Il grande spettro musicale di Rickie Lee Jones è ben rappresentato anche dalle sue composizioni, molto variegate e profonde: da semplici e incisivi pezzi groovy funk-blues a brani così articolati e dinamici da configurarsi come delle mini suite, a canzoni più ortodosse.
Di certo la più vicina a lei è Joni Mitchell, per la continuata esplorazione di vie differenti al Rock, percorrendo la Fusion, che la grande cantautrice canadese compì prima di tutte. (Nei ’70 emerse anche la notevolissima britannica Joan Armatrading.) Il mondo musicale rappresentato da Rickie Lee Jones è quindi alquanto complesso, espressivo e non di rado di carattere dolente, ma anche molto razionale nelle sofisticate soluzioni strutturali-formali e armoniche-melodiche.
Ha prodotto musica di pregiata fattura giacché con rilevanti quote di originalità, che le hanno permesso di distinguersi in senso assoluto nell’affollatissimo panorama musicale degli anni ’80.
Ancora recentemente realizza dischi interessanti, tuttavia, come di solito accade per gli artisti, è la prima parte di carriera la più feconda creativamente, pertanto segnaliamo questo suo debutto e i susseguenti Pirates (1981), Girl At Her Volcano (1983) e The Magazine (1984).