Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

Vinile vs CD e la mercificazione delle opere

31/10/2012

4 Comments

 
Le opere in sé non sono merce. Lo possono diventare se c’è una produzione in serie dei contenuti attraverso copie dell’opera (oggetto).
Il CINEMA è l'unica disciplina artistica che per realizzare l’esemplare originale di un film e quindi per essere concretata, ha bisogno di notevoli risorse economiche (produttori economici ed esecutivi). Di conseguenza, realizzare un'opera cinematografica significa sempre sottoporsi a qualche pratica implicazione commerciale ed economica.
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Per un QUADRO o una SCULTURA, e soprattutto per un LIBRO, NO! Non succede (in teoria) questo.
Prima, la MUSICA, anche se in misura molto minore, ebbe un destino simile al cinema: fino agli anni '80 del '900 per realizzare un disco furono necessari piccoli o medi investimenti in denari.
Dopo, per la musica prodotta dagli anni ’90 in poi, c’è stato meno bisogno d’investimenti per realizzare un disco; pertanto le implicazioni commerciali ed economiche sono decresciute di molto. (Un periodo cuscinetto è stato appunto il decennio precedente.)
Tuttavia quasi paradossalmente, prima di allora, c’è stata una musica più artistica, mentre da lì fino a oggi è in pratica scomparsa: com’è possibile che sia accaduto ciò?
Eppure, con l’avvento del CD, le opere musicali con questo supporto tecnologico seriale (il dischetto) cessavano di essere deperibili, offrendo due grandi vantaggi al fruitore: quello di ascoltare la musica sempre con la stessa qualità (il disco non si deteriorava), e un altro conseguente puramente economico, ossia di non essere costretto di acquistare nel tempo 2 o 3 volte lo stesso prodotto!
Ma l’INDUSTRIA stessa (forse accortasi dell’errore), ha cercato (dalla fine degli anni ’90) di rimediare con vari stratagemmi al vantaggio che aveva offerto all'appassionato di musica.

L’industria sta provando a  convincerci che le vecchie tecnologie siano migliori delle nuove.

La tattica più clamorosa è stata l'apologia del vinile: è tuttora in atto e in assoluto uno dei più formidabili esempi di mistificazione che l'industria ha dimostrato di riuscire a realizzare.
L’industria è riuscita a permeare l'immaginario collettivo pure in tutta la catena del processo musicale, nelle attività e applicazioni collaterali, sia nella registrazione sia nella riproduzione, convincendo tantissime persone che le VECCHIE tecnologie sono MIGLIORI di quelle NUOVE: le soluzioni che hanno proposto e propongono sono in assoluto inferiori sia per lo studio di registrazione sia per la fruizione in casa, se ci atteniamo alla realtà oggettiva o almeno al buon senso.

L'industria sta riuscendo nell'impresa perché il semplice ascoltatore, pur ricevendo quelle informazioni che evidenziano le tendenziose finalità consumistiche di essa, è troppo passivo e perciò a quelle crede, spesso accettandole pure con simpatia. Anche il fruitore di musica più esperto, l’audiofilo e addirittura il professionista, vogliono credere (quasi pregiudizialmente) alle fandonie dell'industria che somministra in questi casi: essa si spende nell’assegnare alle proprie apologie dovizia di particolari più o meno scientifici, tanto oggettivamente incoerenti quanto poi creduti dai consumatori.

