Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Bundles, l'impronta di Holdsworth sui Soft Machine del '75

22/3/2017

1 Comment

 
Bundles del 1975, ottavo disco dei Soft Machine, è stato ed è tuttora un disco sottovalutato.
Bundles è un disco differente dagli altri dei SM: il preminente inserimento della chitarra elettrica solista, suonata dal grande Allan Holdsworth, è la caratteristica che più lo contraddistingue.
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Sicuramente meno sperimentale, quindi coraggioso dei suoi precedenti, più incline ad appoggiarsi sulle parti solistiche, ha più respiro improvvisativo e meno creatività compositiva. Tuttavia, oltre a brillanti solismi, ha delle parti compositive non irrilevanti, anzi qua e là ragguardevoli…
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Innanzitutto è costituito da una lunga suite chiamata Hazard Profile divisa in cinque parti, e altri brani, alcuni brevi ed episodici altri più corposi anche perché legati fra loro, quasi una seconda suite...
La lunga Hazard Profile Part One inizia con un semplicissimo riff, segue una sezione ponte con una frase obbligata in unisono, si sviluppa con un’interessante progressione armonica sopra la quale Holdsworth improvvisa lungamente e in modo eccellente.

Hazard Profile Part Two è un melodico pezzo per pianoforte e chitarra acustica che si “scioglie” in Hazard Profile Part Three, nel quale rientrano gli altri con il loro carico di elettricità, pezzo che funge da lirica introduzione ad Hazard Profile Part Four.  Ed ecco un bel tema-riff che rapidamente ci porta a Hazard Profile Part Five. Quest’ultima sezione della suite si basa su un ragguardevole incremento di velocità e un riff in 7/8 sopra il quale è esposto un interessante tema dalle tastiere; tastiere che in seguito vanno in assolo sullo stesso riff: notevolissimo (Ratledge). Si conclude con un magnifica frase in unisono di tutti lunga 20/4.
Gone Sailing è un breve e singolare episodio di chitarra acustica 12 corde con il quale all’epoca si concludeva la prima parte del disco (la facciata A del vinile).

Si riprende con l’omonimo Bundles ed è un intrigante susseguirsi di temi, obbligati, ritmi e tempi complessi: tutto molto ben amalgamato. Dopo circa un minuto, riff di basso in 9/8 e la liquida chitarra elettrica si produce, dopo aver iniziato melodicamente, in un turbinoso e ben costruito assolo ricco di espressività, alternando frasi più melodiche ad altre velocissime; senza interruzione con una sezione ponte costruita con una serie di armonie ascendenti è legato il brano successivo, Land Of The Bag Snake. Cambio di ritmo, di tempo, velocità, senza riff, ora con progressione di accordi, ma sempre Holdsworth protagonista ben sostenuto da tutti. La fine è in un lento decrescendo e, tramite dei campanellini, si salda senza interruzione The Man Who Waved At Trains.​
Raffinato ed aereo, con felino riff di basso punteggiato benissimo dalla batteria, si sviluppa con un elegantissimo tema esposto dai fiati su una sofisticata sequenza di accordi in contrappunto, tutto alquanto jazzy, delizioso, rammenta anche il nostro Perigeo: funge quasi da introduzione all’agitato Peff.
Molto rapido ma non aggressivo, almeno nella prima parte, breve ma complicato ciclo ritmico, con un etereo sax in assolo, prima dell’entrata della chitarra elettrica distorta che sottolinea una parte del riff, e allora il sax plana e diventa acido, stridulo, alterato. Termina in dissolvenza.
Four Gong Two Drums il titolo elenca gli strumenti usati da Marshall per questo suo pezzo.
The Floating World conclude l’opera in modo eccellente. Un lungo brano per tastiere e flauti, chiaramente ispirato dalla musica minimale, con cicli di note che si stratificano formando la tela, sempre in leggero divenire per uno stupendo tema "dipinto" da due flauti. Il titolo ben rappresenta il dolce ondeggiamento, ammaliante.
Bundles non è un capolavoro ma un buon disco Jazz-Rock di ottima musica strumentale, composta bene e suonata ancor meglio, che ha anche qualche spunto di originalità, seppur di carattere più superficiale, sia per le ripartizioni timbriche (il lavoro quantitativo della chitarra solista: era raro pure in dischi di questo genere “capeggiati” da chitarristi) sia costitutive del disco (in pratica formato da due suite). ​

Il mio libro sui Soft Machine è disponibile in formato cartaceo o ebook.
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1 Comment
Stefano Appio Pompeo
4/10/2022 23:21:58

È l'LP dove uno stanco Ratledge lascia il complesso a Jenkins. Inizia così l'era del "Karl Jenkins Project".

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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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