Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Il chitarrista Pino Daniele

16/2/2014

32 Comments

 
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
​
Pino Daniele è uno dei chitarristi italiani più bravi in assoluto (ma pochi se ne sono accorti). Senza andare ad analizzare il suo pur ottimo lavoro di accompagnamento, in un quadro di riferimento dei chitarristi più evoluti, anche turnisti professionisti, i suoi interventi solistici sono su un piano diverso e superiore.
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Daniele è sempre stato a suo agio nel tracciare improvvisazioni o comunque archi melodici solistici nell'uso delle varie “declinazioni” dello strumento chitarra: classica, elettrica (sia “pulita” sia “sporca”) e sinth. Mai pretestuoso e sempre opportuno, il flusso delle sue idee è stato spesso originale senza essere bizzarro, anzi...
Nel realizzare assoli ci sono aspetti comuni a tutti i grandi solisti e che appunto li differenziano e li elevano rispetto ad altri musicisti: per meglio comprendere l’operato di Daniele, seppur brevemente, li andremo ad analizzare.
Innanzitutto l’originalità del flusso è data dalla non adozione di quelle efficaci formulette idiomatiche e locuzioni fraseologiche melodiche consumatissime dall'uso e dall'abuso storico (lick e pattern): così almeno Daniele si è allontanato dalla banalità e si è dovuto sforzare, riuscendoci, di manifestare idee musicali più fantasiose, accumulate e ordinate con più emancipazione.

​Non ci sono nemmeno gli andirivieni per le scale musicali come si eseguono appunto quando ci si addestra, e poche reiterazioni di porzioni di scale dislocate ad hoc per modellare sorte di frasi, ma una libera e creativa associazione di note che attiene anche ad assegnazioni di durate sincopate pertanto poco lineari e simmetriche (ritmica). Infatti la scansione metronomica, perlomeno nei suoi accenti predominanti convenzionali (forte/debole), non è “vissuta” da Daniele come costringente il flusso fraseologico e le note non sono pronunciate a grappoli come multipli pari della scansione principale: se la scansione è quarti a 100 bpm la maggior parte delle note non sono ottavi a 200 bpm, sedicesimi a 400  bpm ecc., pertanto di durata come prestabilita e quindi con uniforme e prevedibile “ritmica”. 
Anche quando deve iniziare e finire le frasi (oltre che nel fraseggio intermedio), Daniele non si preoccupa di stare necessariamente sui e nei tempi convenzionalmente assegnati, questo gli permette un pensiero musicale che travalica le cesure delle battute; almeno per un po’ (Es. Keep On Movin, Annaré).
Tutto questo insieme con un’articolazione tecnica (il controllo esecutivo delle quattro fasi d'inviluppo sonico: attacco, decadimento, sostegno e rilascio) di livello superiore, poiché le scelte predominanti di controllo di emissione sonica sullo strumento (pronuncia) sono anch'esse prive di schematicità limitanti: sia quello dato dalla mano destra dinamico e timbrico (curve d’intensità di volume sonoro, accenti, staccati e gli armonici) sia quello dato dalla mano sinistra che è determinato sulla chitarra con bending, legati, hammer on - pull off, glissati, vibrati, ecc. (Es. Ue Man,  Puozze Passà Nu Guaio, Io Vivo Fra Le Nuvole,).
Nella musica del chitarrista napoletano gli episodi non prevalgono sulla trama: le canzoni non sono pretesti per assoli, anzi, spesso l’effetto di un suo ottimo assolo è per causa di un’ottima canzone che è, di fatto, pure interpretata e sviluppata proprio mediante quell'assolo. Daniele si pone, infatti, su quel piano d’intervento musicale che va al di là della semplice addizione della parte melodica solistica-improvvisativa come fosse una specie di adesivo che si applica alla superficie: a un ascolto attento degli assoli si distingue essendo più capace di altri di calibrare un creativo flusso d’idee coerenti con il brano stesso però senza usare quella astuta strategia che prevede di riprendere la melodia principale del pezzo e variarla un po’.
Lui esalta la continuità incoraggiando la progressiva conoscenza della sua espressione musicale, con un moto dinamico e rutilante della trasformazione stessa nella successione temporale degli eventi musicali con mutazioni minime ma incessanti: l’assolo in questo quadro è il massimo grado di mutazione, ma nella cornice della rappresentazione stessa di un intreccio di costanza narrativa, senza forti irruzioni né espressive né di contenuti.
Daniele, facendoci accettare quel continuum narrativo, non permette facilmente l’emersione della sua peculiarità qualitativa nel ruolo di chitarrista solista: questo è perciò il suo pregio/difetto.

