Tratto dal libro Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Robben Ford è uno dei massimi chitarristi fusion di sempre. E quando si tratta di Fusion non ci si deve riferire semplicemente a un raffinato stile strumental-borghese di colto Pop-funk venato di Rock, ma a un sofisticato genere che ha come matrice il Jazz, e quindi una importantissima e adulta radice musicale: se non si padroneggia la grammatica e la sintassi jazz non si può tessere un serio discorso di musica Fusion. Questa è la ragione per cui anche grandi chitarristi rock non hanno accesso a questo genere.
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Il Blues è tra le meraviglie musicali del Novecento. Infatti, all’alba dello scorso secolo in Occidente, una delle novità musicali più importanti è stata proprio l’apparizione del linguaggio jazz-blues di matrice afroamericana, che si è affiancato e sovrapposto a quello classico-europeo.
È stupefacente la capacità di alcuni artisti nel rendere interessanti cose costituite da elementi più che semplici… Con fattori minimi e comunissimi si possono conseguire ottimi risultati.
Il 10 ottobre 1969 viene pubblicato il secondo album solista di Frank Zappa, "Hot Rats". E' uno dei dischi fondamentali di questo magnifico compositore-chitarrista; e siccome tra i maggiori artisti musicali del Novecento, deve essere preso in seria considerazione da chiunque sia interessato alla grande musica, senza peraltro sforzarsi più di tanto: Hot Rats ha una superficie scorrevole e smussata ma con contenuti notevoli al suo interno.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Brian May è stato tra più importanti chitarristi elettrici in assoluto. Non semplicemente perché ha fatto parte di uno dei gruppi rock più pregevoli e apprezzati della storia di questo genere, i Queen, ma perché si è distinto dagli altri chitarristi nell’andare a costruire, con la sua chitarra, musica a tutto tondo. Le sue parti chitarristiche, maestose in termini di quantità e straordinarie in termini di qualità, sono da antologia, da manuale del perfetto chitarrista rock.
Amicizia è un termine che oggi sottende un istantaneo dare/avere, che si consegue col ridottissimo movimento di un dito; merce di bassissimo pregio sia astratto sia pratico, perfettamente anonima e superficiale; a volte effetto di asseriti entusiasmi per qualcuno o qualcosa da condividere per consolidarli. Amicizia è in realtà principalmente un incontro morale, ed è in tal senso una realizzazione di equità creata con l’armonia; ed è possibile vera e feconda armonia solo tra entità dissimili: quelle simili fanno coro unisono, rafforzano all'istante ottuse energie proiettandole solo in modo rettilineo, non si espandono in tutte le direzioni gradualmente nel tempo, effetto di ponderazioni e mediazioni. La vera amicizia ha acuta intensità energetica fuori di sé.
Castello di Carimate, dintorni di Como, autunno 1979, si sta registrando il terzo disco del giovane ed emergente cantautore napoletano Pino Daniele, quello che lo proietterà nell’empireo della musica italiana: Nero A Metà. I dischi immediatamente successivi eleveranno Daniele ancor più, confermando che non solo è nata una stella, ma che splende sicura come quella polare; allo zenith. Il disco è intriso di qualità a tutti i livelli; sarà un capolavoro.
Comunemente si pensa alla tecnica esecutiva musicale in modo errato. Moltissimi misurano il tasso tecnico di strumentisti/brani/gruppi prestando attenzione soltanto all’eventuale presenza di esecuzioni di passaggi musicali estremamente rapidi e netti (di solito a note singole pertanto melodici). Certamente non è sbagliato, ma assai parziale. Oltre a questo elementare aspetto della tecnica musicale, la mera meccanica del quanto (più rapidamente e nettamente possibile), c’è quello sofisticato del come ossia la cosiddetta pronuncia musicale, e il cognitivo quando ossia intendere delle misure ritmiche-metriche: sono gli aspetti più importanti e avanzati.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Steve Vai (con Joe Satriani) è stato il chitarrista rock più importante dell’era post Edward Van Halen; dunque degli ultimi trent’anni. Primato dovuto anche per l’oggettiva crisi che ha attanagliato la musica di questo periodo (e non solo di genere Rock); ma tant’è. Se è vero come è vero che in quegli anni ci fu un altro chitarrista di gran talento, seguitissimo dagli appassionati, ovvero Yngwie Malmsteen, è altrettanto vero che il tasso d’innovazione e duttilità che successivamente Steve Vai ha dimostrato è certamente superiore; incomparabile.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Erede del chitarrismo pioneristico di Robert Fripp, espresso esplicitamente nei dischi con Brian Eno “(No Pussyfooting)” (’73) ed “Evening Star” (’75), l’americano David Torn ha iniziato nei primi anni Ottanta la sua sperimentale ricerca fondata su una sintesi musicale soprattutto mediante generazione di loop e droni, saldando il Rock, l’India, il Jazz e la musica elettronica. Modalesimo cibernetico. Registrazioni estemporanee di strati sonori di chitarra elettrica (tramite complicate catene di sofisticati processori elettronici) che, non del tutto in modo prevedibile nella forma e nel contenuto, vanno a plasmare cornice e tela musicale negli istanti che si susseguono dell’atto stesso della loro realizzazione.
