Carlo Pasceri
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Frequenze "diaboliche", l'energia straordinaria del tritono

10/11/2022

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Ancora oggi si ritiene diffusamente (anche in autorevoli enciclopedie) che nel Medioevo si credesse che in musica ci fosse una particolare combinazione di suoni dissonanti in grado di evocare il diavolo (pure fosse solo metaforicamente); che quindi sarebbe stata severamente vietata in quell’era umana così tanto religiosa quanto superstiziosa: è falso. 
Non c’è alcun riscontro a ciò a tutti i livelli, né documentali né nella prassi.
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Forse chi ha ingenerato questo fu il compositore e trattatista austriaco Johann Joseph Fux, che nel 1725 pubblicò un fortunatissimo trattato musicale sul contrappunto e fuga chiamato Gradus ad Parnassum.
È in questo libro che per la prima volta si trova “Mi contra Fa est diabolus in musica”, l’autore asserisce che è un consumato proverbio. 
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(Peraltro la distanza Mi – Fa non è tritonica ma semitonale*.)
La presunta formula di magia nera sarebbe semplicemente suonare l’intervallo di tritono (spazio di 3 toni tra due note, per esempio Do – Fa#); dunque questo sarebbe il diabolus in musica.
​
Comunque nel XX secolo ci fu il riff con meno note e più famoso di tutti avente il tritono.
I Black Sabbath esordirono (1970) nel disco e pezzo omonimi con un riff, costituito soltanto di 3 note, destinato a fare proseliti in tutto il mondo e per i decenni a venire tra le fila degli appassionati dell’occulto maligno, o anche solo del Rock più tenebroso. 
Del resto fu “ispirato”, diciamo così per simpatia verso i Black Sabbath, dal solito Mars di Gustav Holts*.
D’altronde, seppur non vietato nei termini succitati, si tendeva a usare con molta cautela l’intervallo tritonico sia nella musica medievale sia in quella successiva, ma dall’Ottocento, dall'epoca romantica in poi, ci fu un uso alquanto esteso di tale potentissimo intervallo dissonante.
​Merita un piccolo approfondimento, possiede molte peculiarità.

È realmente dissonante (il più dissonante dopo quello semitonale) solo se suonato contemporaneamente alla nota con la quale costituisce l’intervallo, quindi in maniera armonica, perché la dissonanza (o consonanza) è data dalla contemporaneità non dalla successione delle note (maniera melodica).
Pertanto se suonato melodicamente non è dissonante, tuttavia è parecchio inusuale e difficile da intonare (anche per la disabitudine di ascoltarlo ed effettuarlo).
Il tritono (corrispondente alla quarta aumentata o quinta diminuita) è sia affatto dissonante sia difficilmente intonabile perché la sua insita vibrazione frequenziale è molto complessa. 
Mentre i suoi immediati vicini di quinta e quarta giusti (quindi il tritono è il loro intermedio nella scala Cromatica) sono in assoluto dopo quello di ottava (2:1) gli intervalli musicali più consonanti, vibrazioni semplicissime, stabilite dai rapporti più elementari possibili: rispettivamente 3:2 e 4:3.
Il tritono è stabilito da un rapporto di 7071/5000.
E il tritono è lo spazio che fende a metà quello di ottava***; infatti, l’ottava è costituita da sei toni (quindi 12 semitoni, di qui il nostro sistema musicale basata sulla scala Cromatica dodecafonica).
E coincidenza vuole che l’etimo della parola diavolo sia “gettare attraverso”; separatore.

Insomma, facendo la tara alla sua infondata e cattivissima ma affascinante reputazione, il tritono sprigiona un’energia straordinaria generata dalla super tensiva collisione tra due note peraltro alquanto distanti frequenzialmente tra loro.
Ma anche se suonato in successione si percepisce qualcosa di arcano, di misterioso, pure originato dalla complessità armonica intima di ogni nota, all’essenza data dagli armonici di cui è composta.
Il tritono è ambiguo, ambivalente, tanto correlato alle note in assoluto più importanti del sistema musicale universale ossia l’ottava, la quinta e la quarta (tra loro quindi strettissime parenti: basti pensare che una quarta + una quinta dà un’ottava) quanto a esse è estraneo.
E cosa c’è di più intrigante di un qualcosa che fa potentemente parte di un tutto ma di esso è il più alieno?

* È scritto che è sbagliato raggiungere quelle note mediante salti tritonici perché sono difficili da cantare e suonano sgradevoli.

** La campana è intonata in Re, e suona insieme col Sol e col Do# del riff, andando così non solo a fornire un’atmosfera da messa nera ma pure a rinforzare musicalmente l’effetto tritonico.

*** Però il tritono non corrisponde fisicamente alla metà aritmetica dell’ottava, frequenzialmente lo è l’intervallo di quinta: per esempio tra il La 220 Hz e la sua ottava superiore che è quindi 440 Hz, a 330 Hz c’è il Mi. Il tritono, Mib o Re#, è 311 Hz: l’intermedio geometrico dello spazio fondamentale dell’ottava.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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