Daniele si pone su quel piano d’intervento musicale che va al di là della semplice addizione della parte melodica solistica-improvvisativa come fosse una specie di adesivo che si applica alla superficie

Insomma a differenza di alcuni grandi solisti, che dal contesto emergono quasi prepotentemente, lui concretizza idee musicali che si sviluppano in una maniera particolarmente scorrevole producendo ulteriori micro melodie derivate direttamente dal linguaggio del brano stesso, pertanto sagoma interventi che sembrano la continuazione del discorso in atto e che s’innestano nei brani in modo naturale. In questo modo egli realizza assoli ineluttabili, quasi “dovuti”, che, proprio per questo, possono sembrare un po’ scontati… (Es. Appocundria, Voglio di più, Viento e Terra, Sono un cantante di Blues.). 
Tuttavia è evidente che ciò che Daniele ha voluto modellare e produrre è appunto questa compattezza dialettica ed espressiva: la massa del tutto e non il particolare elemento. 
Talvolta il materiale scalare scelto dal musicista napoletano, già poco dopo l’inizio carriera, perciò nei primi anni ’80, non era quello del comune chitarrista di rock e dintorni, e quindi il più esteso lessico base optato gli ha offerto ulteriori condizioni di sviluppo del linguaggio musicale (Es. Tarumbò e Mo’ Basta pt2, in Sciò live ’84, Soleado).

P.S. Segnalo inoltre tre brani contenuti in dischi di altri nei quali Pino Daniele ha suonato, realizzando dei notevolissimi assoli: Stand Up e Things Must Change (Richie Havens “Common Ground”), Se Guardi Su (Claudio Baglioni “Q.P.G.A.”).


Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra
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32 Comments
Andrea Di blasi
25/2/2014 06:10:32

Che piacere leggere in questi termini di un musicista che spesso viene associato alla canzone melodica... o quasi!
Condivido il pensiero che vede Daniele come un capace delineatore di curve musicali che si muovono tra un accompagnamento, misurato e mai confuso, e prestazioni solistiche che impreziosiscono il brano senza mai uscire fuori tema.
Effettivamente non ho mai pensato che fosse un musicista "spaccone", di quelli che deve dimostrare quanta manualità ha, eppure ne ho sempre apprezzato sia la capacità di creare ambienti morbidi e rilassanti quanto l'energia che mette nel sferzare pennate energiche e pulite. Dico pulite perchè ascoltandolo non avverto mai momenti di confusione e "inciucio", ma sempre una profondità nella quale si possono individuare tutti i livelli inseriti con estrema chiarezza.
Bravo Carlo per aver menzionato un ottimissimo chitarrista/musicista come Pino Daniele che vale la pena riascoltare.

Reply
Valentina
12/5/2014 17:44:57

Grazie! pochissimi celebrano il Pino Daniele chitarrista!!

Reply
Pasquale
30/10/2014 16:50:33

Che scale usa e ha usato di piu' Pino? A me risulta spesso difficile capire che tonalita' hanno i suoi brani. ad esempio ho provato ad analizzare viento,e'semp sera e quando. Noto sempre che ci sono tante note estranee alla tonalita'.Per esempio quando e'in mi minore ma ci sono tante note estranee ed anche in viento che dovrebbe essere un mix in re minore e la minore. sapresti dirmi di piu' per favore tu che sei un esperto? come compone Pino?

