La poesia è “l’arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini implicano rispettivamente e principalmente la presenza o l’assenza di una restrizione metrica”. Così l’Enciclopedia Treccani.
Il legame tra poesia e musica (quella pura, la strumentale) si basa anche sulla caratteristica che la poesia si differenzia dalla prosa giacché ogni elemento retorico di quest’ultima ha il fine di realizzare un’espressione concettuale più chiara possibile, trasmettere un preciso contenuto semantico, mentre la poesia tende a trasfigurare, trascendere, trasgredire la diretta significazione, moltiplicare la sua immaginifica potenzialità evocatrice.
Pertanto rispetto a un normale testo quello poetico è al contempo più esteso e più profondo mediante una sintesi linguistica basata su ritmi e fonetica.
E si sa, che se è vero che la musica ha un suo lessico, grammatica, sintassi ecc. che può suscitare sensazioni che a loro volta possono essere connesse simbolicamente a qualcosa di comunicativo, è altrettanto vero che è asemantica.
Pertanto i punti di contatto tra poesia e musica sono ritmo, fonetica e in parte una sorta di ambiguità polisemica-sensazione asemantica. Tuttavia c’è una paradossale divergenza nell’attribuire qualità poetica a una musica, dunque torniamo al quesito: quando e perché diffusamente si ritiene poetica la musica?
Se la poesia si caratterizza per la metrica, quindi per ricorsive ritmiche, che l’avvicina alle peculiarità principali della musica ossia a suoni particolarmente misurati, accentati, organizzati in precisissime modalità matematiche, la qualità poetica di una musica comunemente si attribuisce quando trascende le rigorose misure matematiche dell’organizzazione sonica.
Quando i suoni dissolvono l’incessante scansione, trasfigurano fluttuando come sospesi, levitando senza gravità; il tempo rallenta, quasi si ferma, lo spazio si amplia, tutto si dilata…
Ecco allora che la musica è meno terragna e più aerea, meno connessa a quei cicli legati al tempo, fisicamente vitali; trasgredendoli emana un ancor più immateriale e misterioso messaggio che dona un respiro diverso, essenziale. Quel profondo e quieto soffio che sovente manca, ma quando presente ci pacifica, ci riconcilia armonizzandoci col mondo.