Forse la discendenza chitarristica di Vai nei confronti di May e Di Meola è meno manifesta di quella da Hendrix/Van Halen (suoni inusitati, leva vibrato, strilli e tapping) e Zappa (tecnica articolativa del fraseggio ritmico ed etniche scelte armonico-scalari), tuttavia del chitarrista dei Queen è parente la grandissima cura formale sia esecutiva che sonica, insieme con la straordinaria capacità nell’orchestrare incredibili plotoni di chitarre armonizzandole polifonicamente; di Di Meola il rapidissimo, aggressivo e nettissimo plettrato, con talune linee melodiche canterine di carattere classico-diatonico, a volte innestate in eterogenee tessiture musicali anche in “unisono” con altri strumenti.
Oltre il suo stile strumentistico anche la composizione dei brani risente di questa pletora di importanti e variegati lignaggi, pertanto sovente la sua musica è articolata e impegnativa, molto più di quella del “fratello” Satriani (amici sin da ragazzi: Vai prese lezioni da lui), più semplice e diretto.
Steven Sirio (questo il suo nome per esteso) è attivo discograficamente dagli anni Ottanta: dopo l’ingaggio (’80-’82) con quel genio che risponde al nome di Frank Zappa, ha debuttato nel 1984 con il suo Flexable. Poi una piccola ma importante serie di supplenze, cominciando proprio a sostituire nel 1985 Malmsteen nel gruppo degli Alcatrazz, con i quali si esibì in concerti e registrò un buon disco (Disturbing the Peace, 1985).
Ma il “botto” Vai lo fece subito dopo, con il sopraggiunto ingaggio da parte dell’ex cantante dei Van Halen, David Lee Roth, partecipando ai suoi primi due dischi solisti: lo fece conoscere al gran pubblico rock. Poi, nel 1990, coi Whitesnake fu un altro buon affare…
Su quest’onda perfetta finalmente nel 1990 il suo secondo disco solista, Passion and Warfare, il suo capolavoro. In seguito una serie di buoni e ottimi dischi, tra cui spicca Sound Theories del 2007, live con orchestra.
Oggi la nettissima maggioranza di chitarristi (rock ma non solo) è sulle scie delle scie, schiume e bollicine gasate tutte uguali che rivaleggiano per ottenere la palma del funambolo del momento, però Tritone, ancora vigile e in ottima forma, rimane lui: Steve Vai.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra