Quindi mi sono appassionato dello strumento ritmico per eccellenza: la batteria.
Mi sono interessato molto dell’evoluzione della batteria e del suo sviluppo nei vari generi e stili musicali. Ho seguito pure alcuni musicisti che hanno oggettivamente innovato il vocabolario e la letteratura di questo strumento, a volte producendo pure dei notevoli dischi di musica a tutto tondo; io in ogni caso mi sono entusiasmato ascoltando i loro lavori. In seguito perciò sono sempre stato molto esigente per quanto riguarda i batteristi che dovevano suonare con me, soprattutto per i miei dischi; qualcuno tra loro, stimate le ottime capacità e potenzialità che aveva, si è avviato verso una carriera sin troppo commerciale e poco artistica.

Le cose sono cambiate in peggio progressivamente, stimando come l’età aurea quella dell’altro ieri.
Tuttavia le divisioni temporali che ho evidenziato sono concretate dai difetti che sono emersi appunto nel tempo (e che elenco più avanti), facendo pertanto conseguire quasi delle fratture qualitative tra le generazioni.
Ne deriva che l’odierna generazione è quella che accumula un po’ tutte le carenze insieme con un’esasperata e invalsa tendenza di suonare più colpi possibili.
La batteria permette di produrre le fondamenta (e anche le interazioni sovrastrutturali) del ritmo della musica moderna (può contribuire solo in quello tra gli elementi musicali), e se è vero com'è vero che la stragrande maggioranza dei batteristi di oggi suona come una mitragliatrice, assumendo pure il fatto che la batteria emette sonicamente solo dei rumori, si concretano così 2 risultati: quello del NON RITMO e dell'esasperazione del (suo) RUMORE.
NON RITMO poiché se c'è l'intenzione di un'emissione rapida, o più spesso rapidissima di colpi, non è possibile creare (e/o percepire) quelle che sono le peculiarità del ritmo musicale, ossia una sequenza di eventi (colpi) con distanze temporali eterogenee e variazioni d'intensità, che generano pause e accenti appunto tra gli eventi. Ne consegue pure la produzione e/o la percezione esasperata del RUMORE, giacché quello che noi appunto udiamo dai batteristi non è (naturalmente) né melodia né armonia, è in sostanza ritmo e pochissimo timbro. Quindi quello che i batteristi di ieri e soprattutto di oggi emettono e ci fanno percepire, è spesso solo del rumore sincronizzato (come una catena di montaggio industriale). Insomma, la “batteria moderna” afferma paradossalmente se stessa da una parte negandosi il diritto-dovere di essere IL RITMO, dall'altra aumentando la dose di RUMORE che è in dote a lei: è sempre più lontana da una vera e sana ricerca e sviluppo strumentale e quindi da un’evoluzione musicale (che realizzerebbe pure un'auspicabile "selezione naturale"), impegnandosi solo di produrre mitragliate soniche, negando la musica e affermando qualcos'altro. | La stragrande maggioranza dei batteristi di oggi suona come una mitragliatrice... |
Nella stima di un livello che sia oltre a quello basico metterei pure, considerato che la batteria è uno strumento di supporto e complemento musicale, ricerca sonica, dinamica, invenzione di ritmi e opportunità musicale (l'audizione strategica del brano nel suo insieme e quindi reazione ad esso, oltre la tattica del momento che trascorre nell'udire pure quello che stanno facendo gli altri).
Questo elenco di difetti peculiari esclude solo i batteristi che suonano il genere Jazz, che hanno altri problemi caratteristici.
Le gravi carenze dei batteristi sono:
- la varietà di suoni assoluti (hanno tutti dei suoni simili): caratterizzazione di risonanze date da tamburi e piatti che siano di misure e materiali diversi (perciò strumentazione più fantasiosa), e/o semplicemente assettati in un peculiare modo; difettano pure di sensibilità nel percuotere lo strumento, che nel qual caso produrrà importanti e personali variazioni soniche. Da non dimenticare pure che da più di 30 anni a questa parte c'è un'enorme offerta di manipolazione elettronica sonica, con riverberi, echi, chorus, suoni rovesciati e così via (invece usano solo il compressore);
- il suonare forte-piano sia nel micro (nei singoli colpi o passaggi) sia nel macro (nello svolgimento dei pezzi), difatti suonano "piatti";
- il ricercare e realizzare ritmi (che non siano quelli banali e di maniera dei vari stili e generi musicali), e quindi fare musica in modo un po' più intellettuale;
- la reazione alla musica (suonano "a memoria", sono praticamente "sordi").
Se presi in esame dei batteristi professionisti, se non delle stelle di prima grandezza o semidei come Vinnie Colaiuta, Mike Portnoy, Gavin Harrison ecc., e venisse meno anche solo UNA di queste caratteristiche, sarebbe cosa grave; ma quando in sostanza TUTTE non sono presenti...
P.S. 1 I moderni batteristi prestano attenzione e si esercitano parossisticamente per realizzare inutilissimi assoli iperbolici buoni solo per il circo; e poi non riescono di azzeccare un PAIO di fill originali e di gusto. Mah!
P.S. 2 Tutti i batteristi moderni si somigliano, anche perché è agevole ottenere risultati mitragliando indiscriminatamente ed è funzionale al mestiere: si è degli indiscriminabili perciò intercambiabili musicisti da adoperare in occasioni di produzioni di musiche(tte)-paccottiglia-ciarpame da somministrare e consumare a ogni piè spinto. L’intercambiabilità, data dalla somiglianza, è un requisito importante per chi genera e gestisce il mercataccio di oggi. Questa similarità “batteriologica” è utile anche per i fruitori conformisti, che si devono impegnare pochissimo per "capire": da qui scaturisce da parte di TUTTI il comodo, conveniente e proficuo ELOGIO DELLA MEDIOCRITÀ.
Tutto ciò capita (con appena diverse caratteristiche, contestualità e gradazioni) per tutti gli strumentisti: chitarristi, tastieristi, bassisti...
Tre esempi:
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