Sin dal primo disco del gruppo del 1973, acerbo ma già buono, ha, col suo esercito polifonico di chitarre armonizzate, stabilito dei primati in termini di quantità e qualità: nessuno tanto e bene come lui nel progettare e realizzare parti raffinate e creative tanto efficaci per l’economia dei brani.
Ciò ha mostrato che un chitarrista rock non è soltanto l’affascinante scapestrato e scapigliato guerriero con l’ascia in mano che, ispirato, si erge e si lancia come un moderno Braveheart in interminabili duelli tra la base musicale del resto del gruppo e se stesso. Eccitanti ma un po’ fini a se stessi a livello squisitamente musicale.
Brian May ha sempre lavorato per il gruppo, per il brano, per la riuscita della musica, a prescindere dalla sua affermazione individuale; gli è riuscito benissimo: Queen, gruppo di enorme successo, è ineluttabilmente legato alla voce di Mercury e alle sue chitarre.
Brian May non solo creativo architetto e colto ingegnere di magnifiche edificazioni armonico-melodiche tramite sovraincisioni di innumerabili linee monofoniche che sfruttavano elementi di verticalizzazione armonica parecchio estranea alla cultura e alla pratica dei chitarristi rock, ma alla bisogna anche accompagnamenti più ortodossi con accordi, sempre incisivi e personali anche solo per il timbro molto saturo e scuro: di solito era il contrario. E, naturalmente, le parti di assoli nei quali addensava molte di queste peculiarità…
Alcuni riferimenti delle peculiarità del suo enorme lavoro, che andava ben oltre quello di normale amministrazione del bravo chitarrista rock con radici blues, si trovano già nel disco d’esordio: Keep Yourself Alive, Doing All Right, Great King Rat, Liar, Jesus… Naturalmente in seguito incrementò ulteriormente; basterebbe ascoltare come si apre Queen II con Procession/Father to Son… Invece per avere uno dei suoi assoli più speciali, squisitamente melodici, bisogna attendere Killer queen del 1974 (peraltro armonizzato a mo’ di band jazz-swing); per addensamenti elettronici con Brighton rock o chitarrismi più “esotici” in Flick of the Wrist.
Brian May è un importante chitarrista rock perché ha interpretato benissimo quel che già qualche anno prima di lui stavano facendo altri chitarristi e lo ha ampliato notevolmente.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra