Carlo Pasceri
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Libro Eroi Elettrici

La scaletta degli LP e un'annosa questione di qualità

6/11/2022

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Penso che moltissimi ascoltatori, sia quelli della mia generazione sia quelli della più recente (a fronte della vinilmania in corso da circa un ventennio), siano abituati alla progressione dei brani (scaletta) dei dischi Lp (i 33 giri) come a dei capitoli di un’affascinante storia musicale che si dipana; pure se non si tratta di un cosiddetto concept album*.
Infatti, chi progettava e produceva quei dischi era parecchio attento a ciò.
Picture
Quel che forse non tutti sanno è che il disco in vinile ha precise caratteristiche fisiche e di procedure d’incisione, pertanto di riproduzione, che obbligava chi concepiva e produceva le opere trasferite negli Lp a particolari scelte a fronte dei limiti imposti da quelle caratteristiche.
Sinteticamente, senza andare troppo nei dettagli tecnici.

Innanzitutto l’intera durata dell’opera, che di solito non andava oltre i 40 minuti; raramente raggiungeva i 45 minuti, ancor più raramente li superava.
D’altronde il 33 giri fu ideato (fine anni Quaranta del ‘900) affinché un singolo disco potesse contenere più dei pochi minuti (quindi un paio di brevi brani) del 78 giri; per questo chiamato Long playing.
Tuttavia per ottenere questo risultato i compromessi furono di non poco conto.
Seppur il diametro del disco fu aumentato (ma soltanto di circa 5 centimetri: da 25 del 78 giri a 30), la realizzazione si basava sull’incidere il disco a una velocità inferiore; questo permetteva di aumentare la densità dei dati sul disco, eseguendo solchi più piccoli e più ravvicinati.** Non a caso l’Lp o 33 giri era chiamato anche microsolco.
Però più densità di dati (a parità di superficie) equivale a meno qualità***, a una serie di problemi inerenti le dinamiche e le frequenze dei suoni registrati in origine (all’epoca su registratori a nastro magnetico): in particolare la musica con volumi alti e basse frequenze.
Le grandi ampiezze d’intensità e i suoni di bassa frequenza (grandi lunghezze d’onda) che deve tradurre il bulino incisore dai segnali elettrici del nastro master, corrispondono proporzionalmente alle sue vibrazioni meccaniche più ampie e profonde, solcando così il disco vinilico: solchi di misure improponibili. 
Il problema fu parecchio mitigato adottando per l’incisione del disco una particolare equalizzazione della musica registrata in origine: una progressiva ma notevole de-enfasi/enfasi dall’intero spettro audio dalle basse frequenze alle alte frequenze.
Questa compressione del dato meccanico permette l’incisione su dischi di grandezza accettabile, ma per correggere ciò in riproduzione è necessario uno stadio preamplificatore (Phono) che riequalizzi il segnale nel modo più simmetrico possibile; ormai è invalso un “pompaggio” extra cosicché l’impatto emotivo per l’ascoltatore è aumentato rispetto al suono originale.****

Andiamo al punto, siccome l’incisione è fatta su un disco ed esso compie un numero costante di giri nel tempo, la velocità del bulino incisore deve variare relativamente alla distanza (raggio) dal centro di rotazione, per mantenere costante la velocità angolare. Pertanto di un disco, che s’incide dalla periferia verso il centro, il bulino inizia con la massima velocità per ridurla progressivamente fino al centro.
E poiché la qualità è in diretta connessione proporzionale alla velocità, c’è in modo progressivo la massima qualità ai bordi del disco e la minor qualità presso il centro.****

Anche per ciò il disco in vinile non è esattamente uno strumento di alta fedeltà sonora, tutt’altro, per quanto sia per molti un oggetto affascinante (pure per me: ci sono “nato”).

Ritornando alle sequenze dei brani dei 33 giri, chissà se (e chi e quanto) si sia tenuto conto di quest’importante dato tecnologico e realizzare così un concept album sui generis, inserendo i brani più potenti di volume e profondi di bassi come prime tracce e viceversa nelle ultime quelli più eterei e flautati, per mantenere una qualità media sonica del prodotto…
Verificare quali e quanti album coincidano in ciò potrebbe essere un simpatico passatempo. 
Buoni ascolti.
 ​
*Anche per il CD è così, ma in misura molto minore perché si può facilmente saltare da una traccia all'altra anche tramite telecomando o addirittura programmare una personale scaletta.

**Il 78 giri era in gommalacca, materiale più grossolano e problematico del PVC o PoliVinilCloruro o cloruro di polivinile del 33 giri, pure questo influì sull’innovazione.

***Ciò è il motivo per il quale il 45 giri è di più alta qualità rispetto al 33, è inciso a più alta velocità perciò solchi più grandi, meno densità dati. (Un Lp inciso a 45 giri dovrebbe avere un diametro di circa 41 cm.)

****Anche per questo spesso chi confronta lo stesso disco su supporto CD, che non prevede questa adulterazione giacché non ha i limiti del 33 giri, ritiene superiore la resa del “vinile”; non pensando che eventualmente è l’intervento dello stadio preamplificatore Phono la causa di ciò e non l’analogico “vinile” in sé.
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    Carlo Pasceri
    Chitarrista, compositore, insegnante di musica e scrittore.


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