I capolavori si logorano meno delle altre opere simili ma di qualità inferiore. Nonostante il trascorrere del tempo, e di moltissime altre cose che si succedono, sono sempre attuali; riescono a sprigionare sempre un arcano fascino, posseggono una strana aura, incantano, divenendo così dei classici, unici…
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Queen, 1975, A Night at the Opera è l’album che li indica come grandi protagonisti della scena Rock del dopo Progressive e Hard rock europeo, sintetizzandolo col Pop; peraltro hanno fortemente assimilato la lezione dei Beatles, traendone chiaramente più di uno spunto, ma sviluppandola abilmente.
Jethro Tull, prima del Prog. Sarebbe potuto essere il titolo di questo volume 12 di Dischi da leggere. Sì, perché del gruppo britannico abbiamo scelto tre dischi che formano un corpus particolare (la trilogia celtico-sassone, come la definisce Carlo Pasceri nel libro), uno l’evoluzione dell’altro fino a sfociare nel capolavoro Aqualung che, lo diciamo sin da subito, non è un disco Progressive, come da sempre affermato da certa critica “distratta”: non lo è nelle forme e nei contenuti musicali realizzati dai JT. Ma avrete modo di approfondire questo e molto altro all’interno del volume.
I King Crimson con il loro primo disco “In the Court of the Crimson King” (10 ottobre 1969) hanno elaborato in modo sofisticato gli elementi più semplici di un certo fare Rock, immettendoli in un involucro diverso. Hanno prodotto in questo modo un disco che diverrà epocale.
Il 10 ottobre 1969 viene pubblicato il secondo album solista di Frank Zappa, "Hot Rats". E' uno dei dischi fondamentali di questo magnifico compositore-chitarrista; e siccome tra i maggiori artisti musicali del Novecento, deve essere preso in seria considerazione da chiunque sia interessato alla grande musica, senza peraltro sforzarsi più di tanto: Hot Rats ha una superficie scorrevole e smussata ma con contenuti notevoli al suo interno.
I Beatles hanno fatto molte cose straordinarie, e nella loro storia si possono annoverare miriadi di piccole e grandi singolarità, dei veri e propri primati. Una di queste eccezionalità è che dopo aver conseguito enormi successi di pubblico e di critica, che possiamo affermare oggi più che giusti, hanno realizzato uno dei loro capolavori al termine della propria carriera. In sostanza Abbey Road è l’ultimo album dei Beatles in termini di registrazioni (anche se fu il controverso Let It Be l’ultimo a esser pubblicato).
Roma, autunno 2017, proviamo, semplificando, a fare il punto su una “cosa” che ci sta a cuore; con un interrogativo finale. Dopo le musiche primitive, tribali ed etniche, semplici e funzionali, folcloristiche di ogni regione del globo, estremamente ripetitive, in Occidente, successivamente all’anno Mille, è fiorita la musica Classica che ha dominato fino all’alba del Novecento, con la sua estrema profondità, le sue variazioni ed espansioni di enormi contenuti.
Rock Bottom di Robert Wyatt è stato pubblicato nel 1974, ed è il primo disco dopo l’incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle; alcuni suoi amici, ottimi musicisti, hanno partecipato a questa opera, che è stata prodotta da Nick Mason.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Brian May è stato tra più importanti chitarristi elettrici in assoluto. Non semplicemente perché ha fatto parte di uno dei gruppi rock più pregevoli e apprezzati della storia di questo genere, i Queen, ma perché si è distinto dagli altri chitarristi nell’andare a costruire, con la sua chitarra, musica a tutto tondo. Le sue parti chitarristiche, maestose in termini di quantità e straordinarie in termini di qualità, sono da antologia, da manuale del perfetto chitarrista rock.
Amicizia è un termine che oggi sottende un istantaneo dare/avere, che si consegue col ridottissimo movimento di un dito; merce di bassissimo pregio sia astratto sia pratico, perfettamente anonima e superficiale; a volte effetto di asseriti entusiasmi per qualcuno o qualcosa da condividere per consolidarli. Amicizia è in realtà principalmente un incontro morale, ed è in tal senso una realizzazione di equità creata con l’armonia; ed è possibile vera e feconda armonia solo tra entità dissimili: quelle simili fanno coro unisono, rafforzano all'istante ottuse energie proiettandole solo in modo rettilineo, non si espandono in tutte le direzioni gradualmente nel tempo, effetto di ponderazioni e mediazioni. La vera amicizia ha acuta intensità energetica fuori di sé.
Agli appassionati di musica di una certa età (o batteristi) il nome di Michael Shrieve è noto per essere il ventenne batterista che nel 1969 fece un bel solo al megaconcerto di Woodstock. Lui era il batterista di questa nuova band di musica inusitata, qualificata latin-rock: i Santana. Michael Shrieve è stato uno dei più bravi batteristi rock in assoluto, però pochi oggi lo sanno, e ancor meno sanno davvero perché; certamente non per quel suo bell’assolo nel brano dal titolo così suggestivo: Soul Sacrifice. Così sovraesposto, l’unico batterista in quell’occasione, non poteva non “colpire” tutti.