Forse l’audiofilo e il professionista credono pregiudizialmente perché sono influenzati da certe loro affezioni, o danno retta a certe suggestioni, di fatto questi sono legati al passato; forse pure confondendo i contenuti delle opere con i formati e le forme nelle quali sono state comprese e realizzate. (Le opere di una volta sono, di fatto, più artistiche e interessanti, sono state prodotte e "mercificate" con tecnologie dell’era pre-digitale, di qui forse il fruitore trae un errato sillogismo…)
Gli ultimi decenni sono stati tremendi sotto molti punti di vista, ma quest'epoca è rivoluzionata da questa fantastica tecnologia digitale, proprio a cominciare dall'avvento del CD: PERCHÉ DARSI LA ZAPPA SUI PIEDI?
4 Comments
Antonio
31/10/2012 07:05:14

ciao Carlo, concordo pienamente con quanto hai scritto.
C'è però una cosa che forse hai tralasciato ed è il fatto che l'industria discografica, oltre che sulla presunta superiorità qualitativa, punta molto forte anche sulla diversa esperienza che si prova nell'utilizzo del vinile rispetto ad un cd.
A tal proposito riporto un estratto di un articolo trovato online:
"Il miglior argomento a favore dei dischi in vinile non ha bisogno di essere sostenuto da affermazioni supportate dalla qualità tecnica della registrazione, e questa è la fisica, l'esperienza tangibile [...] Altri sensi sono coinvolti: l'odore della copertina dell'album, il fatto di abbassare il braccio del giradischi nel solco, la vista dello stroboscopio che indica l'esatta velocità del giradischi. E' un'esperienza completa a cui l'ascoltatore deve dedicare attenzione focalizzata e tempo. Dischi in vinile sono una connessione personale con l'audio vero e proprio, e questo è qualcosa che nessuna perfezione digitale è in grado di replicare. Si può discutere la validità di tale connessione tutto quello che volete, e vi accorgerete che si tratta di metafisica, di una questione filosofica. Non vi è alcuna connessione logica o pratica. Ma questi tipi di connessioni - per le quali non esiste una spiegazione pratica/quantitativa - a volte sono i più importanti."
Fonte: http://skeptoid.com/episodes/4303

Reply
Carlo Pasceri link
31/10/2012 13:55:19

Ciao Antonio,
sarebbe da ridere se non fosse così diffusa questa ottusità meta-sofica.
Certo che se lo dicono loro che il miglior argomento a favore è quello, aggiungendo addirittura che è una questione metafisica e filosofica, stiamo messi male!
Il voluttuoso sfogliare e il delicato fruscio dei booklet dei CD, il vellutato garbo del carrello del caricamento che si apre e che si chiude, offrendo il portale per meravigliosi mondi sonori; i tasti servoassistiti che aspettano pazienti un nostro sfioramento, con il display a cristalli che comunica con noi tramite i numeri fluorescenti e colorati, che ci segnano esattamente quale brano e a quale temporizzazione corrisponde quel preciso momento di ascolto; e il telecomando, che accarezziamo mentre ascoltiamo e che appunto ci dona finalmente una sensazione di controllo assoluto per quella sensazionale esperienza.
Magari fra qualche anno, dopo la musica liquida o chissà cosa ci sarà, qualche nuovo velinaro - ragazzo di bottega o semplicemente un ingenuo, ci propinerà (chissà per quale motivo) queste esperienze metafisiche filosofiche… Mah!

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massimo franceschini
1/11/2012 02:50:31

Ahahahahahahah!!!! Hai proprio ragione Carlo......

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simone
8/11/2012 15:02:14

Ciao Carlo,leggevo il tuo articolo e per ciò che riguarda il confronto sulla qualità e sulla praticità del formato digitale/cd non posso che essere d'accordo con te..purtroppo però sono cresciuto negli anni fine 90 inizi 2000 e facevo coste tipo scratch e stupidaggini molto divertenti con i vinili e devo dirti che quella sensazione di praticità manuale e di proprietà tecnica che offrivano i vinili nel fare quella roba,non le forniva nessun altra cosa..ora hanno inventato il sistema per cui puoi tramite intefaccia+scheda audio+vinile con timecode di lavorare con le tracce digitali comandandole col vinile finto..posso dirti che ho visto dj al quanto bizzarri fare cose assurde con quella roba e sarà per colpa della mia adolescenza e per chissà quale altro motivo che,infondo,le ascolto con curiosità quelle cose..le trovo originali..
un'abbraccio

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    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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