Il Rock è diventato adulto e maturo pure perché dalla sua pre-adolescenza ha avuto in forze questo titano: Zappa lo ha preso per mano e fatto crescere in fretta; e lui con esso.
Dunque per Zappa era da tempo prassi compositiva l’uso dello studio di registrazione come strumento aggiuntivo, manipolazione nastri e impiego di effetti, e Uncle Meat (disco uscito il 21 aprile 1969) non fa eccezione, anzi. Peraltro il disco ha avuto una lunga gestazione ed è stato pubblicato non poco tempo dopo dalla sua ideazione e registrazione; sembra che insieme a We're Only in It for the Money, Cruising with Ruben & the Jets e Lumpy Gravy (l’altro suo disco “serio”), tutti dischi di quel periodo, facesse parte di un unico mega progetto…
Pensato inizialmente come colonna sonora di un omonimo film, Uncle Meat è un doppio album, il sesto di Zappa, che, insieme al già citato Lumpy Gravy (dell’anno precedente) e al successivo Hot Rats (estate ‘69), tra poche ironie, sberleffi e “bassezze” Rock’n’Roll, attestò l’apice del suo fare musica in quel tempo. Tutte le altre sue precedenti opere, fino a queste, hanno la proporzione invertita tra musica più “pesante”, d’impegno, e quella più disimpegnata, “leggera”. Con questo disco ha pure ipotecato la paternità di molte caratteristiche dell’ambito Jazz Rock, considerando in particolar modo le composizioni The Legend Of The Golden Arches, Prelude To King Kong e King Kong.
(Nella versione CD il disco 2 contiene tracce aggiuntive: Tengo Na Minchia Tanta, con testo in lingua italiana cantato da Massimo Bassoli, e due estratti dai dialoghi del film progettato in nuce, uno addirittura di quasi quaranta minuti.)
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