Può sembrare strano, però va considerato che il suo gruppo, i Led Zeppelin, ha sin da subito mietuto, non solo brani di gran successo, pezzi che nella loro composizione erano effettivamente significativi e che quindi hanno contribuito notevolmente ad accrescere negli ascoltatori la stima individuale dei musicisti protagonisti.
Bohnam ha cominciato a elevarsi nel ’71, dal quarto disco in poi (e relative esibizioni live) è cresciuto; esemplare scioltezza insieme con la potenza nel districarsi e restituire gran musica tra le asimmetrie di Black Dog, l’intro di Rock And Roll, Four Sticks, il suono e il groove di When The Levee Breaks.
Bonzo in crescita esponenziale e in modo diffuso nel disco successivo, quello più avanzato e sperimentale del catalogo LZ: Houses Of The Holy (registrato nel ‘72). Questo disco è colmo di esempi delle sue gesta, con novità tecniche e creative (dall’uso delle spazzole ai moltissimi tempi dispari e asimmetrie formali): se ne consiglia l’attento ascolto fosse anche per gioire appieno dell’arte di Bonham.
Maturità sua (e del gruppo) confermata e ampliata nel magnifico live registrato nell’anno di grazia 1973: The Song The Remains The Same.
L’ultima zampata del leone Bonzo è nel disco che chiude la storia dei Led Zeppelin, In Through The Out Door (‘79): il brano Fool In The Rain ha (oltre all’inedita - per i LZ - sezione latino-americana) un bellissimo ritmo shuffle, strepitosamente suonato, che ha fatto indirettamente storia poiché Jeff Porcaro, batterista degli ottimi Toto, lo riprese, variandolo appena e semplificandolo un po’, per la Hit mondiale Rosanna.
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