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Jazz-Rock musica "difficile": il caso Brand X

1/5/2019

2 Comments

 
Il Jazz-Rock è il genere che ha avuto meno fortuna, il suo periodo dorato è persistito davvero poco, meno ad esempio del contemporaneo Progressive che, successivamente, fu più celebrato e “resuscitato”. ​
​Nato a cavallo tra i Sessanta e i Settanta si è imposto sullo scenario internazionale sul finire del 1971 con il primo disco della Mahavishnu Orchestra The Inner Mounting Flame. 
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Fece furore, influenzando molti grandi artisti anche di altri generi, ma già dopo soli cinque anni per vari motivi il Jazz-Rock è entrato in crisi e in sostanza sul finire dei Settanta era morente. 
​In qualche modo il posto di questa musica strumentale e alta lo prese il genere Fusion, che durò un po’ di più, a fronte di semplificazioni di molti fattori, per l’attiguità al cantabile Pop e al ballabile Funk.
Brand X è stato un gruppo inglese di Jazz-Rock piuttosto particolare perché ha debuttato nel 1976 (Unorthodox Behavior) nel periodo di piena crisi del genere, eppure ha avuto un buon seguito; certamente per la sua gran caratura musicale, ma anche perché aveva un asso nella manica: Phil Collins. All’epoca questo grande artista aveva preso in mano le redini dei Genesis, e nei Brand X fungeva oltre che da magnete attrattivo per gli appassionati di musica impegnativa, da batterista e compositore.
Collins ha partecipato in modo continuativo solo per i primi due album in studio, poi in maniera parziale*.
I Brand X produssero sei dischi dal ’76 al 1980, e come spesso accade i primi sono i migliori, Masques, il quarto (1978), il più maturo (l’unico senza Collins).
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È un gruppo affascinante perché poderoso e compatto, veloce e aggressivo, ma anche atmosferico e dilatato, capace di generare raffinati scenari non di rado alquanto esotici; peraltro aveva un fuoriclasse al basso elettrico fretless: Percy Jones.
​
I Brand X onorano alla grande il Jazz-Rock che ha nel suo DNA, oltre a superiori qualità strumentali dei singoli musicisti (che siano impegnati in assoli o accompagnamenti) e forme strutturali non comuni, anche fantasmagorici unisoni (per esempio “The Poke” in Masques) e ritmi particolarmente intricati (quand’anche espressi pure in una sola scioltissima battuta di 4/4 quasi funky come quella del pezzo “Ish” pubblicato nell’ottimo disco dal vivo Livestock del ’77). Il pezzo d’apertura (“Nuclear Burn”) del loro debutto discografico, principia con un breve unisono basso-batteria e un ritmo di 11/8, subito appresso ancora unisoni di tutti e ritmi in 7/8… il biglietto da visita dei Brand X.
Peraltro si pregiano diffusamente di particolari derive armoniche, fornite spesso da fantasiosi interventi bassistici, e di peculiari parti e suoni di percussioni, più di colore che di ciclici disegni ritmici (non distanti come concezione da quelli dei Weather Report, ma differenti).

Insomma il Jazz-Rock è un genere molto particolare e impegnativo, che, infatti, ha avuto poco seguito anche perché richiede al fruitore un assetto all’ascolto profondo e concentrato, di essere munito di voglia di seguire dettagliatamente la musica. E i Brand X non fanno eccezione, richiedono parecchio.
E se è vero come è vero che la Fusion è stata fatta da pochi ed è divenuta musica rara, il Jazz-Rock lo è ancor più: è un tanto piccolo quanto importante patrimonio musicale del ‘900, pertanto andrebbe riscoperto, magari affrontandolo un po’ alla volta: può dare immense e speciali soddisfazioni.
Tuttavia, per chi non è abituato, ascoltare un intero disco di Jazz-Rock può essere letale; d’altronde i Brand X ci iniziano con “Nuclear Burn”…
 
 
*Per Product (’79) e Do They Hurt? (‘80) si formarono in seno al gruppo due fazioni che avevano in parte nuovi membri: quella di Collins virata a una contaminazione col Pop-rock e quella di Percy Jones rimasta di duro e puro Jazz-Rock. 
2 Comments
Antonio
5/5/2019 00:52:19

Meravigliosi, che bei ricordi! 🙂

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stefano
5/1/2022 17:52:13

andai a un loro concerto a roma al teatro palladium allora fatiscente e sede di vari concerti di gruppi diciamo non famosissimi organizzati da un emittente radiofonica di nome radio rock nonostante la sbornia del chitarrista fu un concerto strepitoso se non erro era fine anni 80

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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