Reply
carlo pasceri
30/10/2014 22:54:46

Ciao Pasquale benvenuto,
ma in 4 righe hai fatto una serie di domande musicali così “tecnologiche” a cui non si può rispondere esaurientemente su un blog proprio perché Pino non è un musicista banale... Però ti posso dire che siccome lui da sempre è vicino al Jazz (come il grande Ivano Fossati), è nella composizione ben più avanzato armonicamente della media dei cantautori: le tue perplessità nel suonare/analizzare i suoi pezzi sono giustificate. Molti dei suoi brani non sono monotonali o con semplici e lunghi blocchi di modulazioni armoniche come accade di solito nel Rock e dintorni, ma altera il flusso armonico in divenire arricchendolo di accordi estranei le armonie “dettate” dalla ortodossa teoria diatonica tonale, pertanto non si limita a usare quelle vecchie e scontatissime formulette. Le scale che lui usa, oltre a quelle tradizionali del Rock (e talvolta qualcuna “esotica”), sono quella minore armonica e quella minore melodica con relativi arpeggi e note di passaggio alterate laddove sono “richieste”

Reply
Il Giusto
22/2/2015 16:01:04

Comment deleted

Reply
carlo pasceri
23/2/2015 02:02:06

Dopo aver risposto al commento di "Il Giusto" e lasciati per qualche ora pubblicati tutti e due, ho deciso di eliminarli perché quello di "Il Giusto" era solo offensivo e pretestuoso e nulla aveva d'interessante e propositivo rispetto all'articolo e agli altri commenti pubblicati né a qualunque altro argomento.

Reply
marco
13/6/2015 05:17:29

Bell'articolo Carlo! Pino se o merita tutto. Posso chiederti nel passaggio iniziale ( intro ) di " possu passa' nu guaio" che tipo di effetti usa Pino e se usa bicordi?
Un caro saluto e grazie
Marco

Reply
carlo pasceri
18/6/2015 15:19:22

Ciao Marco, scusa per il ritardo della risposta, piccolo disguido tecnico...
Allora sembra che Pino usi un phaser regolato leggero (in alternativa un simulatore Leslie tipo Univibe), poi c'è appena accennato effetto eco regolato stretto spostato verso il centro, circa 250 ms di ritardo, e nell'ultima frase (da 24") anche una leggera pedalata di wha-wha. Non solo bicordi, anche tricordi.
Ciao e a presto.

Reply
marco
19/6/2015 09:33:16

tricordi!!! mamma mia impossibile da fare allora almeno per me. Grazie comunque per la risposta un caro saluto

Reply
claudio sposato
29/11/2015 10:22:09

Grazie Carlo ho letto con grande interesse il tuo articolo su Pino ed è veramente una gioia al cuore sentire un addetto ai lavori come te elogiare le doti chitarristiche del grande Pino...concludo ringraziandoti ancora infinitamente e consigliando a tutti quelli che leggeranno questa mia risposta di andare a sentire il meraviglioso assolo di Pino su Buffalo Bill con la Mannoia De gragori e Ron...da brividi

Reply
salvatore link
5/2/2016 18:33:18

pino daniele e uno dei più grandi chitarristi x me.molto molto bravo.

Reply
ciro link
6/3/2016 15:27:46

X me pino e un grandissimo chitarrista di grandissimo livello.