Se è vero come è vero che la qualità di un’opera è genericamente data dal suo tasso di originalità, Frank Zappa è riuscito a nobilitare il Rock attraverso quella procedura compositiva che questo genere, anche e soprattutto tramite lui, dalla metà dei ’60 ha applicato: la totale assenza di limiti (se non quelli dati dalle conoscenze, spessore e gusto dei musicisti) nell’andare a usare qualsiasi fonte per produrre musica. Dunque Zappa ha realizzato opere creative mediante un’intelligente decomposizione-composizione. E questo era talmente manifesto, che lo hanno subito capito tutti: non c’era bisogno di conoscere profondamente la musica e analizzare la sua, per cogliere l’enorme diversità tra lui e il resto del Rock.
Jeff Beck ha iniziato verso la metà degli anni ’60 a farsi notare come chitarrista elettrico con spiccate doti tecniche e di fantasia, grintoso e sorprendente, sostituendo nel 1965 Eric Clapton negli Yardibirds: era il più moderno. Con l’avvento di Jimi Hendrix fece un passo indietro, si ripresentò nel biennio ’68/’69 con due dischi a suo nome, Truth e Beck-Ola, non così importanti, in ritardo rispetto a quello che stava accadendo: rock-blues cantato alquanto scontato con esigue impennate chitarristiche di livello...
Bundles del 1975, ottavo disco dei Soft Machine, è stato ed è tuttora un disco sottovalutato. Bundles è un disco differente dagli altri dei SM: il preminente inserimento della chitarra elettrica solista, suonata dal grande Allan Holdsworth, è la caratteristica che più lo contraddistingue. Sicuramente meno sperimentale, quindi coraggioso dei suoi precedenti, più incline ad appoggiarsi sulle parti solistiche, ha più respiro improvvisativo e meno creatività compositiva. Tuttavia, oltre a brillanti solismi, ha delle parti compositive non irrilevanti, anzi qua e là ragguardevoli…
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Franco Mussida (Milano, 21 marzo 1947) è stato un protagonista della musica italiana, in particolare del Progressive dei primi anni Settanta: tanta musica importante è sgorgata dalle sue sapienti dita, anzi, spesso l’ha creata direttamente lui stesso, come principale autore del nostro gruppo Rock più significativo, la PFM.
David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young, i CSN&Y, sono stati una tanto breve quanto strepitosa avventura musicale. Tutti chitarristi-cantanti e autori, hanno debuttato, senza Young, l’anno precedente con l’ottimo Crosby, Stills & Nash poi con Déjà vu, hanno assestato un gran colpo anche in termini di vendite: fu un successo; meritato. Loro arricchiti, ma pure il Rock con loro...
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Per vari motivi e circostanze la stima chitarristica di David Gilmour è un po’ sbilanciata: per circa trent’anni parecchio sottovalutato, da una ventina a questa parte un po’ sovrastimato… Un bravissimo chitarrista rock, tra i più completi perché in grado di destreggiarsi con perfetta efficacia nei tanti ruoli che di solito richiede un gruppo rock che non sia meramente immerso nella solidificazione hard, irrigidito nel Metal o conformato nel Pop.
Astronavi, propellenti speciali, rampe di lancio, sogni, visioni cosmiche… gli anni Sessanta ci hanno portato nello Spazio; chissà perché fu anche l’epoca della messa in orbita del Rock. Ci furono costellazioni di gruppi e movimenti, stili con stelle, meteore e comete, pletore di pianeti e satelliti; alcuni sparirono quasi subito, altri durarono molto; alcuni tuttora in orbita, ci girano intorno… Patto è stata una cometa inglese di tre dischi per tre anni (’70 - ’72): Patto (‘70), Hold Your Fire (‘71), Roll 'em, Smoke 'em, Put Another Line Out (‘72); pubblicato postumo a metà dei ’90 Monkey's Bum del ‘73.
Tony Iommi più di altri suoi colleghi guitar heroes, ha legato sé stesso alla vicenda di un gruppo musicale: i Black Sabbath. E questo gruppo, nato in Inghilterra sul finire degli anni Sessanta, è molto importante per lo sviluppo musicale del Rock. Iommi con i Black Sabbath (Ozzy Osbourne voce, Geezer Butler basso e Bill Ward batteria) non ha puntato solo sul nome, sui titoli e sull’iconografia per suggestionare gli ascoltatori; nella sostanza è un gruppo musicale davvero peculiare, è quello che ha dato vita al genere Heavy Metal.
Neil Young da mezzo secolo il cantautore-chitarrista dalla voce infantile e dalla chitarra, sia acustica sia elettrica, sempre colorata di grande rock. Questo artista scarmigliato (in tutti i sensi) è il precursore del grunge (ed estimatore del punk). Sempre piuttosto prolifico e attivo. Sembra un paradosso, ma Young, seppur fortemente ancorato alla tradizione, è ed è sempre stato un iconoclasta. Ciò ha fatto sì che le sue opere siano sempre state ben accette da alcuni, ma pure criticate da altri.
Gary Moore il chitarrista rock camaleonte per eccellenza; nel corso della sua lunga carriera, iniziata nei ’70 e continuata fino alla sua prematura morte avvenuta nel 2011, in tutti i generi e gli stili che ha affrontato, è sempre riuscito a ritagliarsi vaste porzioni di successo sia tra gli specialisti (i chitarristi) che di pubblico. Seppur impegnato a confrontarsi con bravissimi chitarristi, Moore è riuscito a emergere perché lui era una sorta di prototipo del potente chitarrista rock.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Aprile 2024
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