Jack Bruce (l’autore principale) e Ginger Baker sono dei musicisti straordinari, che pur stando nella riva rock del fiume musicale erano stati fecondati dai semi dell’altra riva, quella Jazz (Bruce effettuò anche studi classici), e questo ha permesso loro di distinguersi e ben fondersi con la specifica inclinazione rock-blues di Eric Clapton, dando vita, in tre anni e altrettanti dischi (più la quasi immediata reunion nel’69 con tanto di disco postumo, Goodbye), a una band che ha esercitato moltissima influenza, diretta e non, sulla scena musicale del tempo, contribuendo ad illuminarla di luce aurea. Basti, per esempio, rammentare, oltre agli ottimi Taste di Rory Gallagher e Allman Brothers, i Lifetime di Tony Williams (con John McLaughlin e Larry Young), che hanno a loro volta, stando invece dalla sponda Jazz, contribuito a fondare il genere Jazz Rock.
I Cream, sin dal loro primo disco “Fresh Cream” del 1966, nella loro produzione spinsero oltre le già notevoli esperienze acquisite da ognuno di loro singolarmente: Alexis Korner, Graham Bond Organisation e Bluesbreaker (John Mayall).
Pezzi più vicini al Pop, altri più Blues, altri modali con riff duri e trascinanti e improvvisazioni al seguito, non di rado accadeva che tutto ciò era presente in un unico brano, soprattutto nel secondo disco “Disraeli Gears” (’67) e “Wheels Of Fire” (del ’68 e doppio con un LP dal vivo l’altro in studio con inediti): N.S.U., Sunshine Of Your Love, Dance The Night Away, Swlabr, We’re Going Wrong, White Room, Passing The Time, As You Sad, Politician, Those Were The Days, Desert Cities Of Hearth.
In seguito furono pubblicati postumi Live Cream (1970) vol1 e vol2 (’72): ulteriore ragguardevole testimonianza della loro arte musicale.
Eric Clapton è uno dei chitarristi raccontanti nel libro 📙 Eroi elettrici - I grandi solisti della chitarra