Reply
Fulvio
21/10/2016 11:40:33

ciao, Carlo io ti stimo e ti apprezzo moltissimo coma chitarrista sei grande, volevo farti una domanda, nel brano sono un cantante di bleus che effetti usa pino daniele, come fa uscire quel suono grazie mille fulvio

Reply
carlo pasceri
22/10/2016 10:23:04

Caro Fulvio benvenuto,
non so a quale brano tu ti riferisca, comunque Pino nella sua lunga e bellissima carriera ha utilizzato episodicamente un po’ di tutto: wha-wha, talk box, chorus ecc., anche la chitarra sinth Roland! In studio si è avvalso dei comuni processori di delay e compressione, oltre che naturalmente del riverbero…
Ma il suo suono (di là delle molte chitarre elettriche e amplificatori che nel tempo a usato) è dato dal suo talento musicale, che gli ha fatto sviluppare una notevole tecnica e sensibilità che gli ha permesso di cavarne dei suoni spesso ottimi, a volte magnifici.
A presto

Reply
carlo pasceri
22/10/2016 13:19:45

(Ehm avevo letto male la tua domanda... Ha un po' di chorus e un bel po' di compressore, e poco riverrbero. Da 4'35", per una decina di secondi, ha un leggero octaver. La chitarra è quella che si vede un po' retrocopertina, quella scheletrica con corde in nylon.)

Fabrizio
31/10/2017 08:25:40

Ciao, complimenti per l'articolo. Mi sapresti dire come ottiene quel suono particolare nel brano "Na tazzulell 'e cafè" nella versione del'album "Terra mia".
grazie in anticipo

Reply
carlo pasceri
31/10/2017 16:20:06

Ciao Fabrizio, benvenuto...
Pino l'ottiene con l'effetto Talk Box portato alla ribalta da Peter Frampton qualche tempo prima, in particoalre con le sue hit Show Me the Way e Do You Feel like We Do.
A presto.

Reply
francesco lavorgna
30/11/2018 13:57:49

Salve Carlo , ti chiedo un aiuto prettamente tecnico a proposito del brano "TOLEDO" di Pino. La suono tutta egregiamente ma ho notevoli difficoltà di timbrica per non riesco a trovare l'effetto o gli effetti giusti per riprodurre più o meno fedelmente quel suono. Ho utilizzato una Strato del 1985 ed una Les Paul custom del 1982 .
Grazie per l'aiuto

Reply
carlo pasceri
30/11/2018 22:13:17

Benvenuto caro Francesco,
certamente per trovare timbri simili a qualcuno, usare strumenti simili aiuta, ma non è risolutivo, in special modo quando si tratta di grandi chitarristi elettrici come Pino Daniele.
In questo caso sappiamo che si tratta di una Gibson Les Paul Custom (selezionato magnete al manico) e un amplificatore o Yamaha G212 II o Music Man 122 RD 66 (tutte e due virati decisamente verso timbri alquanto “americani”, fenderosi-mesaboogiani). Dunque sconsigliati attrezzi tipo Stratocaster e Marshall, tanto per intenderci… Non ci sono effetti, salvo un po’ di ambienza (riverbero).
Detto questo però, tanto per fare un’analogia, si possono anche usare gli stessi identici colori (stesse marche dei tubetti), gli stessi pennelli (dimensioni, setole ecc.), le stesse tipologia di tele, ma dubito che mediamente si possano ottenere cose davvero molto simili ai grandi maestri pittori. La particolare mescolanza dei colori, i numeri di strati, il tratto con una certa pressione e velocità esecutiva e chissà quanti altri fattori, ne determinano il risultato finale.
A cotanto livello la tecnica articolativa del nostro strumento è una cosa piuttosto complicata.Quindi mi dispiace, ma più di questo non saprei aggiungere... Ah, nota a margine: adoro Toledo.
E' stato un piacere, a presto.

Reply
Michele link
27/6/2019 20:31:16

Ciao! Hai scritto un articolo molto interessante.
Toglimi questa curiosità riguardo al "tone" della canzone "la mia emozione più forte". Se seguo il panning, sento una chitarra classica amplificata, e sullo sfondo, appena appena accennata, una elettrica distorta. Dovrebbe essere così, anche perchè, altrimenti, non mi spiego quella specie di suono, che sfocia in una specie di feedback al secondo 0.21 (https://youtu.be/YO6GS86GPfA)
Forse mi sbaglio, sarà un effetto , o forse è una chitarra synth, non so davvero... Spero potrai eliminare questo mio dubbio. Ti ringrazio in anticipo :)

Reply
carlo pasceri
28/6/2019 07:06:39

Ciao Michele,
non è una chitarra distorta (non c'è peraltro alcun feedback, è un'impressione...), è la sua classica (presumibilmente la Paradis) interfacciata a un sinth.
A presto

Reply
Michele
28/6/2019 08:04:52

Tempestivo ed esauriente, ti ringrazio.

