Posto di fronte ad un percorso artistico di così grande rilievo, il critico musicale, se vuole assolvere il proprio compito, realizzare una seria e profonda analisi e offrire un servizio al lettore/ascoltatore, è tenuto a mantenere ben salda la neutralità del proprio punto di vista, senza lasciarsi incantare dalle capacità affabulatorie delle sirene floydiane, non cedendo al facile entusiasmo (che si spinge fino al fanatismo pseudo religioso nel caso dei fan) in cui spesso inciampano le centinaia di scrittori, sparsi in ogni angolo del globo, che si avventurano nei terreni paludosi della critica musicale. Questo compito, già arduo di per sé, nel caso dei Pink Floyd è reso ancor più difficile dalla loro capacità, come leggerete spesso all’interno del libro, di creare nuovi mondi attraverso pochissimi elementi musicali, fosse anche un singolo rumore. Perdersi e lasciarsi andare in quei mondi è alquanto facile.
Durante la stesura di questo testo ci siamo periodicamente confrontati con Carlo per un ascolto congiunto di brani o per un parere sull’approccio da tenere in alcuni casi. Il sottoscritto, più “morbido” e pronto all’eccezione, alla piccola deroga. Lui, più deciso a tenere la barra dritta per seguire quella filosofia di lavoro che caratterizza da sempre questa collana: niente sconti a nessuno, il fan che è in noi tenuto fuori dalla porta e ben salda la capacità di saper andare anche contro i propri gusti e passioni musicali.
Dopo aver letto il libro, prima di scrivere queste poche note, devo dire che ha avuto ragione lui.
Antonio Lisi
Il libro è disponibile in formato cartaceo ed ebook.