Già da ragazzino, prima di imparare a suonare la chitarra, apprezzavo la musica in quanto sintesi di molti pensieri, e naturalmente mi chiedevo come potessero fare quei compositori a realizzare quelle cose. Poco più avanti, avrò avuto 15 o 16 anni, ho "concluso" che Chick Corea, John McLaughlin, Joe Zawinul ecc., dovessero essere persone molto intelligenti, per riuscire d'immaginare e concretare quello che ascoltavo nelle loro bellissime composizioni. Non avevo le conoscenze idonee per determinare ciò, però era questa la conclusione a cui ero giunto, anche solo confrontando i loro brani con le pur belle canzoni che imperavano all’epoca.

Ho studiato e indagato, cercando di scoprire cose vecchie e nuove, con l'unico scopo di comprendere anche confrontandomi con i tanti miei compagni di avventure musicali (amici, componenti dei gruppi in cui ho suonato, allievi) che nel corso del tempo si sono avvicendati; e ai quali dico grazie.
Grazie a tutti loro perché mi hanno fatto conoscere cose nuove o considerare quelle che già conoscevo da nuove prospettive. Grazie perché mi hanno consentito di ottenere, dai nostri confronti talvolta anche accesi e focosi, profili e profondità che mi hanno aiutato di crescere ed esercitare ancor meglio la mia professione a tutto tondo.
Questo era l'altro ieri (anni '70/'80/'90): ci si doveva incontrare, o telefonare "inchiodati" a casa, ci si doveva organizzare con tempi e modi che non sempre erano agevoli, anzi. Non c'era tanto tempo a disposizione come non c'era tanta "letteratura" (dischi, live, recensioni, saggi ecc.), sia perché era ancora da "scrivere" sia perché l'accesso non era così facile (sia in termini logistici sia in termini economici). Questo però creava un filtro importante: chi non era interessato andava a fare altro, non poteva più di tanto seguire… | Le difficoltà di accesso, negli anni passati, creavano un filtro importante: chi non era davvero interessato andava a fare altro... |
Questa moderna e diffusa attività è davvero una condivisione: si mettono in "vetrina" delle cose che DI SOLITO si dividono, quindi si consumano, si approvano, creano consenso e soddisfazione. E basta.
Dopo la (con)divisione non si moltiplicano informazioni per mezzo di "feedback" interagenti che faranno intendere meglio quelle cose.
Infatti, di solito ci sono dei mi piace, meno di frequente ci sono dei non mi piace; talvolta sono conditi con qualche laconico commento…
Stiamo vivendo in un mondo che se preso nel giusto modo è semplicemente fantastico: basti pensare alle potentissime tecnologie digitali musicali messe a disposizione a basso costo e per tutti i livelli di accesso e applicazione richiesti, da quelli basici a quelli più professionali.
A noi tutto questo oggi dovrebbe consentire di appassionarci sempre di più alla "nostra" musica, e provare DOMANI di andare addirittura OLTRE questi orizzonti e profondità, creando perciò i fattori sociali, culturali e spirituali che favoriranno la musica che verrà.
Che sarà così ancor più NOSTRA.