Michele
4/7/2019 17:31:27

Di nuovo ciao. Mi ero dimenticato di farti sentire questo live della canzone: https://youtu.be/yQdB5hOAL0k
Peccato per la qualità audio bassissima. In ogni caso, anche con una stratocaster, il suono è praticamente quello! Pazzesco.

Reply
Silvano boschin
23/9/2019 23:41:07

Ciao,bellissimo articolo!
Una domanda:quello che si sente su "just in me" all'inizio del brano,è un fuzz?se si,che tipo di fuzz?grazie e complimenti ancora.

Reply
carlo pasceri
24/9/2019 07:09:44

Ciao Silvano,
grazie, mi fa molto piacere ti sia piaciuto.
Però non so risponderti con certezza, da quel poco che si sente (fa pochissime note e nel registro basso, comunque molto simile a quello di Keep on movin' e Acchiappa acchiappa dove ha pure un leggero flanger) in effetti il timbro sembra derivi da un fuzz...
Ma penso sia più complesso, ossia una combinazione di filtraggi tra un distorsore insieme con la saturazione del suo ampli con un equalizzatore impostato in modo non usuale (peculiare il suono "strozzato" sui bassi).
A presto

P.S. Mi ha fatto molto piacere la domanda su questo pezzo: amo in modo particolare questo disco.

Reply
Massimo
11/4/2020 12:01:31

Complimenti per l’enorme competenza dimostrata. Vorrei sapere che effetti usa Pino Daniele in sciò. Grazie e ancora complimenti

Reply
carlo pasceri
11/4/2020 22:02:47

Buonasera Massimo,
grazie per l'apprezzamento.
Così, genericamente, non saprei rispondere, nel senso che se mi dici in quale brano o passaggio specifico posso magari tentare una risposta precisa...
Lui solitamente usava effetti convenzionali come chorus ecc., tuttavia in questo disco usa la grande novità di quei tempi ossia il recente modello (polifonico) della chitarra sinth Roland...
A presto.

Reply
Massimo
12/4/2020 08:22:49

Buongiorno e buona Pasqua.
Faccio riferimento alle parti di solo di
Mo basta, Musica musica, Yes I know my way,

carlo pasceri
13/4/2020 07:32:42

Buongiorno Massimo,
in quei brani Pino usa il Roland Guitar Synthesizer G-707/ GR-700.
E per completezza aggiungo che lo usa anche in Chillo è buono guaglione, Viento 'e terra, Tarumbò e Tutta 'nata storia.
Ciao.

Reply
Massimo
13/4/2020 11:19:45

Grazie mille.
Ancora complimenti per la competenza e professionalità

Luigi
17/8/2020 16:31:59

Buonasera,
non sono un musicista ma amo la musica di Pino da sempre e credo che la sua musica abbia fortemente influenzato il mio modo di essere. Da qualche anno "strimpello" la chitarra classica e attraverso strumenti come "tab" e altro, oppure anche qualcosa riprodotta ad orecchio provo ad emozionarmi con la sua musica…Credo che il materiale che circola su internet (soprattutto per chi non legge bene lo spartito come me) sia piuttosto scadente. Per caso può essermi di aiuto?

Reply
carlo pasceri
18/8/2020 06:37:03

Buongiorno Luigi,
mi dispiace, ma oltre alle pubblicazioni in vendita (non particolarmente attendibili però sufficienti), non mi so di altri suoi validi spartiti-intavolature.
Comunque, buone suonate del grande Pino.

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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