Il primo atto del dirigibile di piombo si apre con “Good Times Bad Times”: iniziale martello trapanante, Plant intona una motivo discendente per poi spingere in alto. Di seguito gli interventi di Page, esalta immediatamente.
Si continua con “Babe I’m Gonna Leave You”, musica diretta ed eterogenea, un loro marchio: acustica, elettrica, tenera e trascinante, Plant decolla.
“You Shook Me”, un classico shuffle blues con slide e indurito da suoni saturi e batteria “pesante”; addirittura con assolo di organo (poi l’armonica e l’elettrica di Page).
“Dazed And Confused”, il brano più sperimentale, peraltro un riciclo di Page sviluppato alla grande. Riff cromatico e terzinato vagamente blues, con Plant più virile del solito; segue fase centrale sospesa con suoni “spaziali”, poi ritmo dritto e rapido con assolo di Jimmy. Ripresa riff e conclusione.
“Your Time Is Gonna Come”, oltre un minuto di organo, poi breve sequenza di chitarra acustica e il cantato, chitarra slide e Plant con cori.
“Black Mountain Side”, indianeggiante e breve pezzo strumentale per chitarra acustica e percussioni.
“Communication Breakdown” rapido e trascinante hard r’n’r.
“I Can’t Quit You Baby” altro shuffle blues iniziato dal sacerdote Plant, poi Page al proscenio che fraseggia all’elettrica.
“How Many More Times” altra matrice blues con riff, e alterazioni zeppeliniane… Plant vibra e modula parti di testo e sillabe, gridolini; poi incalzato dal solito Jimmy. Ancora variazioni e piccole sperimentazioni sonore del mago Page, riemerge Plant, magnifico; la band si compatta, una minuscola orchestra elettrica. Semplicissimo e incantevole.
Da qui in poi i Led Zeppelin hanno guidato vaste porzioni del popolo Rock, offrendo un modello eclettico e progredente, cui ancor oggi potersi agganciare.
Dei Led Zeppelin ho analizzato l'album Houses of the Holy. L'analisi è disponibile su monografia dedicata e nella raccolta Dischi da leggere - Collezione n.2.