Attivo discograficamente già alla fine dei ’50 con Cal Tjader e nei ’60 con Mongo Santamaria, Peraza giunge alla corte dei Santana nel 1972 in tempo per partecipare al disco Caravanserai, capolavoro del chitarrista messicano e del suo compagno d’armi di quegli anni gloriosi, il batterista Michael Shrieve. Imperdibile il brano La Fuente Del Ritmo, tanto semplice nella sua forma quanto unico nell’intero scenario musicale per la fusione dei linguaggi e le sfolgoranti tecniche e invenzioni espresse da tutti i musicisti coinvolti.
Dopo questo brano Peraza fu permanentemente assunto, e quindi coinvolto come coprotagonista della sensazionale sezione ritmica dei Santana nei dischi Welcome e Borboletta, contribuendo a creare un manto percussivo in grado di far decollare tutto e tutti: un tappeto volante.
Si può apprezzare agevolmente il suo lavoro nei brani Mother Africa, Canto De Los Flores e nella magnifica suite Here And Now/Flor De Canela/Promise Of A Fisherman. E in modo esteso e compatto nel disco live Lotus, dove è in coppia con il timbalero José Chepito Areas, altro fuoriclasse: insieme hanno fatto la storia del percussionismo afrocubano mescolato con il Rock e dintorni.
Peraza era un tipo “tosto” e combattivo, molto competitivo, misurarsi con giganti lo esaltava, ed era musicalmente come un sacerdote della santeria, che tramite la materialità ordinaria raggiunge il divino: Peraza, santero musicale, cercava, trovava e quindi recitava meravigliosamente le sue formule ritmico-percussive. Lui trascendeva la normalità così, percuotendo tronchi d’alberi chiusi in cima con delle pelli.