Castello di Carimate, dintorni di Como, autunno 1979, si sta registrando il terzo disco del giovane ed emergente cantautore napoletano Pino Daniele, quello che lo proietterà nell’empireo della musica italiana: Nero A Metà. I dischi immediatamente successivi eleveranno Daniele ancor più, confermando che non solo è nata una stella, ma che splende sicura come quella polare; allo zenith. Il disco è intriso di qualità a tutti i livelli; sarà un capolavoro.
Di solito quando icone rock di questo rango tornano a esprimersi con nuovi lavori dopo moltissimo tempo (in questo caso ben 25 anni), per stima e affetto, si è simpaticamente molto indulgenti. Anche noi nutriamo stima e affetto per Roger Waters, ma ciò non ci conduce verso un ascolto condiscendente.
Tratto dal libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra Steve Vai (con Joe Satriani) è stato il chitarrista rock più importante dell’era post Edward Van Halen; dunque degli ultimi trent’anni. Primato dovuto anche per l’oggettiva crisi che ha attanagliato la musica di questo periodo (e non solo di genere Rock); ma tant’è. Se è vero come è vero che in quegli anni ci fu un altro chitarrista di gran talento, seguitissimo dagli appassionati, ovvero Yngwie Malmsteen, è altrettanto vero che il tasso d’innovazione e duttilità che successivamente Steve Vai ha dimostrato è certamente superiore; incomparabile.
Per comodità si può dividere l’arco della carriera dei Beatles, che è costituita da quasi 190 brani e va da circa il 1963 al 1970, in sole due fasi: quella degli esordi coi primi singoli e i primi 33 giri fino a Rubber Soul (’65), e quella matura da Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (’67) a Let It Be; il perno basilare tra le due fasi è Revolver (’66).
Facile esser acclamato se si fa parte di uno dei gruppi più celebrati della storia della musica; ancor più se batterista di genere Rock, quello davvero roccioso, visto che soprattutto chitarristi, cantanti e batteristi sono assiduamente alla ribalta. Precisione, “tiro e gran botta”, sono per un batterista il biglietto d’ingresso per partecipare legittimamente alle grandi messi tipiche di un genere come il Rock (ancor più se duro e pesante). E John Bonham aveva queste caratteristiche: era esplosivo, duro e pesante. Tuttavia non molto di più (peraltro non era rapidissimo), almeno per i primi tre dischi.
Può sembrare strano, però va considerato che il suo gruppo, i Led Zeppelin, ha sin da subito mietuto, non solo brani di gran successo, pezzi che nella loro composizione erano effettivamente significativi e che quindi hanno contribuito notevolmente ad accrescere negli ascoltatori la stima individuale dei musicisti protagonisti. Armando Peraza (L'Avana, 30 maggio 1924 – San Francisco, 14 aprile 2014) è un percussionista specializzato nel suonare congas e bongos; non un percussionista atmosferico, che colora, ma di quelli terragni, che tracciano sentieri. Lui, pochi fronzoli e molta sostanza: formidabili strutture ritmiche (congas) e rapidi fraseggi (bongos). Il resto (timbales, guiro, maracas e tanti altri oggetti) lo lascia ad altri…
Seppur non famoso come Paul McCartney e Sting, lo scozzese Jack Bruce fa parte con loro della triade principale della categoria autore-cantante-bassista che ha caratterizzato il Rock e dintorni nel glorioso ventennio tra la metà dei Sessanta e metà degli Ottanta. (I formidabili Chris Squire e John Wetton sono un po’ dei casi a parte: anche se specie di McCartney-Bruce 2.0, chi meno famoso al grande pubblico chi meno front-man/leader…). D'altronde dei tre Bruce è quello meno incline al Pop e più legato alla matrice Jazz. Ha pure acquisito un’istruzione accademica studiando il violoncello.
Tribali e stellari, sogno e realtà, ambienti claustrali e scenari smisurati, abissi di luci e ombre, il dissolversi di mondi da fughe del tempo… Ecco, i Pink Floyd sembra rappresentino, e non occasionalmente, un futuro primitivismo, talvolta cupo, come i film 2001: Odissea nello Spazio o Il Pianeta delle Scimmie: abitanti narratori di una Terra desolata e devastata, non dominata da esseri umani. Loro, perfetti e convincenti, privi di accademismi e automatismi utili per raggiungere agilità e nettezze sonore, ma che probabilmente sarebbero andate a discapito di quelle manifestazioni naïve che offrono un’impressione di spontaneismo genuino nella finalizzazione espressiva delle loro opere.
Se è vero come è vero che la qualità di un’opera è genericamente data dal suo tasso di originalità, Frank Zappa è riuscito a nobilitare il Rock attraverso quella procedura compositiva che questo genere, anche e soprattutto tramite lui, dalla metà dei ’60 ha applicato: la totale assenza di limiti (se non quelli dati dalle conoscenze, spessore e gusto dei musicisti) nell’andare a usare qualsiasi fonte per produrre musica. Dunque Zappa ha realizzato opere creative mediante un’intelligente decomposizione-composizione. E questo era talmente manifesto, che lo hanno subito capito tutti: non c’era bisogno di conoscere profondamente la musica e analizzare la sua, per cogliere l’enorme diversità tra lui e il resto del Rock.
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Carlo Pasceri
Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore. TEORIA MUSICALE
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Aprile 2024
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