposti perpendicolarmente sono generate particolari figure (poi dette di Lissajous), variabili nella forma al variare del rapporto fra le frequenze. Nell’era moderna si possono realizzare tramite oscilloscopi.
Sempre nell’Ottocento fu inventato l’armonografo, sistema  meccanico che usa due (o più) pendoli che stabiliscono il movimento di una penna rispetto alla superficie sulla quale si vuole tracciare un disegno. Modificando il rapporto tra le frequenze dei due pendoli si realizzano vari tipi di curve comprese quelle di Lissajous.
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Da sottolineare che queste figure così “armoniche” sono il risultato dei fondamentali rapporti frequenziali musicali, ossia quelli di ottava, quinta, quarta, terza ecc., quelli che sin dai tempi di Pitagora hanno consentito di sviluppare la musica partendo da precisi argomenti matematici.
​
Dunque anche solo una nota, che rammento ha insite altre “note” (le armoniche*) esattamente in rapporto 2:1, 3:1, 4:1 ecc., è un'essenza dinamica, un centro energetico che si irradia e raggiunge direttamente la nostra sfera sensoriale mediante la sua insita fisicità iper organizzata nel divenire temporale: è energia vibrante che ci corrobora e armonizza. Figuriamoci un intero brano musicale.
La musica è magia matematica, che è il linguaggio universale.

* Intuite da Cartesio nel '600, indagati successivamente da Thomas Pigot e altri, definitivamente provate da Joseph Sauveur nel 1701.
​
Su YouTube si trovano alcuni video che mostrano sia la maniera originale di Chladni sia quella moderna di ciò, sotto qualche esempio.
Qui in azione armonografi moderni.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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