Già con i suoi Mogul Trash, nell’ottimo disco omonimo pubblicato nel ‘71, aveva fatto capire che sarebbe stato un altro di quei grandi bassisti rock sull'onda della scuola inglese McCartney/Bruce/Squire; di quelli che, pur rigogliosi come apporti e con “tiro” straordinari, non sono mai sovrabbondanti ma sempre funzionali al brano, casomai compattando il gruppo e non staccandosi individualmente da esso.
Quando nel ‘73 entra nei KC prende pure spunto dal lavoro del grande contrabbassista dei Weather Report: Miroslav Vitous. In seguito nel ‘78 costituirà con Bruford un ottimo gruppo Jazz-Rock: gli U.K..
Poi negli ‘80 fondò gli Asia: gruppo più disimpegnato, di successo, specie di coacervo tra Mogul Trash, Family e gli Yes commerciali, aggiornato al nuovo decennio.
Solo Hugh Hopper dei Soft Machine, peraltro di profilo più jazzy, un po’ come Jack Bruce, fece crescere il ruolo del basso elettrico in modo significativo, ma senza seguito, e alternativo a quello più afro-americano R&B/Funk che sfociò poi in quella corrente manieristica Fusion sostanzialmente paralizzandosi e parzialmente tornando indietro nell’acclamazione idolatrica di Jaco Pastorius.
Egli ha attirato a sé in modo quasi esclusivo le attenzioni dei bassisti, obnubilandone molti altri, differenti in quanto a stile, ma validissimi pure nella sua stessa corrente di discendenza afro-americana (Fusion – Jazz-Rock).
Così è accaduto che Pastorius abbia incarnato da solo non solo la scuola imperante (quella di discendenza Fusion a scapito di quella Rock), ma siccome preso come qualcuno impossibile da migliorare, è stata determinata quasi una paralisi. […]
Wetton, a suo agio praticamente in ogni occasione, ha dimostrato di saper affrontare sempre in modo adeguatissimo, accrescendola musica con una scioltezza eccezionale, moltissimi scenari musicali, dal brano tiratissimo alla ballata, dal puro accompagnamento di fluidi pezzi cantati (Family), a marcare e guidare strumentali complicatissimi con forme astruse, difficili obbligati e tempi dispari (U.K.); passando attraverso uno dei laboratori musicali più completi in assoluto ovvero quello dei King Crimson della trilogia.
Wetton fu uno sviluppo di McCartney/Bruce/Squire: un fuoriclasse, il bassista rock 2.0.
A titolo esemplificativo può essere utile mettere a fuoco qualcosa del suo variegatissimo lavoro: nel genere Fusion, territorio ove risiedono tutti i più celebrati bassisti elettrici, raramente si trova metà della metà di questo suonare.
Nel pezzo debutto Larks’ Part One appena dopo l’aggressivo riff, a 4’00”, basso distorto, pedale wha-wha e volume eseguendo un’obliqua e spigolosa parte-tema; a 5’00” con un’altra parte di tutt’altra natura e suono che sembra di contrabbasso, dopo, obbligati su registro altissimo; a 6’10” tricordo a conclusione della sezione. Poi a 11’43” comincia ad armonizzare un motivo e riff, a 12’25” a ottave espone un motivo melodico.
Nella bellissima miniatura della ballata Book Of Saturday (con B in 5/4 e ponte in 6/4) un lavoro di contrappunto alla melodia e alle armonie della chitarra, affascinante incrocio tra Scott La Faro (famoso contrabbassista jazz) e McCartney. (In particolare l’entrata a 4” di squisita qualità melodica pure con armonici naturali, e a 2’09” linea discendente che parafrasa la melodia ma che connette al contempo gli accordi.)
In The Great Deceiver del disco seguente, agilissimo nell’esporre riff e unisoni insieme con chitarra e violino e accompagnamento nel ritornello finale.
In Lament, da liriche decorazioni dell’intro, a un aggressivo accompagnamento a strappi quasi funky; We'll Let You Know, live, ancora uno showcase di Wetton, da delicati sussurri e bicordi a grintosi e ruvidi groove funky-rock, con tanto di bending (3’16”).
Gli accordi nell’intro di The Night Watch precursore di Tony Levin con lo stick negli anni ‘80 e a 3’25” la progressione ascendente che sembra un canone perpetuo, poi a 4’03” con le note stoppate.
Il brano Trio (registrato dal vivo) si basa sugli accordi e arpeggi interamente suonati dal basso. Nel brano Starless And Bible Black ancora sorta di slap funky e dopo 6’ progressivo cambio di stile, registri, tecniche e dinamiche, fino arrivare a 7’32” con ancora sorta di tecnica proto-stick-tapping (con bicordi nel registro alto e altre note in basso, rammenta quello di Elephant Talk dell’81).
E l’enorme lavoro in Fracture, brano suite capolavoro, peraltro di una complessità che a tutta prima non si coglie (con le tante sezioni, obbligati, dinamiche, agogiche e tempi dispari, è un ponte tra le due parti di Larks’ e il brano Red, in particolare da 7’40”); è tutto da ascoltare…
Insomma Wetton, soprattutto nella parabola crimsoniana, ha incarnato il perfetto bassista elettrico: oltre a svolgere tutti le parti obbligate presenti con sconcertante facilità, mobilissimo quando occorre, sia ruvido e aggressivo sia soffice e raffinato cui basta un minimo canovaccio per partire fantasiosamente per la tangente e raggiungere mete inaspettate, ma alla bisogna statico e roccioso su pattern e cicli. Nel Rock e dintorni, a partire dal bravo sostituto di Wetton nei KC, Tony Levin, Geddy Lee dei Rush, Sting, e ancora altri bravi bassisti come Stu Hamm e Billy Sheehan, si sono distinti ed elevati chi per un verso chi per un altro, ma in ogni caso nessuno come Wetton né durante né dopo di lui, purtroppo...
Testo estratto dal libro “King Crimson - Red”. Puoi acquistarlo su Amazon.